Da Punto Informatico del 28/02/2006
Originale su http://www.punto-informatico.it/p.asp?i=58084
Emergenza cybercrime in Giappone
Ne parla un rapporto delle forze dell'ordine che getta un'ombra sulla rete nipponica: truffe, abusi, prostituzione non accennano a diminuire. E molti delitti non vengono neppure denunciati
di Dario d'Elia
Tokyo - Il Sol Levante è stato considerato per lungo tempo un paese relativamente sicuro in forza di un livello di criminalità piuttosto contenuto, ma gli ultimi dati riguardanti il cybercrimine stanno allarmando le autorità, in qualche modo prese alla sprovvista dal "dinamismo" dei criminali che sfruttano internet.
In base ai riscontri della polizia, il fenomeno dell'illegalità digitale sta crescendo notevolmente. Il numero di arresti di cybertruffatori, infatti, è cresciuto nel corso dell'ultimo anno del 51,9%, con 3.161 casi.
Le sole frodi online - correlate alle vendite e alle aste - si sono triplicate in due anni: gli arresti in questo segmento hanno raggiunto quota 1.408. Nello specifico, il reato online più comune è proprio rappresentato dalle frodi, con una share del 45%. La pornografia e la prostituzione sono rimaste stabili al 10,2; gli accessi illegali a sistemi informativi altrui, invece, sono in crescita e gli arresti di cracker e affini hanno ormai raggiunto l'8,8% degli arresti complessivi del "settore".
Nel 2005 le frodi più comuni hanno riguardato sia il furto di informazioni, basato perloppiù su spyware, che la vendita online di prodotti fake attraverso i circuiti di aste.
Gli esperti del settore sono convinti che gli arresti effettuati dalle forze di polizia, però, non permettano di delineare con precisione il fenomeno. Alcuni, infatti, sostengono che il numero di cybercrimini commessi sia di molte volte superiore rispetto alle stime e che una buona parte non venga individuato.
La polizia ha confermato che sicuramente vi è una disparità fra il numero di crimini commessi e il numero di denunce. Certo è che i giapponesi si sono rivolti alle forze dell'ordine - per reati digitali - 84 mila volte nel 2005, otto volte in più rispetto agli ultimi cinque anni. Insomma, la questione inizia ad essere delicata, e la prima reazione istituzionale è stata quella di creare un'unità speciale composta da cybercop, agenti specializzati contro il crimine informatico. Allo stesso tempo l'impegno per educare i cittadini al corretto uso degli strumenti informatici è stato implementato con un ingente investimento economico.
L'unica nota positiva proviene dalla leggerissima diminuzione dei crimini riguardanti gli appuntamenti galanti online che poi si trasformano in sesso a pagamento o in casi di violenza. Rispetto al 2004 è stato registrato un caso in meno - il totale è passato dai 1.582 a 1.581 - e sebbene non possa essere considerato un grandissimo risultato, la polizia è convinta che si tratti del preludio dell'inversione di tendenza. Tanto più che il fenomeno della prostituzione minorile collegata agli appuntamenti ha registrato un calo del 12% rispetto al 2005. Un buon risultato che però è stato accompagnato dall'aumento del consumo di pornografia infantile, con un +153% dei casi nel corso dell'ultimo anno.
In base ai riscontri della polizia, il fenomeno dell'illegalità digitale sta crescendo notevolmente. Il numero di arresti di cybertruffatori, infatti, è cresciuto nel corso dell'ultimo anno del 51,9%, con 3.161 casi.
Le sole frodi online - correlate alle vendite e alle aste - si sono triplicate in due anni: gli arresti in questo segmento hanno raggiunto quota 1.408. Nello specifico, il reato online più comune è proprio rappresentato dalle frodi, con una share del 45%. La pornografia e la prostituzione sono rimaste stabili al 10,2; gli accessi illegali a sistemi informativi altrui, invece, sono in crescita e gli arresti di cracker e affini hanno ormai raggiunto l'8,8% degli arresti complessivi del "settore".
Nel 2005 le frodi più comuni hanno riguardato sia il furto di informazioni, basato perloppiù su spyware, che la vendita online di prodotti fake attraverso i circuiti di aste.
Gli esperti del settore sono convinti che gli arresti effettuati dalle forze di polizia, però, non permettano di delineare con precisione il fenomeno. Alcuni, infatti, sostengono che il numero di cybercrimini commessi sia di molte volte superiore rispetto alle stime e che una buona parte non venga individuato.
La polizia ha confermato che sicuramente vi è una disparità fra il numero di crimini commessi e il numero di denunce. Certo è che i giapponesi si sono rivolti alle forze dell'ordine - per reati digitali - 84 mila volte nel 2005, otto volte in più rispetto agli ultimi cinque anni. Insomma, la questione inizia ad essere delicata, e la prima reazione istituzionale è stata quella di creare un'unità speciale composta da cybercop, agenti specializzati contro il crimine informatico. Allo stesso tempo l'impegno per educare i cittadini al corretto uso degli strumenti informatici è stato implementato con un ingente investimento economico.
L'unica nota positiva proviene dalla leggerissima diminuzione dei crimini riguardanti gli appuntamenti galanti online che poi si trasformano in sesso a pagamento o in casi di violenza. Rispetto al 2004 è stato registrato un caso in meno - il totale è passato dai 1.582 a 1.581 - e sebbene non possa essere considerato un grandissimo risultato, la polizia è convinta che si tratti del preludio dell'inversione di tendenza. Tanto più che il fenomeno della prostituzione minorile collegata agli appuntamenti ha registrato un calo del 12% rispetto al 2005. Un buon risultato che però è stato accompagnato dall'aumento del consumo di pornografia infantile, con un +153% dei casi nel corso dell'ultimo anno.
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su Mainichi Shinbun del 19/09/2006
su The Japan Times del 16/08/2006
su Yomiuri Shimbun del 11/07/2006