Da La Repubblica del 10/12/2003
Originale su http://www.repubblica.it/2003/j/sezioni/esteri/costeuropea/aznar/aznar...
Il premier spagnolo all'attaco dopo che Frattini ha presentato la bozza finale del Trattato, senza concessioni a Madrid
Europa, Aznar contro l'Italia
di Marco Marozzi
BRUXELLES - Aznar attacca Berlusconi. Franco Frattini risponde per le rime. Sul round decisivo della Costituzione europea si spalanca lo scenario di uno scontro fra Spagna ed Italia, due paesi governati dal centrodestra, con il premier italiano che è stato anche testimone di nozze della figlia del collega di Madrid. In gioco però stavolta ci sono non amicizie personali ma equilibri di potere delicatissimi nell'Unione del futuro. E nessuno pare cedere: ieri il ministro degli Esteri italiano ha presentato l'ultima bozza costituzionale e non vi è - come annunciato - nessuna concessione alla Spagna e alla Polonia, che chiedono più favorevoli meccanismi di voto nei Consigli dei governi Ue.
E' "responsabilità della presidenza italiana", ha accusato Josè Maria Aznar da Mararrakech, se non si è finora raggiunto (e se non si raggiungerà) un accordo sul Trattato dell'Europa a 25 paesi. "Come la presidenza italiana sa - ha detto il premier spagnolo - nelle circostanze attuali un accordo non è possibile. O Roma ha rinunciato ad ottenerlo, o pensa che debbano essere altre le vie da utilizzare per arrivare ad una soluzione. E senza la presidenza italiana". E' un attacco aperto a chi ha guidato le trattative, il governo italiano è accusato di non accettare "un compromesso soddisfacente" a cui Madrid di dice disponibile. "O non l'ha considerato conveniente o la presidenza ha rinunciato a ottenere un accordo. Io non lo so", ha martellato Aznar.
Parole non scelte a caso, mentre il ministero degli Esteri spagnolo diffondeva a Bruxelles un documento di sei cartelle per sostenere le proprie posizioni e dipingeva - in caso di mancato accoglimento delle proprie tesi - un Consiglio dei governi Ue dominato da Germania, Francia, Italia e una Gran Bretagna che pur appoggia Madrid e Varsavia. E' una battaglia tattica in cui ognuno tende al massimo la corda, stringe alleanze e mostra i muscoli, per arrivare al rush finale - il vertice che si apre venerdì a Bruxelles - con più carte da patteggiare.
Il ministro Frattini pare deciso ad accettare la sfida. Ripete che l'Italia "non accetterà un compromesso al ribasso", né ora che presiede la Ue, né - di fronte alle attese di Spagna, Polonia e la stessa Gran Bretagna - in un futuro da "stato membro". E tende la mano a Francia e Germania e alla possibilità che, se la Costituzione slitta nel tempo, si formi attorno a loro "un nocciolo duro" di paesi decisi comunque ad andare avanti. "Gli amici francesi e tedeschi - ha dichiarato a Bruxelles - non hanno dato un avvertimento velato, ma raffigurato una tragica realtà. Io ho detto che non avere una Costituzione sarebbe un fallimento dell'ideale europeo. Quindi ci sono andato vicino".
"Come presidenza - ha insistito - stiamo facendo ogni sforzo per arrivare venerdì o sabato a decidere. Non avere una Costituzione significherebbe inevitabilmente condannare l'Europa all'incapacità di decidere, perché un'Unione a 25 con regole create per una comunità a sei paesi è un'Europa che non riesce a funzionare" .
La trattativa si annuncia tesissima. Ieri con le 70 pagine della sua bozza l'Italia ha cercato di spazzare il campo da contrasti meno duri e di lasciare aperte porte per mediazioni al vertice.
Ha offerto, ad esempio, il rispetto delle proprie "specificità" ai quattro paesi neutrali sulla clausola di "difesa reciproca". O ancora, ha prefigurato un meccanismo di compromesso fra Europarlamento e ministri economici sull'approvazione del bilancio. Nello stesso senso va la proposta (non scritta) ai piccoli paesi di mantenere un commissario a testa con diritto di voto fino al 2014. O la sanzione dell'"uguaglianza nei diritti", la dilatazione del voto a maggioranza in politica estera - cosa che non piace a Londra - e dei poteri del presidente della Commissione e del ministro degli Esteri, o il possibilismo sul numero degli eurodeputati. E sul riferimento alle radici cristiane, voluto dall'Italia con altri paesi cattolici tra cui Spagna e Polonia, la presidenza non chiude una porta pur difficilissima: "Spetterà ai capi di governo decidere", dice Frattini.
