Da La Repubblica del 22/05/2006
Originale su http://lavoro.repubblica.it/lavoro/index.jsp?s=notizie&idContent=1...
Con l’orario flessibile, più felici sul lavoro
Indagine di Eurofound su 21 mila imprese europee: migliora la soddisfazione per il lavoro tra i dipendenti delle aziende con accordi di orario flessibile. Ma l’Italia è fanalino di coda e sono ancora poche le aziende che hanno introdotto la "banca delle ore". Avanti Svezia, Finlandia e Regno Unito.
di Federico Pace
Se l’orario non è fisso, chi lavora ci guadagna. In benessere, salute e soddisfazione. Sono proprio loro, i lavoratori con l'orario senza limiti, quelli che riescono a trarre maggiore appagamento dal proprio impiego. A pensarlo non sono più solo i dipendenti ma anche chi le azienda è chiamato a guidarle.
Secondo l’indagine “Working time and work-life balance in European companies”, appena pubblicata da Eurofound, il 61 per cento dei manager di quelle strutture dove si praticano i moderni modelli organizzativi dice che i dipendenti sono ora molto più soddisfatti del lavoro che fanno.
La ricerca di Eurofound, la fondazione della Commissione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, è stata realizzata coinvolgendo oltre 21 mila aziende tra la fine del 2004 e la primavera del 2005.
Ma non cresce solo la soddisfazione sul lavoro, l'introduzione dei vari strumenti di flessibilità dell'orario permette ai dipendenti di adattarsi meglio ai picchi produttivi. Senza più soffrire per gli staordinari che altrimenti non riescono mai ad essere "recuperati" se non grazie a concessioni dal sapore paternalistico. I responsabili aziendali hanno anche detto che così sono riusciti a ridurre il fenomeno dell’assenteismo. Inoltre, tanto più la flessiblità è "spinta" tanto più si notano i benefici.
Forse è anche per questo che aumenta il numero di imprese che stanno andando verso orari sempre meno rigidi. In Europa un'azienda su due ha siglato contratti che prevedono modalità flessibili di organizzazione dei tempi di lavoro. Ma non sempre c'è omogeneità nei diversi paesi. Inoltre c'è chi adotta soluzioni a bassa flessiblità e chi invece privilegia formule più pervasive.
C’è chi permette di entrare e uscire dagli uffici a "orari mobili", chi dà la possibilità ai dipendenti di accumulare ritardi e straordinari in una "banca delle ore". E ci sono aziende dove è possibile prendersi lunghi periodi di riposo in modo da compensare i crediti “di tempo” accumulati durante il lavoro.
Il mondo delle aziende si trasforma, ma in Italia c’è ancora molto da fare. Poche sono ancora le aziende che hanno adottato la "banca delle ore" e gli accordi, laddove siglati, privilegiano formule blande di flessibilità d'orario, come la possiblità di entrare e uscire ad orari "mobili" (vedi tabella: http://lavoro.repubblica.it/lavoro/index.jsp?s=dos...).
In Svezia e in Finlandia le imprese sono molto più innovative e tra il 20 e il 30 per cento permettono di utilizzare le ore accumulate per usufruire di agognati lunghi periodi di riposo.
Quanto alle aree di attività, è soprattutto nelle aziende nel settore dei servizi che gli orari sono meno rigidi mentre è il settore delle costruzioni quello dove il tempo flessibile è meno applicato.
Secondo l’indagine “Working time and work-life balance in European companies”, appena pubblicata da Eurofound, il 61 per cento dei manager di quelle strutture dove si praticano i moderni modelli organizzativi dice che i dipendenti sono ora molto più soddisfatti del lavoro che fanno.
La ricerca di Eurofound, la fondazione della Commissione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, è stata realizzata coinvolgendo oltre 21 mila aziende tra la fine del 2004 e la primavera del 2005.
Ma non cresce solo la soddisfazione sul lavoro, l'introduzione dei vari strumenti di flessibilità dell'orario permette ai dipendenti di adattarsi meglio ai picchi produttivi. Senza più soffrire per gli staordinari che altrimenti non riescono mai ad essere "recuperati" se non grazie a concessioni dal sapore paternalistico. I responsabili aziendali hanno anche detto che così sono riusciti a ridurre il fenomeno dell’assenteismo. Inoltre, tanto più la flessiblità è "spinta" tanto più si notano i benefici.
Forse è anche per questo che aumenta il numero di imprese che stanno andando verso orari sempre meno rigidi. In Europa un'azienda su due ha siglato contratti che prevedono modalità flessibili di organizzazione dei tempi di lavoro. Ma non sempre c'è omogeneità nei diversi paesi. Inoltre c'è chi adotta soluzioni a bassa flessiblità e chi invece privilegia formule più pervasive.
C’è chi permette di entrare e uscire dagli uffici a "orari mobili", chi dà la possibilità ai dipendenti di accumulare ritardi e straordinari in una "banca delle ore". E ci sono aziende dove è possibile prendersi lunghi periodi di riposo in modo da compensare i crediti “di tempo” accumulati durante il lavoro.
Il mondo delle aziende si trasforma, ma in Italia c’è ancora molto da fare. Poche sono ancora le aziende che hanno adottato la "banca delle ore" e gli accordi, laddove siglati, privilegiano formule blande di flessibilità d'orario, come la possiblità di entrare e uscire ad orari "mobili" (vedi tabella: http://lavoro.repubblica.it/lavoro/index.jsp?s=dos...).
In Svezia e in Finlandia le imprese sono molto più innovative e tra il 20 e il 30 per cento permettono di utilizzare le ore accumulate per usufruire di agognati lunghi periodi di riposo.
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