Da La Repubblica del 24/11/2005
Angela Merkel, la nuova Germania amici con Parigi, pace con gli Usa
di Andrea Tarquini
PARIGI - L'intesa speciale con la Francia resta centrale, ma rapporti tedesco-americani migliori e più stretti sono necessari e la Nato deve ritrovare il suo ruolo di alleanza politica. Con questi forti segnali, la Cancelliera Angela Merkel ha avuto ieri, appena entrata in carica, il suo debutto sulla scena internazionale. Non a caso, la ex «ragazza dell'Est» ha scelto Parigi e Bruxelles, l'alleato d'Oltre Reno e la sede di Nato e Ue, per la prima missione. Si muove sulle orme di Schroeder, ma insieme riporta la Germania sulla via di Adenauer e di Kohl: con Parigi al fianco, rispettando la sensibilità francese come raccomandava il fondatore della Bundesrepublik, vuole ricucire lo strappo inflitto dal no alla guerra in Iraq all'altro storico rapporto postbellico, quello con gli Stati Uniti.
Merkel appariva felice ed emozionata quando, alle 12,45, sotto un bel sole, è scesa dalla Peugeot 607 blindata nel cortile dell'Eliseo. Il tappeto rosso, la compagnia d'onore della Garde républicaine sull'attenti, il baciamano galante di Chirac, sono stati sfondo dell'esordio mondiale della prima Cancelliera. Il tandem franco-tedesco continua, ma con i nuovi accenti che lei aveva promesso. L'èra Schroeder, intese con Putin e sfide all'America decise dandosi del tu, appare passato. Merkel si mostra decisa a correggere tendenze a Direttori e sbilanciamenti anti-americani.
Chirac le ha porto «un benvenuto cordiale, caloroso, il più affettuoso». La Francia «è sensibile al gesto d'amicizia, all'onore di essere scelta come prima tappa». Con la stampa, solo lui ha parlato di «Asse». Per funzionare bene, ha detto, «questa Europa deve avere un asse franco-tedesco particolarmente solido». Non vogliamo imporre i nostri punti di vista agli altri, «ma l'esperienza prova che se non c'intendiamo l'Europa sarebbe come un'auto in avaria».
La Cancelliera ha ringraziato con calore, scegliendo anche concetti diversi. La visita «non è un rito, esprime la convinzione profonda che un rapporto franco-tedesco approfondito, amichevole, è non solo importante per i due paesi, ma necessario e utile per l'Europa». Ha definito «un miracolo, un evento storico, che abbiamo saputo abbandonare le guerre della Storia per rapporti stretti tra le élites e i popoli». Rapporti stretti e amichevoli, non un Asse.
I vertici a due saranno frequentissimi come prima: a dicembre Chirac verrà a Berlino. Il sì al modello sociale europeo è confermato, ma occorre riformarlo: «Le sfide della globalizzazione ci obbligano ad agire di concerto per l'Europa, le concezioni francesi e tedesche dell'economia sociale di mercato devono essere il motore di queste riflessioni». Ed ecco un altro tono nuovo: «Siamo coscienti delle nostre responsabilità comuni verso i nuovi membri dell'Unione europea, per dare loro certezze». Segnale alla Polonia che si è sentita scavalcata a vantaggio di Mosca.
In serata, incontrando a Bruxelles il segretario generale della Nato de Hoop Schaeffer, Merkel ha lanciato un appello al rafforzamento dei rapporti Germania-Usa. Ma esclude grandi concessioni: non si parla di inviare in Iraq istruttori tedeschi per le nuove forze armate. Al presidente della Commissione, Barroso, ha detto che «la Costituzione europea rimane necessaria», promettendo l'impegno tedesco per l'Europa. Stasera la Cancelliera sarà poche ore a Londra da Tony Blair, domani il ministro degli Esteri Steinmeier vedrà Fini a Roma, la settimana prossima tocca a Varsavia. L'offensiva diplomatica di "Angie" continua a passo di corsa.
Merkel appariva felice ed emozionata quando, alle 12,45, sotto un bel sole, è scesa dalla Peugeot 607 blindata nel cortile dell'Eliseo. Il tappeto rosso, la compagnia d'onore della Garde républicaine sull'attenti, il baciamano galante di Chirac, sono stati sfondo dell'esordio mondiale della prima Cancelliera. Il tandem franco-tedesco continua, ma con i nuovi accenti che lei aveva promesso. L'èra Schroeder, intese con Putin e sfide all'America decise dandosi del tu, appare passato. Merkel si mostra decisa a correggere tendenze a Direttori e sbilanciamenti anti-americani.
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La Cancelliera ha ringraziato con calore, scegliendo anche concetti diversi. La visita «non è un rito, esprime la convinzione profonda che un rapporto franco-tedesco approfondito, amichevole, è non solo importante per i due paesi, ma necessario e utile per l'Europa». Ha definito «un miracolo, un evento storico, che abbiamo saputo abbandonare le guerre della Storia per rapporti stretti tra le élites e i popoli». Rapporti stretti e amichevoli, non un Asse.
I vertici a due saranno frequentissimi come prima: a dicembre Chirac verrà a Berlino. Il sì al modello sociale europeo è confermato, ma occorre riformarlo: «Le sfide della globalizzazione ci obbligano ad agire di concerto per l'Europa, le concezioni francesi e tedesche dell'economia sociale di mercato devono essere il motore di queste riflessioni». Ed ecco un altro tono nuovo: «Siamo coscienti delle nostre responsabilità comuni verso i nuovi membri dell'Unione europea, per dare loro certezze». Segnale alla Polonia che si è sentita scavalcata a vantaggio di Mosca.
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