Da Magazin Start del 04/09/2006

Elezioni in BiH: 5 tabù elettorali

Si avvicinano le elezioni politiche e in un’inchiesta “Start” rivela a quali domande i partiti politici preferiscono non rispondere. Dalla legalizzazione delle droghe leggere, alla pena di morte. Dai matrimoni omosessuali alla legalizzazione della prostituzione

1. Legalizzazione delle droghe leggere
2. Pena di morte
3. Legalizzazione della prostituzione
4. Rapporto verso la comunità queer
5. Legalizzazione dei matrimoni dello stesso sesso


Ai partiti politici abbiamo posto delle domande su argomenti che non si trovano nei loro programmi di elettorali. La questione della legalizzazione delle droghe leggere, della prostituzione e dei matrimoni omosessuali sono per loro ancora un tabù. I partiti giustificano le risposte conservatrici con la fede, la cultura e la tradizione.

“Cosa? Di cosa si tratta?", ci hanno risposto Mirko Blagojevic, membro del "Partito radicale serbo Dott. Vojislav Seselj", e Slobodan Negradic del "Partito del progresso democratico" alla domanda sul rapporto dei loro partiti verso la comunità queer.

E mentre in Europa si tengono aspri dibattiti sul consenso legale per i matrimoni omosessuali, si cercano le soluzioni per combattere la prostituzione illegale e si migliorano i rapporti con le comunità queer, i nostri partiti generalmente non sanno nemmeno cosa significhi "queer".

“Appoggiamo le associazioni che si occupano dei malati di AIDS e la lotta che conducono a favore dei diritti umani, per l'integrazione. Associazioni che educano i propri membri sul modo in cui la malattia viene diffusa, per non minacciare i diritti di altre persone”, così spiegano il loro rapporto verso la comunità queer quelli del Partito dell'azione democratica (SDA).

Nonostante abbiano mostrato un’ottima conoscenza del termine queer e la collaborazione con associazioni queer, il Partito liberale democratico (LDS) non ha una propria posizione verso questa comunità e nemmeno verso la legalizzazione dei matrimoni omosessuali.


IL SESSO BALCANICO CONTADINESCO

“La prostituzione è qualcosa simile all’ingresso nell’Unione europea. E' molto difficile sottoporre ad alcune regole il sesso balcanico contadinesco”- spiega Rajko Vasic della Lega dei socialdemocratici indipendenti. Egli afferma che in BiH non esistono ancora delle condizioni per occuparsi legalmente di prostituzione, ma appoggia la legalizzazione della prostituzione. “Appena ci saranno condizioni adeguate, bisognerebbe legalizzare la prostituzione.” Anche il partito “Con il lavoro verso il miglioramento” è per la legalizzazione della prostituzione: “In questo modo, di questi tempi in cui sono aumento i malati dell'AIDS e le malattie veneree, le persone che si prostituiscono e naturalmente i loro clienti si proteggerebbero meglio, e in questo modo probabilmente si sradicherebbe anche la prostituzione dei minori, o almeno diminuirebbe”.

Gli altri partiti, che hanno una loro posizione su queste questioni, sono in modo categorico contro la legalizzazione della prostituzione. Le risposte più frequenti sono che ciò non corrisponde "alla nostra cultura, alla nostra religione e alla nostra tradizione".

Le stesse argomentazioni vengono date in difesa dell’unione matrimoniale classica. Il matrimonio di due persone dello stesso sesso non viene preso in considerazione: “Quello non è matrimonio. E' un'unione civile”, secondo l’opinione dei Radicali.

La questione dei matrimoni omosessuali è molto attuale negli ultimi anni nell'Unione europea. Nonostante tutti i partiti dicano di essere in grado di portare la BiH nell’UE, la maggior parte di loro non ha una posizione o non osa esprimere la propria posizione verso i matrimoni omosessuali, oppure sono assolutamente contrari a permettere di contrarre matrimonio a persone dello stesso sesso. Il partito “Col lavoro verso il miglioramento” permette la libera scelta sessuale, ma non il matrimonio: “Nel nostro Programma di partito in modo decisivo c'è scritto ‘Nessuno di noi è in grado di determinare in che modo nascerà’. Noi sosteniamo che tutte le persone siano uguali e che tutti abbiano il diritto alla libertà di scelta e noi non neghiamo questa libertà. Non siamo però per la legalizzazione dei matrimoni omosessuali, perché ciò apre troppe questioni legate all'educazione dei bambini, al rispetto dei principi religiosi e tradizionali ecc”.

Sono proprio la tradizione e la religione le motivazioni più frequenti che i partiti oppongono ai matrimoni omosessuali. Il Partito dell’unione democratica croata (HDZ) si oppone a qualsiasi discriminazione, ma non è a favore dei matrimoni omosessuali: “Non si può accettare di rendere uguali le unioni matrimoniali a quelle omosessuali. Non possiamo accettare la ridefinizione del matrimonio, che è un'unione fra un uomo e una donna.”


NO ALLA DROGA

I partiti della BiH hanno posizioni salde e uguali rispetto alla legalizzazione delle droghe leggere: sono assolutamente contrari.

