Da Il Giornale del 22/02/2006
Originale su http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=66971

Usa, gli anestesisti dicono no e l’esecuzione viene rinviata

di Mariuccia Chiantaretto

Washington - Michael Angelo Morales, l'uomo di 46 anni condannato a morte per aver violentato e ucciso a colpi di martello e di pugnale 25 anni fa una ragazza di 17, Terri Winchell, vivrà un giorno in più. La sua esecuzione, prevista nel carcere di san Quintino, in California, alla mezzanotte di lunedì (le 9 di ieri mattina in Italia) è stata rinviata alle 19,30 di ieri (le 4,30 di questa mattina, ora italiana) perché i due medici incaricati di anestetizzarlo si sono rifiutati, adducendo motivazioni etiche, di eseguire l'ordine, che precede l'iniezione letale.

Gli anestesisti erano stati reclutati - fatto senza precedenti - dalla Corte d'appello della California, presieduta dal giudice Jeremy Fogel, il quale voleva impedire il ripetersi di travagliate esecuzioni avvenute nell'ultimo mese in Florida e Texas, dove i condannati erano stati giustiziati fra atroci sofferenze. Proprio per questo motivo, due settimane fa il governatore della Florida, Jeb Bush, chiuse le camere della morte del suo Stato.

In California, il governatore Arnold Schwarzenegger, cui era stato chiesto di riesaminare il dossier Morales, aveva invece autorizzato l'esecuzione.

Il giudice Jeremy Fogel aveva dato ai responsabili del penitenziario di San Quintino due opzioni: la presenza di due medici nella camera della morte col compito di anestetizzare il condannato prima che il boia gli praticasse la dolorosissima iniezione letale o il cambio delle sostanze chimiche usate per l'esecuzione. I due anestesisti, i cui nomi vengono tenuti segreti, hanno espresso il loro rifiuto poco prima che il condannato fosse legato sulla barella della morte. Per non contravvenire all'ordine del tribunale, i due si erano presentati nel penitenziario due ore prima del termine fissato per l'esecuzione, annunciando subito di non volere essere coinvolti nell'uccisione del condannato.

Alle 23,30 il responsabile del penitenziario, Steven Ornoski, ha annunciato ai media ed ai circa 250 attivisti presenti davanti alla prigione che l'esecuzione sarebbe stata ritardata di un'ora: nel frattempo avrebbe tentato di convincere i medici che, come si è saputo, hanno detto no alla richiesta di intervenire nuovamente, con dosi più forti, se la prima anestesia non avesse fatto effetto. In pratica, se il condannato ormai privo di sensi avesse cominciato a muoversi mentre il cocktail mortale iniziava a scorrere nelle sue vene, gli anestesisti avrebbero dovuto somministrargli la seconda dose.

«Anestetizzare per la seconda volta il condannato - hanno spiegato in una dichiarazione scritta i due medici - è contro l'etica professionale.

Per questo motivo ci siamo rifiutati di prendere parte all'esecuzione disobbedendo all'ordine della Magistratura». Il direttore del carcere ha immediatamente fissato un nuovo orario per l'esecuzione ed ha deciso di sostituire il liquido letale, adottando così la seconda opzione proposta dal giudice Fogel. Nelle vene di Michael Morales verrà iniettato soltanto sodium pentotal anziché il dolorosissimo «cocktail» di tre medicine che i boia in California usano dal 1996. Questo «cocktail» (di cui fa parte il sodium pentotal) è stato scelto anche in altri 35 Stati, perché causa la morte in dieci minuti. Col solo Pentotal l'esecuzione può durare da 30 a 45 minuti.

Morales non ha mai negato di aver ucciso Terri Winchell e di averne abbandonato il cadavere in una vigna di San Joaquin. Ha però sempre sostenuto di averlo fatto su richiesta di suo cugino Ricky Ortega, che voleva vendicarsi perché il suo amante bisessuale era uscito con lei, Terri. Ortega, riconosciuto colpevole di aver istigato il delitto chiedendo aiuto al cugino spacciatore di droga, sta scontando l'ergastolo.

Le circa 20 ore di vita concesse in più a Michael Morales hanno scatenato polemiche. Per gli attivisti del movimento che chiede l'abolizione della condanna a morte, il rifiuto dei due medici è un punto a loro favore nella campagna contro la pena capitale.

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