Da La Stampa del 04/09/2006
Originale su http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200609articoli/10...

Parigi sta pensando anche a un codice ambientale da rispettare per le strutture pubbliche

Quando la casa consuma meno

In Francia sconto fiscale per l’edilizia ecologica. In Italia ancora nessun aiuto

di Antonella Mariotti

A Sydney c’è una casa tutta di cartone riciclato: dalle pareti ai mobili. Poco più che un monolocale, ma può essere smontato e ricostruito - riciclando i materiali - fino a sette volte. E’ l’ecologismo «estremo» nel campo dell’edilizia sostenibile, da questa parte dell’emisfero i Paesi nordici (Svezia e Norvegia) sono all’avanguardia del settore, con case che risparmiano fino all’ottanta per cento di energia, e non contengono sostanze inquinanti. Seguono Austria e Germania, dove si usano più pannelli solari che nel Sud del mondo.

Ma la gara al governo più pronto a sostenere le «eco-case» la sta vincendo Parigi: dove, se costruisci a risparmio energetico, le spese le puoi detrarre dalle tasse, fino al 50%. E Oltralpe sono pronti a spingersi più in là, come spiega Alain Lusardi, di Federabitazione - Confcooperative, responsabile in Italia del progetto She (Sustainable housing in Europe): «La Francia con i crediti di imposta ha fatto un grande passo che speriamo sia seguito anche dal governo italiano. E sempre a Parigi in questi giorni si sta discutendo un codice per i lavori pubblici, che obblighi gli enti a utilizzare materiali ecologici».

Di sgravi fiscali come quelli di Parigi è stato discusso anche in Commissione Bilancio. Il senatore dei Verdi, Natale Ripamonti ha chiesto che «Lo sconto del 36% sull’Irpef relativo alle spese per le ristrutturazioni edilizie possa essere esteso al 50% per gli interventi che comportano un significativo abbassamento dei consumi energetici degli edifici». «Da anni chiediamo al governo di intervenire in questo senso. Si dovrebbe fare un elenco dei lavori da incentivare con sgravi fiscali» spiega Roberto Ballarotto, uno degli ingegneri che per primo è stato coinvolto nel progetto She. «Oggi c’è una grande attenzione economica al risparmio energetico - dice ancora Ballarotto - anche se non è utile rincorrere solo la questione energetica.

La riduzioni di emissioni, voluta dall’accordo di Kyoto, viene affidata tutta alle imprese che producono energia elettrica, mentre gli incentivi all’edilizia abitativa darebbero un grosso aiuto a ridurre la Co2». In Italia le facilitazioni per chi costruisce ecologico sono affidate agli enti locali, Comuni, Province e Regioni: dai finanziamenti per impianti fotovoltaici in Piemonte alla riduzione per gli oneri di urbanizzazione di Pesaro. «Il problema - sostiene Lusardi - è che non esiste un quadro unificato. Due anni fa alla convention She fu presentata un’indagine. Il quadro che ne emerse non era entusiasmante ma i segnali erano buoni. L’allora ministro dell’Ambiente Matteoli si era detto disponibile ad aprire un tavolo di lavoro sulla casa ecologica.

Un osservatorio per rivedere i modi di progettare, seminari sui materiali, il conteggio su quante sono le abitazioni ‘’sostenibili’’. Ora aspettiamo le iniziative di questo governo». Qualcosa comunque si sta facendo, ci sono interi condomini, anche di edilizia popolare (come a Milano), costruiti con criteri «sostenibili», in piccole città, come Alessandria, una nuova palestra ha la caldaia a compensazione (dal camino esce solo vapore acqueo) e alle pareti degli spogliatoi la vernice con la luce reagisce e combatte le muffe e l’umidità.

«L’obiettivo è arrivare alla classificazione delle case come si fa con gli elettrodomestici - conclude Lusardi -. Insomma quando compriamo un frigorifero o un’automobile guardiamo subito quando consuma, perché non dovremmo farlo con la casa?».

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