Da Corriere della Sera del 25/09/2004
Dopo il voto nei Länder dell’Est
Gli industriali tedeschi «Postcomunisti rischiosi più dei neonazisti»
Per Rogowski, leader della Bdi, gli investitori temono le «coalizioni rosse»
di Marika de Feo
FRANCOFORTE - «I neocomunisti tedeschi fanno più paura degli estremisti di destra», ha sostenuto ieri con tono provocatorio Michael Rogowski, presidente della potente associazione degli industriali Bdi, in un'intervista al quotidiano Freie Presse di Chemnitz, nella ex Germania Est, dove domenica scorsa, dalle elezioni per i Länder nel Brandeburgo e in Sassonia, erano emerse vincitrici le forze estreme di destra (Npd e di sinistra (Pds). E in risposta ai gridi di allarme lanciati nei giorni scorsi da chi sosteneva che le forze neonaziste costituissero un deterrente per gli investitori nei Länder orientali, Rogowski ha auspicato la vittoria delle destre. Non penso, ha sostenuto l'industriale tedesco a capo anche del consiglio di sorveglianza del colosso dell'impiantistica Voith, che «gli investitori si terranno lontani dalla ex Germania Est, solo perché l'Npd e il Dvu siederanno nei Parlamenti locali». Rogowski, invece, ha messo in guardia contro i neocomunisti, che stanno trattando «alla pari» nel Brandeburgo per formare una coalizione di governo con i socialdemocratici. Perché questo sì, che sarebbe «un segnale completamente sbagliato per gli investitori».
E, secondo l'industriale, il «migliore esempio» sarebbe costituito dalla coalizione «rossa» del Meclemburgo, con la Pds al governo, e che in questi anni non ha fatto nulla per migliorare il Land, che è rimasto uno dei più poveri della Germania ex socialista, con punte di disoccupazione del 18%. Di conseguenza, Rogowski si è chiesto «come sia possibile, che a quindici anni di distanza dalla riunificazione, ci siano ancora persone sempre convinte della necessità di sostenere un partito, come la Pds, che non sa dire altro che no». Da anni il presidente del Bdi parla senza peli sulla lingua, incoraggiando le riforme, protestando per le tasse societarie e contro le sovvenzioni, concesse dall'Ovest all'Est. Ma è una novità prenda una chiara posizione politica.
Nel frattempo, le dichiarazioni di Rogowski hanno suscitato un putiferio, e fra i primi a protestare è stato il presidente dei liberali Guido Westerwelle, ma la polemica è rimbalzata negli ambienti socialdemocratici, e il capo del governo del Meclemburgo Harald Ringstorff è sceso in campo, accusando l'industriale di «sminuire l'importanza dell'estremismo di destra».
E, secondo l'industriale, il «migliore esempio» sarebbe costituito dalla coalizione «rossa» del Meclemburgo, con la Pds al governo, e che in questi anni non ha fatto nulla per migliorare il Land, che è rimasto uno dei più poveri della Germania ex socialista, con punte di disoccupazione del 18%. Di conseguenza, Rogowski si è chiesto «come sia possibile, che a quindici anni di distanza dalla riunificazione, ci siano ancora persone sempre convinte della necessità di sostenere un partito, come la Pds, che non sa dire altro che no». Da anni il presidente del Bdi parla senza peli sulla lingua, incoraggiando le riforme, protestando per le tasse societarie e contro le sovvenzioni, concesse dall'Ovest all'Est. Ma è una novità prenda una chiara posizione politica.
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