Da L'Opinione del 14/01/2006
Originale su http://www.opinione.it/pages.php?dir=naz&act=art&edi=5&id=...

Il nucleare torna ad essere politicamente corretto

A sinistra qualcuno ci ripensa, e vuole le centrali

di Elisa Borghi

Che sia a causa del caro bollette, dello spauracchio preso con la “guerra del gas”, della sete di energia, o della caduta di qualche pregiudizio, alla fine poco importa. La notizia vera è che il 2006 si è aperto con una novità sul fronte italiano dell’atomo: a 18 anni dal referendum che sancì la vittoria della politica verde e mise sotto naftalina o distrusse le nostre centrali, a sorpresa in questo inizio d’anno il nucleare torna ad essere considerato “politicamente corretta”, anche dalla coalizione di centrosinistra. O almeno da una parte di essa. Visto che a pronunciarsi a favore del rilancio della fusione è, per ora, soltanto l’ex ministro dell’Industria della Margherita Enrico Letta, mentre Prodi continua a tacere il suo pensiero in materia per non contrariare Verdi e Comunisti, che ribadiscono il loro “no” più assoluto anche a riconsiderare l’argomento. Altra novità di questo gennaio, è che a riproporre un tema scottante come quello dell’energia atomica, suscettibile di spaccare per l’ennesima volta un’Unione già dilaniata sul fronte ambientale dalla Tav, è “L’Espresso”. Che ha deciso di fare la parte del grillo parlante della sinistra proprio nel momento in cui l’Unione di tutto ha bisogno tranne che di grilli parlanti. Ma ormai il dado è tratto e il caso aperto.

E sulla copertina del settimanale fa bella mostra di sé un impianto atomico fumante, sotto al quale campeggia il titolo “Sorpasso atomico”, poi ripreso in un servizio interno in cui si snocciolano tutti i pregi dell’opzione nucleare. E si dà conto di un sondaggio, commissionato all’uopo alla società Swg e condotto su un campione di 700 persone, i cui esiti vengono così commentati dal settimanale: “Il 60% degli elettori di centro destra sono favorevoli a riconsiderare la scelta nucleare. Più timida l’opposizione dove la quota dei favorevoli scende al 46% (il 47% sono ancora contrari), ed è ulteriormente ridotta al 36% tra quelli che si definiscono elettori di sinistra e basta, ma si capisce che il pregiudizio ideologico “anti” a poco a poco sta franando”. Individuato nell’ala estrema dell’Unione lo zoccolo duro degli elettori i cui “pregiudizi ideologici” tardano a cadere, e messo il dito nella piaga delle differenze interne ai partiti della sinistra, l’Espresso enumera uno ad uno tutti pregi di questa politica energetica: il nucleare soddisfa i crescenti consumi di energia del paese a costi minori del petrolio, inquina meno degli idrocarburi contribuendo a contenere le emissioni atmosferiche, come previsto dal Protocollo di Kyoto.

Inoltre, pur avendo costi di costruzione più alti rispetto agli impianti a ciclo combinato, le centrali nucleari vivono il doppio, nel nostro paese sono già stati individuati i siti adatti ad ospitarle e, se ci fosse la volontà politica (quella dei cittadini, stando al sondaggio, c’è già), nel giro di cinque anni si potrebbero riavviare i reattori. Infine, l’industria si sta già muovendo a favore del nucleare ed anche la sicurezza delle centrali è aumentata rispetto agli anni passati, tanto che il vero problema della fissione a livello mondiale, oggi, non è più quello di un’eventuale fuoriuscita delle radiazioni ma il “decomissioning”, cioè lo smaltimento delle scorie. Problema non insormontabile per l’Italia, cui viene in soccorso la scelta del governo Berlusconi di aiutare Putin a smantellare i sommergibili sovietici. Favore strategico in cambio del quale nella vasta Siberia si potrebbe trovare un posticino anche per i nostri rifiuti atomici. “E così l’atomo sembrerà ancora più innocente”, chiosa il settimanale. Che sgancia nelle mani di Romano Prodi l’ennesima bomba che potrebbe mandare in pezzi la coalizione di centrosinistra. Uno scomodo ordigno che rischia di essere innescato dal fatto che i partiti dell’Unione, a parte il nome, in comune hanno ben poco.

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