Da Punto Informatico del 21/12/2005
Originale su http://www.punto-informatico.it/p.asp?i=56966
DTT solo nel 2012? È tempesta
L'Unione annuncia un esposto all'Antitrust: Berlusconi sulla questione decoder avrebbe favorito il fratello - i consumatori annunciano un secondo esposto - Agcom diffida la RAI per inadempienze - la RAI: DTT nel 2012
Roma - Ore bollenti queste per la televisione digitale terrestre all'italiana. Ieri l'Unione ha annunciato alla Camera dei Deputati un esposto all'Antitrust sui fondi pubblici (10 milioni di euro) che la Finanziaria propone per l'acquisto dei decoder: andrebbero a favore di Paolo Berlusconi, fratello del premier L' è esposto appoggiato, tra gli altri, anche dai consumatori del Movimento difesa del Cittadino (MDC). Nelle stesse ore l'Autorità TLC ha annunciato una diffida alla RAI per inadempienze, ma la RAI non ci sta.
L'Unione, in una nota firmata da alcuni esponenti di spicco dei partiti dell'opposizione che la compongono, scrive: "Con la fiducia sulla legge finanziaria, l'on. Berlusconi si è assunto la responsabilità di atti governativi a favore anche del fratello". L'accusa viene da lontano: lo scorso novembre alcuni senatori avevano accusato il premier di aver finanziato con soldi pubblici l'acquisto di decoder prodotti da una società di suo fratello.
Nella nota, i deputati deplorano il ricorso alla fiducia per far approvare dalla Camera il maxiemendamento alla Finanziaria che comprende "contributi pubblici per l'acquisto dei decoder per il digitale terrestre, distribuiti e commercializzati in Italia anche da una società controllata dal signor Paolo Berlusconi, fratello del presidente del Consiglio dei ministri". Secondo i deputati, poiché la questione della fiducia non può essere posta senza l'assenso diretto del Presidente del Consiglio, "ne consegue che, nel porre la questione di fiducia su un maxiemendamento che, tra l'altro, comprendeva norme di favore per suo fratello, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è incorso nel conflitto di interessi".
Antonio Longo, presidente di MDC, ha annunciato che l'associazione presenterà un ulteriore esposto all'Antitrust sulla questione: "Già da oltre un anno MDC ha presentato all'Antitrust vari esposti sulla pubblicità ingannevole sul digitale terrestre ottenendo la condanna del Consorzio per il Digitale Terrestre (DGTVI) in cui sono presenti Mediaset, RAI e Telecom. MDC presenterà anche un altro esposto alla Corte dei conti per spreco di risorse pubbliche per fini e interessi privati".
Una polemica, quella innestata dall'Unione, che giunge nel momento più critico per il DTT italiano, dopoché nelle scorse settimane è stato deliberato il rinvio della data di transizione dall'analogico al digitale dal dicembre 2006 al dicembre 2008. E anche su questo fronte, ieri, sono giunte novità incandescenti.
Ieri, infatti, l'Autorità TLC ha diffidato la RAI perché non ha ancora dato vita ad un nuovo canale generalista sul DTT, senza pubblicità e pensato per attirare audience, come previsto dalla legge sulla televisione e come già richiesto dall'Autorità. Secondo il presidente dell'autorità garante, Corrado Calabrò, è necessario "uscire dal guado della trasmissione dei programmi televisivi simultaneamente nell'attuale tecnica analogica e nella nuova modalità digitale". A suo dire, infatti, "è controproducente il prolungamento a tempo indeterminato dell'attuale fase di compresenza delle due tecniche trasmissive, dal momento che tale coesistenza fra tecnica analogica e modalità digitale crea inefficienze e inutili duplicazioni".
Le parole di Calabrò e la diffida hanno naturalmente spinto la RAI ad una reazione. Carlo Rognoni, consigliere di amministrazione della RAI, ha bocciato l'idea di un canale generalista definendola "un'operazione costosissima e non più attuale". "Varare un canale di questo tipo - ha dichiarato - aveva senso quando si pensava che il digitale terrestre sarebbe diventato operativo nel giro di due anni. Ora il governo ha allungato il termine per il passaggio alla nuova tecnologia a fine 2008, realisticamente si può immaginare che tale passaggio si realizzerà tra il 2012 e il 2015: ci si dia il tempo". Rognoni ha poi sottolineato: "Non si capisce perché dobbiamo realizzare questa rete oggi, per di più gratis, senza pubblicità, mentre Mediaset utilizza il digitale terrestre per fare soldi con la pay-per-view, perché dovremmo investire in una operazione costosissima, per di più senza che il governo ci abbia dato una lira in più per il canone".
