Da WEEK.it del 22/06/2006
Originale su http://www.weekit.it/index.php?option=com_content&task=view&id...
L’Italia non innova, non cresce, non spende in Ict
La spesa nazionale in informatica cresce dello 0,9% contro una media mondiale superiore al 5%. Lo rivela l'ultimo rapporto Assinform. Tra i malati più gravi la Pubblica amministrazione e le aziende con meno di 50 addetti
di Marco Gatti
I numeri, se li confrontiamo con l’andamento del mercato globale ma anche con i risultati degli altri Paesi europei, sono desolanti: la spesa italiana in Ict cresce poco (+2,3%, contro una media mondiale superiore al 6%) e l’informatica è un disastro (appena +0,9%, a fronte di un generale +5,4%: certo meglio dello 0,5% dello scorso anno e con la tiepida prospettiva di toccare un +1,2% a fine anno). I malati più gravi, incapaci di investire e innovare? La Pubblica amministrazione centrale ma soprattutto le imprese con meno di 50 addetti.
TRE BLACKOUT IN TRE ORE: «È LO SPECCHIO DEL PAESE»
C’è però una buona notizia: il grido di dolore si è levato per la prima volta in contemporanea da Milano e Roma di fronte a quasi mille persone, nel corso dell’annuale presentazione del Rapporto Assinform, e al cospetto di Luigi Nicolais, neoministro per le Riforme e l’Innovazione nella Pubblica Amministrazione, alla sua prima uscita pubblica.
La notizia è buona perché significa che cresce l’attenzione per un tema ancora considerato materia di nicchia riservata agli specialisti. Insomma, almeno industriali e politici stanno finalmente comprendendo che il Pil di un Paese è strettamente connesso con gli investimenti Ict, e lo stesso vale per quasi ogni tipologia e dimensione d’impresa: chi innova cresce mentre chi non sa farlo boccheggia e va fuori mercato.
Le buone notizie però finiscono qui: l’evento congiunto che ha visto collegate per tre ore le due principali sedi locali di Confindustria è stato turbato infatti da due lunghe interruzioni della videoconferenza. A Roma parlavano, a Milano non vedevamo né sentivamo nulla. E verso la fine, non appena il presidente di Aitech-Assinform, Ennio Lucarelli, scusandosi con Milano ha pronunciato la parola «blackout», la sala di Assolombarda è piombata nel buio. Risate amare, imbarazzi sul palco, frettolosa e mesta fine dell’evento a sala mezza vuota, mentre un analista commentava: «Ecco, lo specchio del Paese è questo...»
APERTURE E PROMESSE DI MINISTRO. QUALCUNA NON PROPRIO NUOVA
Blackout a parte, ecco quel che ha detto Nicolais, già assessore della Regione Campania, «l’unica ad avere un completo flusso documentale digitale, mentre cinque anni fa non c’erano nemmeno i computer», come ci tiene a rimarcare: «Con l’unione dei due ministeri siamo nelle condizioni ideali per ripartire: il governo precedente ha avviato una serie di attività interessanti ma noi dobbiamo completare il lavoro mettendo insieme i tasselli».
Da dove si parte? «Puntiamo a una carta d’identità digitale come documento unico con cui far tutto, compreso guidare l’auto».
Ottimo, anche se è l’identico impegno preso da Lucio Stanca cinque anni fa. Nessuno lo fa notare e nessuno chiede al ministro come pensa di riuscire dove ha fallito il suo predecessore, costretto a ripiegare poi sulla «carta dei servizi». Nicolais comunque evita riferimenti sui tempi del progetto, sui finanziamenti e sulla tecnologia di riconoscimento che verrà adottata.
Un’indicazione consolante però arriva: «Lavoreremo soprattutto sul backoffice e non su un bel portale. Nel frattempo creeremo un piano regolatore per la banda larga, proprio come si fa per le infrastrutture fisiche come strade e case».
Con un taglio del 39% degli investimenti It dell’amministrazione centrale previsto dalla Finanziaria 2006, è una scommessa dura. Non resta che attendere la Finanziaria che verrà e vedere dove si orienteranno i tagli e gli investimenti. Che speriamo mirati.
CLICCANDO
I numeri del Rapporto Assinform si scaricano liberamente da qui www.aitech-assinform.it
TRE BLACKOUT IN TRE ORE: «È LO SPECCHIO DEL PAESE»
C’è però una buona notizia: il grido di dolore si è levato per la prima volta in contemporanea da Milano e Roma di fronte a quasi mille persone, nel corso dell’annuale presentazione del Rapporto Assinform, e al cospetto di Luigi Nicolais, neoministro per le Riforme e l’Innovazione nella Pubblica Amministrazione, alla sua prima uscita pubblica.
La notizia è buona perché significa che cresce l’attenzione per un tema ancora considerato materia di nicchia riservata agli specialisti. Insomma, almeno industriali e politici stanno finalmente comprendendo che il Pil di un Paese è strettamente connesso con gli investimenti Ict, e lo stesso vale per quasi ogni tipologia e dimensione d’impresa: chi innova cresce mentre chi non sa farlo boccheggia e va fuori mercato.
Le buone notizie però finiscono qui: l’evento congiunto che ha visto collegate per tre ore le due principali sedi locali di Confindustria è stato turbato infatti da due lunghe interruzioni della videoconferenza. A Roma parlavano, a Milano non vedevamo né sentivamo nulla. E verso la fine, non appena il presidente di Aitech-Assinform, Ennio Lucarelli, scusandosi con Milano ha pronunciato la parola «blackout», la sala di Assolombarda è piombata nel buio. Risate amare, imbarazzi sul palco, frettolosa e mesta fine dell’evento a sala mezza vuota, mentre un analista commentava: «Ecco, lo specchio del Paese è questo...»
APERTURE E PROMESSE DI MINISTRO. QUALCUNA NON PROPRIO NUOVA
Blackout a parte, ecco quel che ha detto Nicolais, già assessore della Regione Campania, «l’unica ad avere un completo flusso documentale digitale, mentre cinque anni fa non c’erano nemmeno i computer», come ci tiene a rimarcare: «Con l’unione dei due ministeri siamo nelle condizioni ideali per ripartire: il governo precedente ha avviato una serie di attività interessanti ma noi dobbiamo completare il lavoro mettendo insieme i tasselli».
Da dove si parte? «Puntiamo a una carta d’identità digitale come documento unico con cui far tutto, compreso guidare l’auto».
Ottimo, anche se è l’identico impegno preso da Lucio Stanca cinque anni fa. Nessuno lo fa notare e nessuno chiede al ministro come pensa di riuscire dove ha fallito il suo predecessore, costretto a ripiegare poi sulla «carta dei servizi». Nicolais comunque evita riferimenti sui tempi del progetto, sui finanziamenti e sulla tecnologia di riconoscimento che verrà adottata.
Un’indicazione consolante però arriva: «Lavoreremo soprattutto sul backoffice e non su un bel portale. Nel frattempo creeremo un piano regolatore per la banda larga, proprio come si fa per le infrastrutture fisiche come strade e case».
Con un taglio del 39% degli investimenti It dell’amministrazione centrale previsto dalla Finanziaria 2006, è una scommessa dura. Non resta che attendere la Finanziaria che verrà e vedere dove si orienteranno i tagli e gli investimenti. Che speriamo mirati.
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