Da L'Unità del 30/10/2006
Originale su http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=60684
«Israele ha usato bombe all'uranio arricchito»
di Robert Fisk
Ma veramente Israele ha usato una nuova arma segreta a base di uranio nel sud del Libano questa estate durante i 34 giorni di guerra che hanno causato oltre 1.300 vittime libanesi, la maggior parte civili?
Sappiamo che gli israeliani hanno impiegato le bombe Usa bunker-buster contro il quartier generale di Hezbollah a Beirut.
Sappiamo che hanno fatto cadere sul sud del Libano una pioggia di bombe a grappolo lasciando sul terreno decine di migliaia di sotto-munizioni che continuano a uccidere civili libanesi.
E sappiamo – dopo che in un primo tempo era stato categoricamente negato – che l´esercito israeliano ha anche usato bombe al fosforo, armi il cui impiego dovrebbe essere vietato secondo il terzo protocollo della Convenzione di Ginevra che né Israele né gli Stati Uniti hanno sottoscritto.
Ma evidenze scientifiche desunte da almeno due crateri di bombe a Khiam e At-Tiri, teatro di aspri combattimenti a luglio e agosto tra guerriglieri Hezbollah e truppe israeliane, indurrebbero a ritenere che dell´arsenale israeliano facessero parte anche munizioni a base di uranio impiegate contro obiettivi in Libano. Secondo Chris Busby, segretario scientifico britannico del Comitato Europeo sui Rischi da Radiazione, due campioni di terreno sollevati dalle bombe israeliane hanno evidenziato «elevate tracce di radiazione». Entrambi i campioni sono stati inviati per ulteriori indagini al laboratorio Harwell nell´Oxfordshire – usato dal ministero della Difesa - dove la spettrometria di massa ha confermato la concentrazione di isotopi di uranio nei campioni.
L´iniziale rapporto di Busby afferma che ci sono due possibili ragioni per la contaminazione. «La prima è che si trattava di un nuovo, piccolo ordigno sperimentale a fissione nucleare o di un´altra arma sperimentale (ad esempio un´arma termobarica) basata sull´elevata temperatura del lampo di ossidazione. La seconda è che l´arma era una convenzionale arma a penetrazione bunker-buster con uranio arricchito invece di uranio impoverito». Una fotografia della prima esplosione mostra grandi nubi di fumo nero che potrebbero provenire dall´uranio che brucia.
L´uranio arricchito si ricava dallo scisto di uranio ed è impiegato come combustibile dei reattori nucleari. Un prodotto di scarto del processo di arricchimento è l´uranio impoverito, un metallo estremamente duro usato nei missili anti-carro per penetrare nella blindatura. L´uranio impoverito è meno radioattivo dell´uranio naturale che, a sua volta, è meno radioattivo dell´uranio arricchito. Israele ha una pessima reputazione quanto alla volontà di dire la verità sull´impiego di armi in Libano. Nel 1982 ha negato l´utilizzo di munizioni al fosforo contro aree civili –fin quando i giornalisti hanno scoperto civili morti e morenti le cui ferite prendevano fuoco a contatto con l´aria. Ho visto personalmente due neonati morti che, tirati fuori dall´obitorio a Beirut ovest durante l´assedio della città da parte dell´esercito israeliano, hanno improvvisamente preso fuoco. Anche questa estate Israele ha ufficialmente negato l´impiego di bombe al fosforo in Libano – se non per «delimitare» i bersagli – persino dopo che alcuni civili fotografati negli ospedali libanesi presentavano ferite bruciate che facevano chiaramente pensare a munizioni al fosforo. Poi all´improvviso domenica scorsa Israele ha ammesso che non aveva detto la verità. Il ministro israeliano per i rapporti con il Parlamento, Jacob Edery, ha confermato che granate al fosforo erano state usate contro gli Hezbollah aggiungendo che «secondo il diritto internazionale, l´uso delle munizioni al fosforo è consentito e che l´esercito (israeliano) rispetta le norme del diritto internazionale».
Alla domanda dell´Independent se l´esercito israeliano avesse usato munizioni a base di uranio questa estate in Libano, Mark Regev, portavoce del ministero degli Esteri israeliano, ha risposto che «Israele non usa alcun armamento non consentito dal diritto internazionale o dalle convenzioni internazionali». Una risposta che solleva più interrogativi di quanti ne risolva. Gran parte del diritto internazionale non si occupa delle moderne armi all´uranio perché non erano state inventate quando sono state scritte le norme internazionali come le Convenzioni di Ginevra e perché i governi occidentali si rifiutano ancora di credere che il loro uso può causare danni di lungo periodo alla salute delle migliaia di civili che vivono nella zona delle esplosioni.