“La società della BiH soffre di una sindrome traumatica del dopo guerra e quando questa viene mescolata alle droghe leggere si arriva ad una situazione molto pericolosa per la società bosniaco erzegovese”, afferma Ismet Salkic, segretario generale del Movimento per i cambiamenti. Il Partito dell'azione democratica si oppone all'uso legale delle droghe leggere perché come partito politico lotta contro la dipendenza, e le malattie della dipendenza iniziano con la dipendenza dal tabacco, dall’alcol e con la dipendenza dalle droghe leggere. La legalizzazione delle droghe leggere non è mai stato un tema di discussione in nessuna istituzione statale, e non si trova nemmeno nel programma elettorale di qualche partito.

“In questo stato abbiamo problemi più grossi di questi e non credo che queste questioni arriveranno all’ordine del giorno degli organi statali”- dice Lamija Tanovic del LDS.


PENA DI MORTE

La Costituzione di Dayton e le convenzioni internazionali hanno tolto la pena di morte, che era in vigore come tipo di pena nella ex Jugoslavia. A causa della disarmonia della Costituzione delle Entità con quella dello stato, nella Costituzione della Republika Srpska esiste ancora la pena di morte, ma nessuno è mai stato condannato alla pena di morte. Vasic del SNSD crede che non serva la pena di morte: “Nell’ultimo periodo in Bosnia ed Erzegovina non vi sono stati crimini gravi, ed è una buona cosa. Non ci sono crimini che richiederebbero la pena di morte”.

La cosa interessante è che i partiti costruiscono la loro posizione rispetto alla pena di morte sul fatto che l'abolizione della pena di morte è la tendenza che vige in Europa. Molti partiti hanno trovato nella fede la semplice soluzione alla questione sulla pena di morte.

“L'insegnamento della chiesa si oppone alla pena di morte, con l’abolizione della pena di morte viene sviluppato il senso di un assoluto rispetto della vita. Siamo consapevoli che si debba assicurare la giustizia e che bisogna proteggere la società, ma nonostante la gravità del crimine la persona rimane un figlio di Dio e come tale bisogna rispettarla. La fede cristiana crede che l’uomo possa sempre cambiare”, è la posizione ufficiale dell’Unione democratica croata.

E' certo che la Bosnia ed Erzegovina si trova ancora lontana da una discussione pubblica e parlamentare su queste questioni delicate. Nagradic del PDP crede che certe posizioni dei partiti non verrebbero mantenute in una discussione pubblica: “La politica non si sviluppa sotto la campana di vetro. Esistono le posizioni dei partiti che vengono espresse da certi individui oppure esistono nei programmi dei partiti. Naturalmente non è lo stesso parlare adesso e parlare davanti alle telecamere, quando è il momento di votare. Se questo processo dovesse iniziare, certamente durerà parecchio tempo”.


I PARTITI NON RISPONDONO

Con simili problemi e posizioni ha fatto i conti anche l'Associazione Q che si occupa di promuovere e di proteggere la cultura, l'identità e i diritti umani delle persone queer.

Nell’agosto di quest'anno l’associazione ha iniziato una ricerca sul grado di conoscenza dei partiti politici rispetto alla terminologia della comunità queer, alla comunità queer in generale e quali sono le loro posizioni rispetto a questa parte della cittadinanza. I risultati preliminari sono disastrosi. Non perché i partiti sappiano poco della comunità queer o perché abbiano una posizione negativa verso di loro, ma per il fatto che solo tre partiti hanno risposto a questa ricerca, HDZ, LDS e HDZ 1990.

Svetlana Djurkovic dell'Associazione Q non è sorpresa di questi risultati. Djurokovic sottolinea che l’Associazione da alcuni anni lotta per la regolarizzazione legislativa dei diritti delle persone queer:

“Siamo consapevoli che la promulgazione di leggi che proteggono i diritti delle persone queer abbia un andamento lento. I nostri politici e il governo promuovono i diritti dei popoli e non i diritti delle persone. I nostri politici hanno dei pregiudizi verso le persone queer”.

Il diritto alla scelta dell'orientamento sessuale è garantito dalla Legge sull’uguaglianza dei sessi, che in modo poco chiaro ma ampio dice che ciascuno ha il diritto di scegliere il proprio orientamento sessuale e che non deve essere discriminato per la scelta che ha fatto.

“Da noi il problema maggiore è che non vengono rispettate le convenzioni internazionali piuttosto che il fatto di non aver ancora regolato i diritti delle persone queer. Noi chiediamo soltanto che le convenzioni internazionali, che la Bosnia ed Erzegovina ha firmato, vengano rispettate”, sottolinea Djurkovic.

Il fatto che vi sia un numero sempre più ampio di partiti "queer" in Europa, e a breve anche uno in Croazia, non hanno spinto i membri dell’Associazione Q a trasformarsi da associazione in partito politico. Djurkovic crede che un partito politico serio debba occuparsi di tutti i diritti umani e non solo di alcuni. È contraria alla pena di morte e al posto della pena propone la riabilitazione. Secondo lei il vero problema della legalizzazione della prostituzione sta nel confondere il traffico delle persone e la prostituzione: “Sono contraria al traffico delle persone e allo sfruttamento. Credo che si debbano proteggere le prostitute”.
Annotazioni − Pubblicato su "Osservatorio sui Balcani" il 21/09/2006
http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/6137/1/51/

Traduzione di Ivana Telebak

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