Da La Repubblica del 26/06/2006
Originale su http://www.repubblica.it/2006/06/sezioni/economia/arcelor-india/arcelo...

Il consiglio della società francese accetta l'offerta dopo il rialzo del prezzo. Dopo mesi di resistenza i manager si arrendono. Operazione da 28 miliardi

L'India padrona dell'acciaio Mittal conquista la Arcelor

Via libera all'Opa: nasce un colosso da 55 miliardi

di Giampiero Martinotti

PARIGI - Gli indiani di Mittal ce l'hanno fatta, dopo cinque mesi sono riusciti a superare tutti gli ostacoli, a spezzare la sfibrante resistenza del management e a conquistare la Arcelor. I due primi gruppi mondiali della siderurgia si uniranno per dar vita a un colosso da 55 miliardi di euro di fatturato capace di produrre più di 100 tonnellate di acciaio all'anno.

Ci sono volute sette ore ai diciotto consiglieri di amministrazione di Arcelor, riuniti a Lussemburgo, per dare infine il via libera all'Opa del gruppo olandese, controllato dalla famiglia indiana Mittal. Quest'ultimo ha rivisto al rialzo la sua offerta: 40,40 euro per azione, il 15% in più rispetto alla precedente proposta, il 45% in più della cifra messa inizialmente sul tappeto. Arcelor verrebbe così valutata tra i 26 e i 28 miliardi di euro.

I dettagli dell'accordo saranno svelati oggi durante una conferenza stampa dei due gruppi. Si conoscono però alcuni elementi su cui si basa il compromesso trovato dopo una settimana di trattative a ritmo serrato. La società indiana-olandese ha accettato l'idea di vendere una serie di impianti giudicati poco redditizi. E ha accettato di lasciare ai comandi il management di Arcelor: Joseph Kinsch sarà il "chairman" del nuovo gruppo per un anno, poi andrà in pensione, Lakshmi Mittal presiederà il consiglio di amministrazione.

Infine, una volta completata la fusione, la famiglia Mittal controllerà il 43,4% e non potrà superare il 45%. La sede del gruppo, che si chiamerà Arcelor-Mittal, sarà in Lussemburgo, l'Opa sarà in parte in titoli e in parte in contanti.

Paradossalmente, è stato l'arrivo di un "cavaliere bianco" ad aiutare gli assalitori. Molti azionisti di Arcelor non hanno infatti gradito la scelta dell'amministratore delegato, Guy Dollé, che è andato a cercare la Severstal, un gruppo russo controllato dall'oligarca Alexei Mordashov. Il progetto di fusione ha suscitato molte critiche, soprattutto da parte dell'uomo d'affari Romain Zaleski, diventato il primo azionista di Arcelor. E proprio l'ostilità verso l'accordo con i russi ha costretto i dirigenti dell'azienda franco-ispano-belga-lussemburghese a trattare con Mittal.

Malgrado il miglioramento della sua offerta, Mordashov è stato alla fine disdegnato, ma potrà consolarsi: per rompere il contratto con la Severstal, Arcelor dovrà versare 150 milioni di euro. Il vero sconfitto della battaglia è però Dollé. Non ha mai mancato un'occasione per contrastare la Mittal. Ma l'idea di gettarsi nella braccia dei russi non è stata apprezzata: la Severstal è poco conosciuta e manca di trasparenza. Due handicap insormontabili agli occhi dei mercati.

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