Le forze americane e britanniche hanno usato centinaia di tonnellate di bombe all´uranio impoverito in Iraq nel 1991 – le testate indurite a penetrazione fabbricate con i prodotti di scarto dell´industria nucleare – e cinque anni dopo si sono manifestati nell´Iraq meridionale numerosi casi di cancro. Le prime valutazioni militari americane misero in guardia sulle gravi conseguenze per la salute pubblica nel caso in cui tali armi fossero state usate contro mezzi blindati. Ma in seguito l´amministrazione USA e ilo governo britannico cambiarono registro e minimizzarono la portata di queste affermazioni. Ma i casi di cancro continuarono a moltiplicarsi e in Bosnia –dove le bombe all´uranio impoverito erano state usate dalla Nato– furono segnalate nuove forme di cancro tra i civili. Le bombe all´uranio impoverito sono state nuovamente usate nel corso dell´invasione anglo-americana dell´Iraq nel 2003, ma è troppo presto per registrarne gli effetti sulla salute. «Quando una bomba all´uranio colpisce un bersaglio duro le particelle dell´esplosione permangono molto a lungo nell´ambiente», ha detto ieri il dott. Busby. «Si diffondono su un´area molto vasta. Possono essere inalate nei polmoni. Di fatto i militari sembrano orientati a minimizzare la pericolosità di questa roba».
Ma perché Israele avrebbe dovuto usare una tale arma quando gli obiettivi – nel caso di Khiam, ad esempio – si trovavano ad appena due miglia dal confine israeliano? La polvere residua delle esplosioni delle bombe ad uranio impoverito può varcare benissimo le frontiere come accadeva durante la prima guerra mondiale quando il cloro lanciato da entrambe le parti spesso ricadeva su chi lo aveva lanciato. Chris Bellamy, professore di scienza e dottrina militare alla Cranfield University, che ha letto il rapporto Busby ha detto: «Nel peggiore dei casi può trattarsi di una qualche arma sperimentale all´uranio arricchito il cui scopo ci sfugge. Nel migliore dei casi – se così si può dire – evidenzia un riprovevole, ma significativa abitudine ad utilizzare le scorie nucleari».
Il campione di terreno di Khiam – dove si trovava un famigerato carcere nel quale veniva praticata la tortura quando Israele occupò il Libano meridionale tra il 1978 e il 2000 e roccaforte in prima linea di Hezbollah durante la guerra dell´estate scorsa - era un pezzo di terra rossa fatto saltare in aria dall´esplosione; il rapporto isotopico era 108, indicativo cioè della presenza di uranio arricchito. «Gli effetti sulla salute della locale popolazione civile in seguito all´uso di grosse bombe all´uranio e alla presenza nell´aria di grandi quantità di ossido di uranio – dice il rapporto Busby – è probabile siano significativi, consigliamo di cercare ulteriori tracce di queste armi nella zona e di bonificarla».
La guerra dell´estate scorsa in Libano è scoppiata dopo che alcuni guerriglieri Hezbollah hanno varcato la frontiera israeliana, catturato due soldati israeliani e uccisi altri tre. La risposta di Israele è consistita in un massiccio bombardamento dei villaggi, delle città, dei ponti e delle infrastrutture civili del Libano. I gruppi attivi nel campo dei diritti civili hanno affermato che Israele si è macchiata di crimini di guerra quando ha attaccato i civili, ma anche gli Hezbollah si sono macchiati dei medesimi crimini in quanto hanno lanciato su Israele missili modificati che in realtà erano primitive bombe a grappolo.
Tuttavia molti libanesi sono giunti da tempo alla conclusione che l´ultima guerra in Libano altro non è stato che una pretesto utilizzato da americani e iraniani, che forniscono le armi a Israele e a Hezbollah, per testare sul campo i nuovi armamenti. Così come Israele ha impiegato nei suoi attacchi missili di fabbricazione americana mai usati in battaglia, gli iraniani hanno potuto testare un razzo che ha colpito una corvetta israeliana al largo della costa libanese uccidendo quattro marinai israeliani e facendo quasi affondare l´imbarcazione sulla quale è divampato un incendio durato 15 ore. Non si sa ancora a quali conclusioni sono giunti i fabbricanti di armi in ordine alle ultime scoperte scientifiche sul probabile impiego di armi all´uranio nel Libano meridionale. Così come ancora non si conosce l´effetto di queste armi sui civili.
