Da Corriere della Sera del 31/01/2004
Gates, vincere con l’ideologia
di Franco Carlini
Il braccio di ferro tra Unione Europea e Microsoft è ancora in corso, anche se il tempo sta per finire e le indiscrezioni emerse in questi giorni a proposito della megamulta che il commissario Mario Monti si appresterebbe a comminare a Bill Gates fanno parte di questo finale di partita. Lasciandole filtrare la Commissione ha voluto lanciare un segnale alla Microsoft: «Vogliamo arrivare a un accordo, ma tu devi cedere qualcosa». Un patto è quanto entrambe le parti vorrebbero, ma ancora una volta la grande casa di software ne fa una questione ideologica prima che economica. L’ideologia sta nel ribadire il suo «diritto a innovare», arricchendo le sue piattaforme di ogni nuovo accessorio. L’altro ieri fu il browser per navigare in rete, contrapposto a Netscape, ieri il Media Player per ascoltare musica, così scalzando la Real Networks, domani sarà un motore di ricerca incorporato in Windows per annullare il primato di Google. Fornire ai clienti tutto ciò di cui possono avere bisogno sembrerebbe una posizione ragionevole, ma nella pratica le cose vanno diversamente. Si pensi al browser Internet Explorer: mentre tutti gli altri prodotti di Microsoft vengono continuamente rinnovati, migliorandone le prestazioni, a questo software la casa di Redmond non ha più dedicato risorse significative: l’innovazione si è fermata e le poche aziende indipendenti che ci provano (la norvegese Opera, per esempio) non raggiungono tutte insieme il 5% del mercato. Il guaio è che le cause legali per abuso di posizione dominante arrivano sempre dopo, quando l’abuso è stato commesso, poi si trascinano per anni e i rimedi non sono quasi mai in grado di incidere sul futuro, per garantire la concorrenzialità auspicata.
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