Da parte sua Mediaset ha sostenuto invece, per bocca del direttore degli affari istituzionali Gina Nieri, che il 2008 è una scadenza possibile "in termini di fattibilità". Nieri ha anche colto l'occasione per sostenere che è l'Unione Europea "e non Silvio Berlusconi" ad aver chiesto ai governi di sostenere le nuove tecnologie: "La larga banda negli ultimi anni è stata costantemente finanziata e non mi pare che ci sia stato scandalo: se ne sono avvantaggiati i cittadini e indirettamente anche aziende come Telecom Italia e Wind che hanno investito in questo settore, come Mediaset ha investito sul digitale".
L'Unione, in una nota firmata da alcuni esponenti di spicco dei partiti dell'opposizione che la compongono, scrive: "Con la fiducia sulla legge finanziaria, l'on. Berlusconi si è assunto la responsabilità di atti governativi a favore anche del fratello". L'accusa viene da lontano: lo scorso novembre alcuni senatori avevano accusato il premier di aver finanziato con soldi pubblici l'acquisto di decoder prodotti da una società di suo fratello.
Nella nota, i deputati deplorano il ricorso alla fiducia per far approvare dalla Camera il maxiemendamento alla Finanziaria che comprende "contributi pubblici per l'acquisto dei decoder per il digitale terrestre, distribuiti e commercializzati in Italia anche da una società controllata dal signor Paolo Berlusconi, fratello del presidente del Consiglio dei ministri". Secondo i deputati, poiché la questione della fiducia non può essere posta senza l'assenso diretto del Presidente del Consiglio, "ne consegue che, nel porre la questione di fiducia su un maxiemendamento che, tra l'altro, comprendeva norme di favore per suo fratello, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è incorso nel conflitto di interessi".
Antonio Longo, presidente di MDC, ha annunciato che l'associazione presenterà un ulteriore esposto all'Antitrust sulla questione: "Già da oltre un anno MDC ha presentato all'Antitrust vari esposti sulla pubblicità ingannevole sul digitale terrestre ottenendo la condanna del Consorzio per il Digitale Terrestre (DGTVI) in cui sono presenti Mediaset, RAI e Telecom. MDC presenterà anche un altro esposto alla Corte dei conti per spreco di risorse pubbliche per fini e interessi privati".
Una polemica, quella innestata dall'Unione, che giunge nel momento più critico per il DTT italiano, dopoché nelle scorse settimane è stato deliberato il rinvio della data di transizione dall'analogico al digitale dal dicembre 2006 al dicembre 2008. E anche su questo fronte, ieri, sono giunte novità incandescenti.
Ieri, infatti, l'Autorità TLC ha diffidato la RAI perché non ha ancora dato vita ad un nuovo canale generalista sul DTT, senza pubblicità e pensato per attirare audience, come previsto dalla legge sulla televisione e come già richiesto dall'Autorità. Secondo il presidente dell'autorità garante, Corrado Calabrò, è necessario "uscire dal guado della trasmissione dei programmi televisivi simultaneamente nell'attuale tecnica analogica e nella nuova modalità digitale". A suo dire, infatti, "è controproducente il prolungamento a tempo indeterminato dell'attuale fase di compresenza delle due tecniche trasmissive, dal momento che tale coesistenza fra tecnica analogica e modalità digitale crea inefficienze e inutili duplicazioni".
Le parole di Calabrò e la diffida hanno naturalmente spinto la RAI ad una reazione. Carlo Rognoni, consigliere di amministrazione della RAI, ha bocciato l'idea di un canale generalista definendola "un'operazione costosissima e non più attuale". "Varare un canale di questo tipo - ha dichiarato - aveva senso quando si pensava che il digitale terrestre sarebbe diventato operativo nel giro di due anni. Ora il governo ha allungato il termine per il passaggio alla nuova tecnologia a fine 2008, realisticamente si può immaginare che tale passaggio si realizzerà tra il 2012 e il 2015: ci si dia il tempo". Rognoni ha poi sottolineato: "Non si capisce perché dobbiamo realizzare questa rete oggi, per di più gratis, senza pubblicità, mentre Mediaset utilizza il digitale terrestre per fare soldi con la pay-per-view, perché dovremmo investire in una operazione costosissima, per di più senza che il governo ci abbia dato una lira in più per il canone".
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