E' "responsabilità della presidenza italiana", ha accusato Josè Maria Aznar da Mararrakech, se non si è finora raggiunto (e se non si raggiungerà) un accordo sul Trattato dell'Europa a 25 paesi. "Come la presidenza italiana sa - ha detto il premier spagnolo - nelle circostanze attuali un accordo non è possibile. O Roma ha rinunciato ad ottenerlo, o pensa che debbano essere altre le vie da utilizzare per arrivare ad una soluzione. E senza la presidenza italiana". E' un attacco aperto a chi ha guidato le trattative, il governo italiano è accusato di non accettare "un compromesso soddisfacente" a cui Madrid di dice disponibile. "O non l'ha considerato conveniente o la presidenza ha rinunciato a ottenere un accordo. Io non lo so", ha martellato Aznar.
Parole non scelte a caso, mentre il ministero degli Esteri spagnolo diffondeva a Bruxelles un documento di sei cartelle per sostenere le proprie posizioni e dipingeva - in caso di mancato accoglimento delle proprie tesi - un Consiglio dei governi Ue dominato da Germania, Francia, Italia e una Gran Bretagna che pur appoggia Madrid e Varsavia. E' una battaglia tattica in cui ognuno tende al massimo la corda, stringe alleanze e mostra i muscoli, per arrivare al rush finale - il vertice che si apre venerdì a Bruxelles - con più carte da patteggiare.
Il ministro Frattini pare deciso ad accettare la sfida. Ripete che l'Italia "non accetterà un compromesso al ribasso", né ora che presiede la Ue, né - di fronte alle attese di Spagna, Polonia e la stessa Gran Bretagna - in un futuro da "stato membro". E tende la mano a Francia e Germania e alla possibilità che, se la Costituzione slitta nel tempo, si formi attorno a loro "un nocciolo duro" di paesi decisi comunque ad andare avanti. "Gli amici francesi e tedeschi - ha dichiarato a Bruxelles - non hanno dato un avvertimento velato, ma raffigurato una tragica realtà. Io ho detto che non avere una Costituzione sarebbe un fallimento dell'ideale europeo. Quindi ci sono andato vicino".
"Come presidenza - ha insistito - stiamo facendo ogni sforzo per arrivare venerdì o sabato a decidere. Non avere una Costituzione significherebbe inevitabilmente condannare l'Europa all'incapacità di decidere, perché un'Unione a 25 con regole create per una comunità a sei paesi è un'Europa che non riesce a funzionare" .
La trattativa si annuncia tesissima. Ieri con le 70 pagine della sua bozza l'Italia ha cercato di spazzare il campo da contrasti meno duri e di lasciare aperte porte per mediazioni al vertice.
Ha offerto, ad esempio, il rispetto delle proprie "specificità" ai quattro paesi neutrali sulla clausola di "difesa reciproca". O ancora, ha prefigurato un meccanismo di compromesso fra Europarlamento e ministri economici sull'approvazione del bilancio. Nello stesso senso va la proposta (non scritta) ai piccoli paesi di mantenere un commissario a testa con diritto di voto fino al 2014. O la sanzione dell'"uguaglianza nei diritti", la dilatazione del voto a maggioranza in politica estera - cosa che non piace a Londra - e dei poteri del presidente della Commissione e del ministro degli Esteri, o il possibilismo sul numero degli eurodeputati. E sul riferimento alle radici cristiane, voluto dall'Italia con altri paesi cattolici tra cui Spagna e Polonia, la presidenza non chiude una porta pur difficilissima: "Spetterà ai capi di governo decidere", dice Frattini.
Sullo stesso argomento
Articoli in archivio
Osservatorio
Unione Europea l’ennesimo anno cruciale
Troppe fasi «decisive», e spesso sterili, nella storia dell’Ue Che accadrà nel semestre irlandese, dopo quello italiano? Ritorna, e fa discutere, il tema delle «due velocità»
Unione Europea l’ennesimo anno cruciale
Troppe fasi «decisive», e spesso sterili, nella storia dell’Ue Che accadrà nel semestre irlandese, dopo quello italiano? Ritorna, e fa discutere, il tema delle «due velocità»
di Aldo Rizzo su La Stampa del 05/01/2004
di Barbara Spinelli su La Stampa del 19/09/2004
di Andrea Bonanni su La Repubblica del 27/03/2004