Sappiamo che gli israeliani hanno impiegato le bombe Usa bunker-buster contro il quartier generale di Hezbollah a Beirut.
Sappiamo che hanno fatto cadere sul sud del Libano una pioggia di bombe a grappolo lasciando sul terreno decine di migliaia di sotto-munizioni che continuano a uccidere civili libanesi.
E sappiamo – dopo che in un primo tempo era stato categoricamente negato – che l´esercito israeliano ha anche usato bombe al fosforo, armi il cui impiego dovrebbe essere vietato secondo il terzo protocollo della Convenzione di Ginevra che né Israele né gli Stati Uniti hanno sottoscritto.
Ma evidenze scientifiche desunte da almeno due crateri di bombe a Khiam e At-Tiri, teatro di aspri combattimenti a luglio e agosto tra guerriglieri Hezbollah e truppe israeliane, indurrebbero a ritenere che dell´arsenale israeliano facessero parte anche munizioni a base di uranio impiegate contro obiettivi in Libano. Secondo Chris Busby, segretario scientifico britannico del Comitato Europeo sui Rischi da Radiazione, due campioni di terreno sollevati dalle bombe israeliane hanno evidenziato «elevate tracce di radiazione». Entrambi i campioni sono stati inviati per ulteriori indagini al laboratorio Harwell nell´Oxfordshire – usato dal ministero della Difesa - dove la spettrometria di massa ha confermato la concentrazione di isotopi di uranio nei campioni.
L´iniziale rapporto di Busby afferma che ci sono due possibili ragioni per la contaminazione. «La prima è che si trattava di un nuovo, piccolo ordigno sperimentale a fissione nucleare o di un´altra arma sperimentale (ad esempio un´arma termobarica) basata sull´elevata temperatura del lampo di ossidazione. La seconda è che l´arma era una convenzionale arma a penetrazione bunker-buster con uranio arricchito invece di uranio impoverito». Una fotografia della prima esplosione mostra grandi nubi di fumo nero che potrebbero provenire dall´uranio che brucia.
L´uranio arricchito si ricava dallo scisto di uranio ed è impiegato come combustibile dei reattori nucleari. Un prodotto di scarto del processo di arricchimento è l´uranio impoverito, un metallo estremamente duro usato nei missili anti-carro per penetrare nella blindatura. L´uranio impoverito è meno radioattivo dell´uranio naturale che, a sua volta, è meno radioattivo dell´uranio arricchito. Israele ha una pessima reputazione quanto alla volontà di dire la verità sull´impiego di armi in Libano. Nel 1982 ha negato l´utilizzo di munizioni al fosforo contro aree civili –fin quando i giornalisti hanno scoperto civili morti e morenti le cui ferite prendevano fuoco a contatto con l´aria. Ho visto personalmente due neonati morti che, tirati fuori dall´obitorio a Beirut ovest durante l´assedio della città da parte dell´esercito israeliano, hanno improvvisamente preso fuoco. Anche questa estate Israele ha ufficialmente negato l´impiego di bombe al fosforo in Libano – se non per «delimitare» i bersagli – persino dopo che alcuni civili fotografati negli ospedali libanesi presentavano ferite bruciate che facevano chiaramente pensare a munizioni al fosforo. Poi all´improvviso domenica scorsa Israele ha ammesso che non aveva detto la verità. Il ministro israeliano per i rapporti con il Parlamento, Jacob Edery, ha confermato che granate al fosforo erano state usate contro gli Hezbollah aggiungendo che «secondo il diritto internazionale, l´uso delle munizioni al fosforo è consentito e che l´esercito (israeliano) rispetta le norme del diritto internazionale».
Alla domanda dell´Independent se l´esercito israeliano avesse usato munizioni a base di uranio questa estate in Libano, Mark Regev, portavoce del ministero degli Esteri israeliano, ha risposto che «Israele non usa alcun armamento non consentito dal diritto internazionale o dalle convenzioni internazionali». Una risposta che solleva più interrogativi di quanti ne risolva. Gran parte del diritto internazionale non si occupa delle moderne armi all´uranio perché non erano state inventate quando sono state scritte le norme internazionali come le Convenzioni di Ginevra e perché i governi occidentali si rifiutano ancora di credere che il loro uso può causare danni di lungo periodo alla salute delle migliaia di civili che vivono nella zona delle esplosioni.
