Da Newsweek del 21/11/2005
Dalla causa del '25 al processo in corso in Pennsylvania tutti gli ostacoli per una teoria scomoda
Un secolo di polemiche tra scienza e religione
In Pennsylvania denunciato un istituto filo-creazionista
di William Lee Adams
Sin dalla pubblicazione dell'"Origine della specie" nel 1859, la teoria dell'evoluzione di Darwin ha portato scompiglio nelle classi scolastiche americane. Nel 1925, 15 stati presero in considerazione una proposta di legge mirante a interdire nelle scuole pubbliche l'insegnamento di tale teoria. In Tennessee, quello stesso anno, l'insegnante di liceo John Scopes fu giudicato colpevole - nel cosiddetto "Processo della Scimmia" - di aver insegnato l'evoluzione. A distanza di oltre 60 anni, nel 1987, la Corte Suprema sentenziò che la Legge sul Creazionismo della Louisiana, che promuoveva l'insegnamento del creazionismo nelle scuole statali, era anticostituzionale. Il dibattito che vede la scienza contrapporsi a Dio imperversa tuttora, spesso sotto l'apparenza del "disegno intelligente", una tesi secondo la quale gli organismi viventi sono talmente complessi che ai fini della loro esistenza deve essere necessariamente entrata in azione qualche entità sovrannaturale.
Un punto caldo dell'attuale diatriba è la cittadina di Dover, in Pennsylvania, dove l'anno scorso i genitori hanno fatto causa al consiglio scolastico per aver imposto agli insegnanti di leggere una precisazione di un minuto che metteva in luce i punti irrisolti della teoria dell'evoluzione e per aver esortato gli studenti a leggere il libro filo-creazionista intitolato "Of Pandas and People". Una sentenza sulla costituzionalità della decisione presa dal consiglio è attesa per l'inizio del prossimo anno.
Un'indecisione alquanto simile in relazione all'insegnamento dell'evoluzione si è registrata negli anni passati in Kansas: tre settimane fa il comitato statale di gestione delle scuole ha votato con 6 voti contro 4 di adottare nuovi standard scientifici che mettono in evidenza le lacune della teoria dell'evoluzione, lacune che la maggior parte degli scienziati liquida come non rilevanti. Sue Gamble, che fa parte del comitato, ha detto che la decisione ha inserito in modo alquanto inappropriato nel curriculum scolastico la religione. «La scienza non indaga le prove del sovrannaturale. D'altra parte quando si forniscono spiegazioni sovrannaturali, non si è più in presenza di scienza». La decisione anti-evoluzionista del Kansas non arriva del tutto inaspettata: nel 1999 le autorità statali avevano sbigottito la comunità scientifica eliminando dalle scuole qualsiasi riferimento alla teoria dell'evoluzione. Due anni dopo, allorché gli elettori estromisero dal comitato tutti i conservatori, quella decisione fu revocata. Ma con un'altra elezione, questa volta favorevole ai critici dell'evoluzionismo, si è ora verificata una rettifica della rettifica.
La stragrande maggioranza degli scienziati resta del tutto indifferente ai flussi e riflussi delle politiche locali. «L'evoluzione non è controversa nell'ambito scientifico bensì nell'ambito della sfera politica perché l'educazione pubblica è altamente politicizzata» ha affermato Eugenie Scott, direttore esecutivo del Centro Nazionale per l'educazione scientifica. Ma in un Paese nel quale l'80 per cento della popolazione crede che Dio abbia creato la Terra, senza alcun dubbio continueranno ancora a lungo le scaramucce tra i sostenitori dell'evoluzione e coloro che respingono l'idea che l'uomo abbia potuto raggiungere l'apice dell'albero della vita quasi per caso.
Un punto caldo dell'attuale diatriba è la cittadina di Dover, in Pennsylvania, dove l'anno scorso i genitori hanno fatto causa al consiglio scolastico per aver imposto agli insegnanti di leggere una precisazione di un minuto che metteva in luce i punti irrisolti della teoria dell'evoluzione e per aver esortato gli studenti a leggere il libro filo-creazionista intitolato "Of Pandas and People". Una sentenza sulla costituzionalità della decisione presa dal consiglio è attesa per l'inizio del prossimo anno.
Un'indecisione alquanto simile in relazione all'insegnamento dell'evoluzione si è registrata negli anni passati in Kansas: tre settimane fa il comitato statale di gestione delle scuole ha votato con 6 voti contro 4 di adottare nuovi standard scientifici che mettono in evidenza le lacune della teoria dell'evoluzione, lacune che la maggior parte degli scienziati liquida come non rilevanti. Sue Gamble, che fa parte del comitato, ha detto che la decisione ha inserito in modo alquanto inappropriato nel curriculum scolastico la religione. «La scienza non indaga le prove del sovrannaturale. D'altra parte quando si forniscono spiegazioni sovrannaturali, non si è più in presenza di scienza». La decisione anti-evoluzionista del Kansas non arriva del tutto inaspettata: nel 1999 le autorità statali avevano sbigottito la comunità scientifica eliminando dalle scuole qualsiasi riferimento alla teoria dell'evoluzione. Due anni dopo, allorché gli elettori estromisero dal comitato tutti i conservatori, quella decisione fu revocata. Ma con un'altra elezione, questa volta favorevole ai critici dell'evoluzionismo, si è ora verificata una rettifica della rettifica.
La stragrande maggioranza degli scienziati resta del tutto indifferente ai flussi e riflussi delle politiche locali. «L'evoluzione non è controversa nell'ambito scientifico bensì nell'ambito della sfera politica perché l'educazione pubblica è altamente politicizzata» ha affermato Eugenie Scott, direttore esecutivo del Centro Nazionale per l'educazione scientifica. Ma in un Paese nel quale l'80 per cento della popolazione crede che Dio abbia creato la Terra, senza alcun dubbio continueranno ancora a lungo le scaramucce tra i sostenitori dell'evoluzione e coloro che respingono l'idea che l'uomo abbia potuto raggiungere l'apice dell'albero della vita quasi per caso.
Annotazioni − Articolo pubblicato il 21/11/2005 su "la Repubblica". Traduzione di Anna Bissanti.
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