Da La Stampa del 04/11/2006
Originale su http://www.lastampa.it/cmstp/rubriche/girata.asp?ID_blog=41&ID_art...

La Spectre della notizia

di Massimo Gramellini

A Napoli, nei primi dieci mesi del 2005, i morti sono stati più numerosi che nei primi dieci di quest’anno: 52 a 49. Perché allora non importava niente a nessuno, mentre adesso pare non esista altro al mondo che nugoli di scugnizzi assassini? La solita storia delle notizie carsiche che scorrono sotto traccia per riaffiorare all’improvviso. C’è stata una stagione in cui non passava giorno senza che un ragazzino tentasse di sgozzare la mamma: in seguito la situazione si è ricomposta, nonostante le comparsate in video di Crepet. E le stragi del sabato sera? Ricordo un periodo in cui finivano sui giornali anche di martedì. Seguirono denunce e progetti di legge, poi boh. Nel frattempo si continua a morire, ma a pagina 24, in attesa che un chilometro di tamponamenti a catena riporti l’alcolismo nei titoli dei tg.

Stessa sorte per l’ecstasy, le ragazze violentate, il buco dell’ozono, i barconi degli immigrati e la mitica aviaria. Presenze immancabili nella lista delle disgrazie quotidiane, poi rientrate disciplinatamente in retrovia, ma pronte a tornare sul proscenio alla prossima occasione: basta una storia strana, una rissa televisiva, la dichiarazione di un potente. Prima che ne parlasse Napolitano, gli incidenti sul lavoro finivano nelle «brevi» di cronaca. Oggi sembrano di più, invece si è solo ricominciato a farci caso.

Non esiste una Spectre della notizia che fissa l’agenda della giornata, ordinando di dare importanza nello stesso momento alle stesse cose. Spesso a far partire il motore dell’indignazione sono le coincidenze: nel caso di Napoli, l’uscita di un gran libro («Gomorra» di Saviano), due morti in poche ore e l’assenza, quello stesso giorno, di altre vicende sorprendenti. Il giornalista si nutre di curiosità, però si annoia in fretta. Ha sempre fame di fatti inediti, ma sa accontentarsi di quelli vecchi, purché sembrino nuovi.

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