Da Corriere della Sera del 04/10/2006
Originale su http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2006/10_Ottobre/04/dengue.shtml

I medici parlano solo sotto anonimato: «L'isola è in ginocchio»

Cuba in lotta contro l'epidemia top secret

Avviata una massiccia campagna contro il dengue. L'Oms: «C'è giunta la voce di oltre mille morti, ma non sappiamo altro»

di Alessandra Farkas

NEW YORK - Negli ultimi giorni i piccoli aerei militari gialli hanno preso a sorvolare l'Avana con crescente frequenza. Al crepuscolo e al tramonto si alternano senza sosta nei cieli della capitale cubana, lasciando al loro passaggio una densa ed irrespirabile scia biancastra di insetticida. Sotto di loro dozzine di camion dell'esercito rivoluzionario perlustrano ogni angolo della città vecchia a caccia dello stesso, insidioso nemico. La guerra che sono chiamati a combattere - paragonata dal leader sindacale Pedro Ross Leal a quella contro "l'imperialismo fascista di George W. Bush" - mira a debellare un avversario minuscolo e insieme grandissimo. L'«aedes aegypti», un tipo di zanzara che trasmette il dengue - volgarmente noto come febbre spacca-ossa - una malattia febbrile acuta che nella forma emorragica, la più grave, ha un tasso di mortalità molto elevato.

Nonostante la massiccia campagna di disinfestazione delle autorità, l'epidemia - iniziata ad aprile - avrebbe raggiunto dimensioni ancora più drammatiche dell'ultima grande ecatombe di dengue, nell'81. Quando il governo denunciò 158 morti, 100 dei quali bambini, e ben 345mila contagi. Secondo vari blog e siti Internet di dissidenti cubani, in patria e all'estero, i morti supererebbero ormai il migliaio, mentre i contagi sarebbero nell'ordine di decine - forse centinaia - di migliaia. «Non esistono cifre ufficiali perché il regime ha imposto il top secret», spiega la giornalista Yolanda Martinez sul quotidiano messicano "Reforma". Reduce da un viaggio a Cuba, la Martinez spiega che «in una sola provincia i morti sono 270, tra cui dozzine di bambini». Se protetti dall'anonimato, medici ed infermieri cubani parlano di «crisi che ha messo in ginocchio l'isola». Ma appena spunta fuori un registratore ritrattano tutto. «L'indiscrezione è punita severemante», spiega la Martinez. «Nessuno si azzarda a pronunciare in pubblico la parola dengue».

In mancanza di cifre ufficiali, anche l'Organizzazione Mondiale della sanità annaspa nel buio. «C'è giunta la voce di oltre mille morti», dichiara Gregory Hartl, portavoce dell'Oms a Ginevra, «Ma non siamo in grado né di smentirla né di confermarla». Gravi focolai sono stati identificati in province quali Santiago, Ciego de Avila, Camaguey, Holguin e Pinar del Rio e Guantanamo. Ma la situazione più critica riguarda l'Avana, che con i suoi 2 milioni e 300 mila abitanti è la città più contaminata di un'isola che ne conta 11.2 milioni. «Gli ospedali della capitale sono stracolmi di malati di dengue», rivela all'agenzia di stampa Inter Press Service una fonte vicina al Ministro della Salute Pubblica, «medici ed infermieri dell'Avana sono in servizio 24 ore su 24». Il Dr. Josè San Martin Martinez, responsabile del settore malattie infettive del Ministero nega: «Il pericolo di una epidemia di dengue a Cuba non esiste», afferma. Ma lo scorso 21 settembre il giornale ufficiale del regime, Granma, è stato il primo a rompere il muro di omertà.

«Il nostro compito è talmente immenso che non abbiamo abbastanza risorse umane per assolverlo», ha scritto in un editoriale il funzionario incaricato della crociata anti-dengue nel quartiere Cerro dell'Avana. Tutto d'un tratto, sui siti della International Society for Infectious Diseases e della Harvard School of Public Health è apparso un memorandum confidenziale emesso lo scorso 1 settembre dall'Instituto Nacional de Higiene, Epidemiologia Y Microbiologia dove si legge che «il governo rivoluzionario cubano invita i turisti a rimandare le loro vacanze e a non visitare l'isola nei mesi di settembre ed ottobre perché a causa delle forti piogge i focolai di infezione di zanzare non potranno essere eliminati».

La situazione è talmente grave che Fidel Castro ha interrotto la convalescenza per dettare al Paese la ricetta per uscire dalla crisi. Dietro suo ordine, il 19° Congresso del Sindacato dei Lavoratori Cubani Central de Trabajadores de Cuba (CTC) appena conclusosi all'Avana si è impegnato a «convertire immediatamente il movimento dei pensionati in una forza permanente di lotta contro l'aedes aegypti». I 300 mila anziani iscritti al CTC andranno ad aggiungersi ai giovani del servizio militare, agli studenti liceali, all'armata giovanile del lavoro (EJT) agli inservienti di ristoranti ed imprese statali che tutti i giorni, inclusa la domenica, perlustrano la città spruzzando insetticidi e dispensando consigli igienici per prevenire la formazione di nidi di zanzare nelle acque stagnanti. Dopo ogni visita disinfestante, la popolazione è costretta a lasciare la porta di casa chiusa per 40 minuti, per permettere al fumo dal fortissimo odore chimico di fare il suo effetto. Ispettori del governo passano in rassegna le abitazioni per verificare che il lavoro sia stato bene effettuato, multando chi si rifiuta di ottemperare alle direttive del lìder maximo, ponendo così in pericolo il vicinato.

A dare una mano ai più sprovveduti ci pensano le catene radio e TV nazionali, che mandano in onda dei martellanti slogan per esortare tutti i compagni «all'offensiva contro il nemico». E il cartone animato di uno spot studiato ad hoc mostra un uomo che disputa un incontro di boxe contro l'odiosa zanzara, mettendola KO. Secondo la stampa messicana le autorità starebbero investigando se il contagio è stato introdotto intenzionalmente nell'isola. Nel 1984 un dirigente della organizzazione anticastrista 'Omega7', Eduardo Arocena, confessò durante un processo in Florida di aver introdotto i germi del dengue emorragico a Cuba, tre anni prima.

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