Astrea e i Titani. Le lobbies americane alla conquista del mondo

Edito da Laterza, Bari, 2003
203 pagine, € 14,00
ISBN 8842071013

di Franco Cardini

Quarta di copertina

L'Olimpo occidentale è minacciato. I vecchi dèi - le potenze statali e sovrastatali - non sono più in grado di dominare il mondo. Lo stesso Zeus americano è prigioniero dei Titani che hanno dato l'assalto all'Olimpo, i grandi poteri occulti delle multinazionali che si sono spartiti la terra e la stanno divorando. La loro vittoria coinciderà con la distruzione non solo del mito democratico ma anche dell'ordine giuridico internazionale. Sarebbe (sarà?) la morte di Astrea - la dea della Giustizia - l'avvento del caos, la sparizione della possibilità di controllo dell'esercizio del potere e della partecipazione comunitaria alle decisioni di governo.

Contenuto
Franco Cardini, apprezzato medievalista e grande esperto di cultura islamica, ha riservato questo suo ultimo saggio a un argomento di pressante attualità; un tema oggi molto discusso che in queste pagine viene affrontato in modo originale con il ricorso all’allegoria mitologica. Il libro è frutto di accurate riflessioni dell’autore sull’odierna situazione internazionale: che cosa sta accadendo dopo il crollo del vecchio ordine mondiale seguito all’11 settembre 2001? Quali sono gli equilibri in gioco? Quali le prospettive per il futuro? Franco Cardini getta sul mondo uno sguardo capace di superare le apparenze e di individuare le forze e gli interessi che agiscono in profondità determinando un panorama sociopolitico sempre più complesso. Seguendo i suoi ragionamenti sottili ma sempre espressi con magistrale chiarezza, anche i lettori meno esperti potranno avventurarsi, guidati da mano sicura, nel sentiero che li porterà a comporre, tessera dopo tessera, il variegato mosaico dei rivolgimenti internazionali. Partendo dalla constatazione che l’attentato al World Trade Center rappresenti una svolta epocale, Cardini discute la tesi sostenuta da molti osservatori, secondo cui oggi ci si trova di fronte a un momento "rivoluzionario"; un’epoca «in cui l’attuale dirigenza statunitense e i suoi "teorici" stanno ridefinendo gli equilibri del mondo e fondando un Nuovo Ordine mondiale sulla nuova, solida base dell’egemonia politica, tecnologica, finanziaria e militare degli Stati Uniti.» Superando di gran lunga questo semplice schema, le argomentazioni del saggio si susseguono in modo coraggioso, circostanziato e ben argomentato. La tesi principale si basa su pochi ma chiari fondamenti. Innanzitutto Cardini rileva che la politica del governo statunitense ha ben poco di rivoluzionario: si muove infatti nel solco di una tradizione consolidata che ha sempre puntato a difendere «lo spazio della libertà, del benessere e degli interessi statunitensi» agendo anche al di là dei propri confini nazionali, che oggi, nell’era della globalizzazione, si sono estesi al resto del mondo. Secondo l’autore, un’attenta analisi del governo Bush e dei suoi consiglieri fa sorgere il sospetto che al di sotto della superpotenza Usa si nasconda «un ben più articolato e inquietante panorama»: quello di un gigantesco "comitato di affari" costituito dalle grandi multinazionali mondiali. In queste potenti lobbies lo scrittore individua i veri motori della politica Bush, responsabili dell’indebolimento delle comunità nazionali e degli organismi sovranazionali attualmente in atto; ma non a favore di un rafforzamento degli Stati Uniti bensì a vantaggio di propri interessi economici e commerciali. Un fosco panorama quello tratteggiato da Cardini, in cui sopravvive però un barlume di speranza: «una resurrezione forte dell’ONU o la creazione di nuovi strumenti e di nuovi organismi, magari ancor oggi inimmaginabili, a garanzia comunque dei diritti dei popoli e delle nazioni, contro il "tradimento dei politici" che hanno accettato di venire "comitato di affari" delle multinazionali».

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