Da WEEK.it del 19/10/2006
Originale su http://www.weekit.it/index.php?option=com_content&task=view&id...
Vietato citare questo articolo
di Marco Gatti
Scusate il burocratese, ma dura solo poche righe. Decreto legge 3 ottobre 2006, n. 262, “Disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria”, immediatamente in vigore. Articolo 32 - Riproduzione di articoli di riviste o giornali: “I soggetti che realizzano, con qualsiasi mezzo, la riproduzione totale o parziale di articoli di riviste o giornali, devono corrispondere un compenso agli editori per le opere da cui i suddetti articoli sono tratti”.
Traduco: da un paio di settimane, in Internet non si può più riportare il testo di un qualunque articolo tratto da un qualsiasi sito o giornale, pur citando la fonte. Per poterlo fare occorre pagare un compenso all’editore. Se non lo si fa, le sanzioni sono salatissime. Fino al 2 ottobre la sola restrizione, se la riproduzione non era espressamente riservata, consisteva nel citare la fonte, la data e l’autore del pezzo.
Non chiedetemi i razionali di questa nuova legge, perché non ne ho la minima idea: benefici allo Stato non ne porta, e nemmeno ai cittadini e alle imprese. Mi è chiarissimo invece che i nostri politici, non importa se il governo è di destra o di sinistra, quando si tratta di legiferare su Internet dimostrano puntualmente una sconfortante ignoranza del mezzo. L’esempio più clamoroso è la famosa “legge Urbani”, ancora in vigore e che assimila lo scambio di file audio e video tra privati a un crimine da punire con multe spropositate e addirittura con la galera.
Insomma, tutti noi sani di mente sentivamo davvero la mancanza di una legge come quella appena varata, che mette il bavaglio alle rassegne stampa ma pure ai blog privati. Blog che in molti casi sono puro cazzeggio personale (per la classifica dei top 10 italiani, vedi la recente ricerca congiunta di Edelman, gruppo internazionale di comunicazione, e Technorati, celebre motore di ricerca nella blogosfera). Ma che spesso si nutrono proprio di dibattiti suscitati da articoli usciti su questo o quel giornale.
Ecco fatto: adesso questi articoli non si possono più riportare, almeno in teoria. Voi non potete riportare questo mio articolo nel vostro blog - a meno di aver pagato un compenso al mio editore - e io non posso riportarvi il brano di un articolo appena letto e che mi sembra particolarmente illuminante.
Il tutto in teoria, certo, come certi assurdi limiti di velocità e tanti altri divieti all’italiana. Chi li deve far rispettare forse non controllerà mai o lo farà molto di rado. L’importante è far vivere noi cittadini nella certezza di essere sempre in difetto, affidati alla discrezionalità di chi le leggi le dovrebbe far rispettare. E invitandoci di fatto a fare come ci pare, affidati al nostro stellone personale.
Traduco: da un paio di settimane, in Internet non si può più riportare il testo di un qualunque articolo tratto da un qualsiasi sito o giornale, pur citando la fonte. Per poterlo fare occorre pagare un compenso all’editore. Se non lo si fa, le sanzioni sono salatissime. Fino al 2 ottobre la sola restrizione, se la riproduzione non era espressamente riservata, consisteva nel citare la fonte, la data e l’autore del pezzo.
Non chiedetemi i razionali di questa nuova legge, perché non ne ho la minima idea: benefici allo Stato non ne porta, e nemmeno ai cittadini e alle imprese. Mi è chiarissimo invece che i nostri politici, non importa se il governo è di destra o di sinistra, quando si tratta di legiferare su Internet dimostrano puntualmente una sconfortante ignoranza del mezzo. L’esempio più clamoroso è la famosa “legge Urbani”, ancora in vigore e che assimila lo scambio di file audio e video tra privati a un crimine da punire con multe spropositate e addirittura con la galera.
Insomma, tutti noi sani di mente sentivamo davvero la mancanza di una legge come quella appena varata, che mette il bavaglio alle rassegne stampa ma pure ai blog privati. Blog che in molti casi sono puro cazzeggio personale (per la classifica dei top 10 italiani, vedi la recente ricerca congiunta di Edelman, gruppo internazionale di comunicazione, e Technorati, celebre motore di ricerca nella blogosfera). Ma che spesso si nutrono proprio di dibattiti suscitati da articoli usciti su questo o quel giornale.
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Il tutto in teoria, certo, come certi assurdi limiti di velocità e tanti altri divieti all’italiana. Chi li deve far rispettare forse non controllerà mai o lo farà molto di rado. L’importante è far vivere noi cittadini nella certezza di essere sempre in difetto, affidati alla discrezionalità di chi le leggi le dovrebbe far rispettare. E invitandoci di fatto a fare come ci pare, affidati al nostro stellone personale.
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