Da Il Manifesto del 28/07/2006
«Un'inchiesta su quelle armi»
di Antonio Massari
«Israele non aderisce al trattato di non proliferazione nucleare e al divieto di usare armi chimiche. Si propone di restare fuori dal diritto internazionale».
Esordisce così, il fisico Angelo Baracca, nella sala stampa di Villa Madama. Al suo fianco siede il missionario Alex Zanotelli, mentre ai giornalisti sono distribuiti dossier con fotografie raccapriccianti. Brandelli di carne. Immagini raccapriccianti che solo vagamente ricordano le sembianze di un corpo. «Quali armi possono averli ridotti così?». E' questa la domanda.
«Chiediamo un'indagine internazionale sull'uso delle armi israeliane in Libano», chiede infatti Zanotelli. «Dobbiamo capire cosa stia avvenendo, per ché sospettiamo che si tratti di armi sperimentali». E' soltanto la prima, delle richieste che Zanotelli mette sul tavolo. Tra i presenti c'è un bel pezzo di Rifondazione comunista: Lidia Menapace, Gigi Malabarba, Giovanni Russo Spena. Ed è proprio quest'ultimo, capogruppo dei senatori del Prc al senato, che più tardi assicura: «Promuoveremo un'inchiesta sui raid israeliani: chiederemo di verificare se utilizzano armi proibite oppure no».
Intanto Zanotelli prosegue. Menziona la testimonianza di medici belgi, che dicono di aver trovato, in Libano, otto vittime di armi chimiche. Spiega che «anche da Gaza giungono notizie di corpi straziati e deformati». E dice di aver chiesto un incontro con il premier israeliano Ehud Olmert, per avere spiegazioni. «C'è una difficoltà nel movimento pacifista - continua - perché non si riesce a a capire precisamente cosa fare per poter contrastare tutto questo». Ma fa capire che di certo, al più presto, il movimento qualcosa deciderà.
Nel frattempo non resta che rivolgersi alle istituzioni: «Chiediamo di bloccare la cooperazione militare italiana con Israele», continua Zanotelli, che sull'eventuale missione in Libano precisa: quot;sull'invio di truppe Nato, l'Italia abbia il coraggio di dire un «no» chiaro». «Siamo contrari all'invio di truppe Nato. Possiamo solo ipotizzare una missione Onu. Inoltre chiederemo che queste forze siano dispiegate anche a Gaza e in Cisgiordania. Solo a queste condizioni potremo accettare l'invio di truppe italiane. E lo dico anche a nome della segreteria nazionale del partito», replica Russo Spena. E infine Zanotelli lancia un appello all'istituzione che più lo riguarda: la chiesa. «Le armi chimiche o sperimentali devono diventare un tabù. Come l'atomica. La chiesa deve dichiarare che sono profondamente immorali». Ma il punto, conclude Baracca, è che di questi tempi anche l'atomica rischia di non essere un tabù.
Esordisce così, il fisico Angelo Baracca, nella sala stampa di Villa Madama. Al suo fianco siede il missionario Alex Zanotelli, mentre ai giornalisti sono distribuiti dossier con fotografie raccapriccianti. Brandelli di carne. Immagini raccapriccianti che solo vagamente ricordano le sembianze di un corpo. «Quali armi possono averli ridotti così?». E' questa la domanda.
«Chiediamo un'indagine internazionale sull'uso delle armi israeliane in Libano», chiede infatti Zanotelli. «Dobbiamo capire cosa stia avvenendo, per ché sospettiamo che si tratti di armi sperimentali». E' soltanto la prima, delle richieste che Zanotelli mette sul tavolo. Tra i presenti c'è un bel pezzo di Rifondazione comunista: Lidia Menapace, Gigi Malabarba, Giovanni Russo Spena. Ed è proprio quest'ultimo, capogruppo dei senatori del Prc al senato, che più tardi assicura: «Promuoveremo un'inchiesta sui raid israeliani: chiederemo di verificare se utilizzano armi proibite oppure no».
Intanto Zanotelli prosegue. Menziona la testimonianza di medici belgi, che dicono di aver trovato, in Libano, otto vittime di armi chimiche. Spiega che «anche da Gaza giungono notizie di corpi straziati e deformati». E dice di aver chiesto un incontro con il premier israeliano Ehud Olmert, per avere spiegazioni. «C'è una difficoltà nel movimento pacifista - continua - perché non si riesce a a capire precisamente cosa fare per poter contrastare tutto questo». Ma fa capire che di certo, al più presto, il movimento qualcosa deciderà.
Nel frattempo non resta che rivolgersi alle istituzioni: «Chiediamo di bloccare la cooperazione militare italiana con Israele», continua Zanotelli, che sull'eventuale missione in Libano precisa: quot;sull'invio di truppe Nato, l'Italia abbia il coraggio di dire un «no» chiaro». «Siamo contrari all'invio di truppe Nato. Possiamo solo ipotizzare una missione Onu. Inoltre chiederemo che queste forze siano dispiegate anche a Gaza e in Cisgiordania. Solo a queste condizioni potremo accettare l'invio di truppe italiane. E lo dico anche a nome della segreteria nazionale del partito», replica Russo Spena. E infine Zanotelli lancia un appello all'istituzione che più lo riguarda: la chiesa. «Le armi chimiche o sperimentali devono diventare un tabù. Come l'atomica. La chiesa deve dichiarare che sono profondamente immorali». Ma il punto, conclude Baracca, è che di questi tempi anche l'atomica rischia di non essere un tabù.
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