Le forze americane e britanniche hanno usato centinaia di tonnellate di bombe all´uranio impoverito in Iraq nel 1991 – le testate indurite a penetrazione fabbricate con i prodotti di scarto dell´industria nucleare – e cinque anni dopo si sono manifestati nell´Iraq meridionale numerosi casi di cancro. Le prime valutazioni militari americane misero in guardia sulle gravi conseguenze per la salute pubblica nel caso in cui tali armi fossero state usate contro mezzi blindati. Ma in seguito l´amministrazione USA e ilo governo britannico cambiarono registro e minimizzarono la portata di queste affermazioni. Ma i casi di cancro continuarono a moltiplicarsi e in Bosnia –dove le bombe all´uranio impoverito erano state usate dalla Nato– furono segnalate nuove forme di cancro tra i civili. Le bombe all´uranio impoverito sono state nuovamente usate nel corso dell´invasione anglo-americana dell´Iraq nel 2003, ma è troppo presto per registrarne gli effetti sulla salute. «Quando una bomba all´uranio colpisce un bersaglio duro le particelle dell´esplosione permangono molto a lungo nell´ambiente», ha detto ieri il dott. Busby. «Si diffondono su un´area molto vasta. Possono essere inalate nei polmoni. Di fatto i militari sembrano orientati a minimizzare la pericolosità di questa roba».
Ma perché Israele avrebbe dovuto usare una tale arma quando gli obiettivi – nel caso di Khiam, ad esempio – si trovavano ad appena due miglia dal confine israeliano? La polvere residua delle esplosioni delle bombe ad uranio impoverito può varcare benissimo le frontiere come accadeva durante la prima guerra mondiale quando il cloro lanciato da entrambe le parti spesso ricadeva su chi lo aveva lanciato. Chris Bellamy, professore di scienza e dottrina militare alla Cranfield University, che ha letto il rapporto Busby ha detto: «Nel peggiore dei casi può trattarsi di una qualche arma sperimentale all´uranio arricchito il cui scopo ci sfugge. Nel migliore dei casi – se così si può dire – evidenzia un riprovevole, ma significativa abitudine ad utilizzare le scorie nucleari».
Il campione di terreno di Khiam – dove si trovava un famigerato carcere nel quale veniva praticata la tortura quando Israele occupò il Libano meridionale tra il 1978 e il 2000 e roccaforte in prima linea di Hezbollah durante la guerra dell´estate scorsa - era un pezzo di terra rossa fatto saltare in aria dall´esplosione; il rapporto isotopico era 108, indicativo cioè della presenza di uranio arricchito. «Gli effetti sulla salute della locale popolazione civile in seguito all´uso di grosse bombe all´uranio e alla presenza nell´aria di grandi quantità di ossido di uranio – dice il rapporto Busby – è probabile siano significativi, consigliamo di cercare ulteriori tracce di queste armi nella zona e di bonificarla».
La guerra dell´estate scorsa in Libano è scoppiata dopo che alcuni guerriglieri Hezbollah hanno varcato la frontiera israeliana, catturato due soldati israeliani e uccisi altri tre. La risposta di Israele è consistita in un massiccio bombardamento dei villaggi, delle città, dei ponti e delle infrastrutture civili del Libano. I gruppi attivi nel campo dei diritti civili hanno affermato che Israele si è macchiata di crimini di guerra quando ha attaccato i civili, ma anche gli Hezbollah si sono macchiati dei medesimi crimini in quanto hanno lanciato su Israele missili modificati che in realtà erano primitive bombe a grappolo.
Tuttavia molti libanesi sono giunti da tempo alla conclusione che l´ultima guerra in Libano altro non è stato che una pretesto utilizzato da americani e iraniani, che forniscono le armi a Israele e a Hezbollah, per testare sul campo i nuovi armamenti. Così come Israele ha impiegato nei suoi attacchi missili di fabbricazione americana mai usati in battaglia, gli iraniani hanno potuto testare un razzo che ha colpito una corvetta israeliana al largo della costa libanese uccidendo quattro marinai israeliani e facendo quasi affondare l´imbarcazione sulla quale è divampato un incendio durato 15 ore. Non si sa ancora a quali conclusioni sono giunti i fabbricanti di armi in ordine alle ultime scoperte scientifiche sul probabile impiego di armi all´uranio nel Libano meridionale. Così come ancora non si conosce l´effetto di queste armi sui civili.
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