Razzismo, meticciato, democrazia razziale. Le politiche della razza in Brasile
Edito da Rubbettino, 2005
136 pagine, € 8,00
ISBN 8849814372
di Valeria Ribeiro Corossacz
Quarta di copertina
Siamo abituati a pensare al Brasile come a un paradiso razziale, un'isola felice in cui persone di origini e culture differenti convivono in armonia , senza sperimentare razzismo. Ma come nasce e si diffonde quest'immagine del Brasile? Quanto corrisponde alla realtà? Questo libro attraversa la storia del Brasile dalla storia della schiavitù (1888) fino ai giorni nostri per rispondere a questi interrogativi e proporci un'immagine più complessa della società brasiliana, in cui il razzismo è sempre stato presente, anche se accompagnato dalla convinzione, condivisa da ogni brasiliano, di non essere razzista. È così che scopriamo che lo stato brasiliano alla fine del XIX secolo ha favorito una politica d'immigrazione basata sulle teorie razziste con il progetto di far sparire la popolazione di origine africana, per poi n promuovere negli anni trenta la valorizzazione del meticciato a pardigma nazionale. Oggi, infine, il Brasile si scopre una società razzista e s'impegna, anche a livello istituzionale, a realizzare una piena eguaglianza tra bianchi e neri, per esempio attraverso la politica delle quote universitarie per studenti negros. Attraverso un'analisi delle diverse politiche della razza, il libro ci porta a riflettere sui modelli di relazioni sociali tra "razze" e sessi con cui storicamente si è costruita la nozione di meticciato e sulla specificità e contraddizioni della logica antiessenzialista del meticciato e sulla specificità e le contraddizioni della logica antiessenzialista del meticciato come trumento per combattere il razzismo oggi in Brasile.
Siamo abituati a pensare al Brasile come a un paradiso razziale, un'isola felice in cui persone di origini e culture differenti convivono in armonia , senza sperimentare razzismo. Ma come nasce e si diffonde quest'immagine del Brasile? Quanto corrisponde alla realtà? Questo libro attraversa la storia del Brasile dalla storia della schiavitù (1888) fino ai giorni nostri per rispondere a questi interrogativi e proporci un'immagine più complessa della società brasiliana, in cui il razzismo è sempre stato presente, anche se accompagnato dalla convinzione, condivisa da ogni brasiliano, di non essere razzista. È così che scopriamo che lo stato brasiliano alla fine del XIX secolo ha favorito una politica d'immigrazione basata sulle teorie razziste con il progetto di far sparire la popolazione di origine africana, per poi n promuovere negli anni trenta la valorizzazione del meticciato a pardigma nazionale. Oggi, infine, il Brasile si scopre una società razzista e s'impegna, anche a livello istituzionale, a realizzare una piena eguaglianza tra bianchi e neri, per esempio attraverso la politica delle quote universitarie per studenti negros. Attraverso un'analisi delle diverse politiche della razza, il libro ci porta a riflettere sui modelli di relazioni sociali tra "razze" e sessi con cui storicamente si è costruita la nozione di meticciato e sulla specificità e contraddizioni della logica antiessenzialista del meticciato e sulla specificità e le contraddizioni della logica antiessenzialista del meticciato come trumento per combattere il razzismo oggi in Brasile.
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