Goodbye Europa. Cronache di un declino economico e politico
Edito da Rizzoli, 2006
217 pagine, € 18,00
ISBN 8817013153
di Alberto Alesina, