Da Corriere della Sera del 11/12/2003

Visto da Parigi

Francia e Usa, nuove tensioni ma niente strappi

Chirac accetta di incontrare James Baker, inviato speciale del presidente degli Stati Uniti

di Massimo Nava

PARIGI - E' probabilmente sbagliato parlare di nuova guerra diplomatica fra Francia e Stati Uniti dopo l'esclusione, per inaffidabilità, dagli appalti per la ricostruzione irachena. Sbagliato perché una nuova guerra presuppone la conclusione definitiva della precedente. Nella realtà, nonostante i segnali distensivi dopo la risoluzione dell'Onu e la conferenza di Madrid sugli aiuti, le divergenze fra Washington e Parigi sull'intervento militare in Iraq e sulla gestione del dopoguerra restano profonde, come lontane restano le posizioni su altri dossier internazionali. L'esclusione dalla torta della ricostruzione ci riporta alle pagelle sulla vecchia e nuova Europa di Rumsfeld e suona però come una punizione eccessiva, oltre che inattesa in questi termini, proprio perché le gravi difficoltà che gli americani incontrano sul terreno militare lasciavano prevedere il coinvolgimento anche dei Paesi che alla guerra si sono opposti. Proprio ieri sera, dopo una telefonata con Bush, il presidente Chirac ha accettato di incontrare l'inviato speciale della Casa Bianca, Baker.

L'argomento ricostruzione sarà al centro dei colloqui.

Ufficialmente, la Francia non vuole quindi alzare i toni e dare eccessivi significati ad una decisione che - si fa notare - esprime un'indicazione del Pentagono, nella persona del vice segretario alla difesa, Paul Wolfowitz, anche se più tardi ratificata dalla Casa Bianca. La reazione è quindi «tecnica» ed è affidata al portavoce del Quai d'Orsay, Hervé Ladsous, più o meno con gli stessi argomenti del collega tedesco: «Stiamo valutando la compatibilità di queste decisioni con il diritto internazionale della concorrenza, in stretto rapporto con i Paesi interessati e in particolare con l'Unione europea. Non vogliamo aggiungere altri commenti in questa fase di valutazione». La «compatibilità» fa riferimento alle norme del Wto, l'organizzazione mondiale del commercio. Ma è probabile che le regole del Wto non possano valere per la situazione irachena: formalmente, un Paese senza Stato, con un governo provvisorio e una forza d'occupazione, quella americana, intervenuta senza legittimità internazionale.

L'indicazione del Pentagono non mancherà di riaprire la polemica nell'opinione pubblica. Sia nei confronti dell'America, sia all'interno della Francia, negli ambienti economici e finanziari che hanno rimproverato alla coppia Chirac-de Villepin di aver portato alle estreme conseguenze il giudizio sull'illegalità della guerra irachena.

Sono di questi giorni peraltro altri motivi di scontro, sul piano giudiziario. L'affare Executive-Life - l'acquisto della società d'assicurazione da parte del Crédit lyonnais considerato illegale dalla giustizia americana - turba i sonni dei francesi per l'eventualità di un risarcimento miliardario. La magistratura francese, da parte sua, ha aperto un'inchiesta su un colossale appalto in Nigeria che coinvolge il vice presidente americano Dick Cheney, ex presidente della Halliburton, il gruppo più chiacchierato per la spartizione degli affari in Iraq.

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