Da L'Espresso del 22/09/2006
Originale su http://espresso.repubblica.it/dettaglio-local/Scompare%20un%20boss,%20...
Nel mandamento dei Lo Piccolo la conferma di un conflitto emerso dalle intercettazioni dell'operazioni Gotha
Scompare un boss, è guerra di mafia
Lupara bianca per Spatola capo della cosca di Tommaso Natale
di Francesco Viviano
«È l'inizio della guerra, di una nuova guerra di mafia». Ad affermarlo sono inquirenti navigati che conoscono la storia di Cosa nostra quando apprendono che Bartolomeo Spatola, 72 anni, detto Lino, uno dei vecchi "mammasantissima" è scomparso cinque giorni fa. La notizia della denuncia si è appresa soltanto ieri. Spatola è scomparso dalla sua casa, nel quartiere di Tommaso Natale, dove per decenni è stato boss incontrastato, grande amico di altri capimafia, come Giuseppe Giacomo Gambino, Armando Bonanno, Rosario Riccobono, fino al vecchio "don" Rosario Nicoletti. Ha detto alla sorella che sarebbe mancato per qualche ora. Poi è svanito nel nulla.
La sua scomparsa ha messo in agitazione magistrati ed inquirenti che, fino ad ieri, non avevano ancora chiaro cosa stesse accadendo dentro Cosa nostra dopo la cattura di Bernardo Provenzano che, in un modo o in un altro, aveva imposto una tregua. Ma adesso che Provenzano è in carcere i suoi eredi hanno deciso di cominciare a fare i conti con chi, secondo loro, li avrebbe traditi e minacciati di morte. Insomma, secondo questa ipotesi, il boss latitante Salvatore Lo Piccolo che con il trapanese Matteo Messina Denaro, sarebbero alla guida di Cosa nostra, avrebbe deciso di fare terra bruciata attorno a chi aveva complottato per uccidere lui ed il figlio Sandro. Una decisione, quella di uccidere i Lo Piccolo, che era stata presa dal boss Antonino Rotolo che, sicuro di non essere intercettato nella sua villa dove trascorreva gli arresti domiciliari, aveva avvertito gli amici che i Lo Piccolo dovevano essere eliminati. E aveva anche accennato a un incontro avuto con "Lino", dopo la scarcerazione di quest'ultimo, avvenuta nell'aprile dell'anno scorso.
La risposta, dopo l'arresto di Rotolo e degli altri mafiosi incastrati dalle indagini della Squadra mobile di Palermo nell'operazione "Gotha" del luglio scorso e dopo la diffusione delle intercettazioni, è arrivata con la "lupara bianca" dell'anziano boss di Tommaso Natale.
Lino Spatola non era uno qualunque. Era stato implicato in numerosi omicidi delle guerre di mafia degli anni ‘70 e ‘80 ed era stato condannato per mafia. Appena uscito dal carcere sembrava aver preso le distanze dai Lo Piccolo, allevati nel suo mandamento e poi cresciuti al punto da metterlo in ombra.
Sarà anche per questo che Lino Spatola si era allineato con la nuova strategia mafiosa delineata da Antonino Rotolo e questa presa di posizione potrebbe essere alla base dell'eliminazione silenziosa di Spatola. Una scomparsa che costringe a rileggere sotto una nuova lente anche l'ultimo omicidio compiuto a Sferracavallo il 22 agosto, l'uccisione del pensionato Giuseppe D'Angelo, un uomo apparentemente senza storia assassinato come un boss.
La sua scomparsa ha messo in agitazione magistrati ed inquirenti che, fino ad ieri, non avevano ancora chiaro cosa stesse accadendo dentro Cosa nostra dopo la cattura di Bernardo Provenzano che, in un modo o in un altro, aveva imposto una tregua. Ma adesso che Provenzano è in carcere i suoi eredi hanno deciso di cominciare a fare i conti con chi, secondo loro, li avrebbe traditi e minacciati di morte. Insomma, secondo questa ipotesi, il boss latitante Salvatore Lo Piccolo che con il trapanese Matteo Messina Denaro, sarebbero alla guida di Cosa nostra, avrebbe deciso di fare terra bruciata attorno a chi aveva complottato per uccidere lui ed il figlio Sandro. Una decisione, quella di uccidere i Lo Piccolo, che era stata presa dal boss Antonino Rotolo che, sicuro di non essere intercettato nella sua villa dove trascorreva gli arresti domiciliari, aveva avvertito gli amici che i Lo Piccolo dovevano essere eliminati. E aveva anche accennato a un incontro avuto con "Lino", dopo la scarcerazione di quest'ultimo, avvenuta nell'aprile dell'anno scorso.
La risposta, dopo l'arresto di Rotolo e degli altri mafiosi incastrati dalle indagini della Squadra mobile di Palermo nell'operazione "Gotha" del luglio scorso e dopo la diffusione delle intercettazioni, è arrivata con la "lupara bianca" dell'anziano boss di Tommaso Natale.
Lino Spatola non era uno qualunque. Era stato implicato in numerosi omicidi delle guerre di mafia degli anni ‘70 e ‘80 ed era stato condannato per mafia. Appena uscito dal carcere sembrava aver preso le distanze dai Lo Piccolo, allevati nel suo mandamento e poi cresciuti al punto da metterlo in ombra.
Sarà anche per questo che Lino Spatola si era allineato con la nuova strategia mafiosa delineata da Antonino Rotolo e questa presa di posizione potrebbe essere alla base dell'eliminazione silenziosa di Spatola. Una scomparsa che costringe a rileggere sotto una nuova lente anche l'ultimo omicidio compiuto a Sferracavallo il 22 agosto, l'uccisione del pensionato Giuseppe D'Angelo, un uomo apparentemente senza storia assassinato come un boss.
Sullo stesso argomento
Articoli in archivio
di Francesco Licata su La Stampa del 22/10/2006
La strage di Brescia per uno sgarro alla mafia
Il procuratore Tarquini: movente del triplice delitto la spartizione del denaro ricavato da false fatturazioni legate a finanziamenti pubblici
Il procuratore Tarquini: movente del triplice delitto la spartizione del denaro ricavato da false fatturazioni legate a finanziamenti pubblici
di Gabriele Villa su Il Giornale del 16/09/2006
Nel suo diario registra tutto: dalla dieta alle parole scambiate con gli agenti. Continua a scrivere biglietti come durante i lunghi anni di latitanza
Bibbia, pizzini e una cyclette. Ecco la giornata del padrino
Bibbia, pizzini e una cyclette. Ecco la giornata del padrino
di Attilio Bolzoni su La Repubblica del 21/07/2006
News in archivio
su Agi del 26/09/2006
su Gazzetta del Mezzogiorno del 10/08/2006
su La Stampa del 19/10/2006
In biblioteca
di Francesco Deliziosi
Mondadori, 2006
Mondadori, 2006