Da Corriere della Sera del 12/09/2006
Originale su http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2006/09_Settem...
Ricerca pubblicata da «Proceedings of the National Academy of Sciences»
Gli uragani sono arrabbiati con l'uomo
L'aumento di intensità degli uragani è causato dalle emissioni di gas serra prodotte dalle attività umane
di Emanuela Di Pasqua
STATI UNITI – Ancora una volta l'uomo si trova a fronteggiare la natura e, inesorabilmente, perde. Quest'ultima, con la sua forza superiore a qualsiasi tecnologia, si ribella alle violenze umane e si vendica. Secondo lo studio del Professor Benjamin D. Santer (del Lawrence Livermore National Laboratory) a insorgere contro l'uomo sono gli uragani, «stufi» dell'inquinamento derivato dalle maggiori concentrazioni di anidride carbonica (uno dei principali fattori che contribuiscono al surriscaldamento dell'atmosfera). Il riscaldamento causato dall'emissione galoppante di gas serra regalerebbe maggior vigore agli uragani, rendendoli più intensi in generale e più frequenti nell'Atlantico del nord.
LO STUDIO – Lo studio è fresco di pubblicazione sui Proceedings of the National Academy of Sciences: sono state tracciate e paragonate le modifiche climatiche nel corso dell'ultimo secolo, mettendole poi in relazione con la reazione degli oceani attraverso un sistema computerizzato in 80 differenti simulazioni generate in 22 differenti modelli computerizzati e in 15 diversi centri di ricerca.
ALTRE RICERCHE – In realtà, secondo un rapporto dell'NCPA (Nationa Center ofr Policy Analysis) di ottobre 2005, i dati storici e le ricerche sugli uragani mostravano scarse prove dell'esistenza di un legame tra la violenza crescente di queste tempeste e i gas serra. Ma il dottor Santer critica queste affermazioni, concentrando per la prima volta le sue ricerche sulle regioni tropicali dell'Oceano Atlantico e Pacifico. Incrociando tutte le variabili ambientali con l'effetto degli uragani, Santer individua nei gas serra l'unico fattore che potrebbe aver determinato un aumento dell'intensità di questi fenomeni. Il dibattito rimane aperto e solo un'osservazione nel lungo periodo potrà fornire risposte più chiare agli effetti delle attività umane sulla natura.
URAGANI – Proprio in questi giorni si parla di Florence, che ha sfiorato Bermuda, ma diversamente dal collega Katrina non ha prodotto devastazioni. Si trattava di un uragano appartenente alla categoria 1 della scala Saffir Simpson, ma in molti casi le tempeste violente soprannominate via via Hugo, Katrina, John o Marie sono sempre più potenti. Si formano sopra un oceano tropicale con venti che soffiano intorno a un'area centrale di calma chiamata occhio e raggiungono i 250 Km/h, arrivando a coprire aree molto vaste e a durare diversi giorni. In inglese si dice Hurican, il Dio caraibico del male, che forse di questi tempi è più arrabbiato che mai.
LO STUDIO – Lo studio è fresco di pubblicazione sui Proceedings of the National Academy of Sciences: sono state tracciate e paragonate le modifiche climatiche nel corso dell'ultimo secolo, mettendole poi in relazione con la reazione degli oceani attraverso un sistema computerizzato in 80 differenti simulazioni generate in 22 differenti modelli computerizzati e in 15 diversi centri di ricerca.
ALTRE RICERCHE – In realtà, secondo un rapporto dell'NCPA (Nationa Center ofr Policy Analysis) di ottobre 2005, i dati storici e le ricerche sugli uragani mostravano scarse prove dell'esistenza di un legame tra la violenza crescente di queste tempeste e i gas serra. Ma il dottor Santer critica queste affermazioni, concentrando per la prima volta le sue ricerche sulle regioni tropicali dell'Oceano Atlantico e Pacifico. Incrociando tutte le variabili ambientali con l'effetto degli uragani, Santer individua nei gas serra l'unico fattore che potrebbe aver determinato un aumento dell'intensità di questi fenomeni. Il dibattito rimane aperto e solo un'osservazione nel lungo periodo potrà fornire risposte più chiare agli effetti delle attività umane sulla natura.
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