Da La Repubblica del 23/09/2004
Originale su http://www.repubblica.it/2004/i/sezioni/esteri/cecenia2/vedove/vedove.html

Natalia Khalkaieva arrestata nella sua casa a sud di Grozny mentre stava preparando un cinturone esplosivo

Cecenia, una giovane contadina la maestra delle kamikaze

di Giampaolo Visetti

MOSCA - Un volto bello e delicato, ancora bambino, accarezzato dal fazzoletto rosa steso sui capelli. Un maglione nero di lana grossa e una gonna leggera fino ai piedi. Sotto s'intuisce un corpo evanescente. Natalia Khalkaieva, 31 anni e sguardo assente, sarebbe la "professoressa" delle terroriste kamikaze cecene.

Sarebbe stata lei a spiegare alle ragazze votate al suicidio come si imbottisce di esplosivo una cintura di stoffa. Come la si riempie di biglie e bulloni di metallo, per rendere devastante lo scoppio. Come si fa ad arrivare a Mosca e in Russia, come si corrompono gli agenti per raggiungere il luogo della strage.

Sarebbe questa dolce contadina di Urus-Martan, il villaggio dove è nato il leader politico della guerriglia Aslan Maskhadov, ad aver preparato psicologicamente e fisicamente le giovani shakhide destinate a morire nel nome di Allah e dell'indipendenza della Cecenia.

L'istruttrice delle kamikaze, sorpresa sabato grazie ad una soffiata, è apparsa ieri nei telegiornali russi.

Quando i reparti speciali hanno fatto irruzione nella sua povera casa, Natalia Khalkaieva era sola in cucina. Sul tavolo aveva steso una cintura riempita con un chilo di tritolo e centinaia di chiodi. Accanto a lei fili elettrici, alcuni inneschi, esplosivo al plastico e dadi di ferro. Tra le mani, un telefono satellitare. Secondo l'Fsb l'apparecchio era registrato in un Paese arabo. Dal controllo dei tabulati risulterebbe che da quel cellulare sarebbero partite chiamate per Medio Oriente, Germania, Austria, Polonia e Repubblica ceca.

Difficile immaginare conversazioni private di una povera ragazza cecena. Sarebbe al contrario emerso che la maestra delle kamikaze chiamava spesso gli Emirati Arabi Uniti. Con misteriosi interlocutori discuteva l'acquisto e la fornitura di armi, l'invio di divise militari e tecnologie belliche. In più di un'occasione avrebbe assunto anche il ruolo di cassiera del terrore.

A lei sarebbe toccato trattare i finanziamenti dall'estero alla guerriglia, comunicare le esigenze finanziarie, fissare il prezzo di attentati in via di pianificazione. Il ritratto delineato dal generale Ilia Shabalkin, responsabile delle azioni anti-terrorismo nel Caucaso settentrionale, è quello della donna di fiducia di Shamil Basaev.

Da lunedì mille soldati scelti dell'esercito russo stanno dando la caccia al capo militare degli indipendentisti. Dopo dieci anni di inutile e spietata guerra, il Cremlino ha affidato loro l'enfatica missione di "prendere vivo o morto" il guerrigliero che ha rivendicato il massacro nella scuola di Beslan. Su si lui, come sulla testa di Maskhadov, una taglia da 10 milioni di dollari.

Natalia Khalkaieva, priva di precedenti e insospettabile, sarebbe stata la figura di collegamento tra i reparti dei separatisti armati, nascosti sulle montagne, e le menti del terrorismo internazionale. Le forze di sicurezza hanno dichiarato di aver anche scongiurato in extremis, con il suo arresto, un nuovo attacco clamoroso. L'istruttrice delle "vedove nere" sarebbe stata in procinto di partire per la sua ultima operazione. Alcuni appunti proverebbero che lei stessa, assieme a due "allieve", stava per raggiungere un luogo imprecisato della Russia (secondo indiscrezioni ancora la capitale) per farsi esplodere in un "luogo molto sensibile".

Aspetti oscuri in storia e origini di Natalia Khalkaieva. Secondo i documenti sarebbe originaria della provincia di Limanski, nella regione di Kurgan. Nella Russia meridionale però tale provincia non esiste, mentre così si chiama una città presso Astrakhan. Uno zio, ucciso dai guerriglieri, avrebbe lavorato per il ministero degli Interni ceceno. Un fratello era attivo nel gruppo separatista di Arbi Baraiev e Islam Cialaiev, i due leader ufficialmente uccisi tra il 2001 e il 2002.

Lei si sarebbe trasferita a Urus-Martan, dove vivono molti parenti, a metà anni Novanta. Qui avrebbe sposato un fondamentalista islamico, ammazzato un anno fa durante un rastrellamento delle truppe federali. Da allora, reclutando giovani disposte a farsi esplodere, si sarebbe spostata nei campi di addestramento dei terroristi in Cecenia, Inguscezia, Daghestan e Cabardino-Balkaria. Dopo l'arresto, avrebbe confessato di aver drogato e plagiato una decina di ragazze divenute poi shakhide. Il suo comandante sarebbe Rustam Ganiev, ritenuto il capo dei reclutatori di Basaev.

L'istruttrice dell'orrore dai lineamenti infantili, prima di chiudersi nel silenzio, avrebbe rivelato che le due ultime aspiranti kamikaze, di 16 e 34 anni, sabato sono riuscite a fuggire armate dalla sua casa-scuola per suicide. L'Fsb le sta ora cercando disperatamente in tutta la Russia, mentre il Paese ripiomba nell'incubo di una strage.

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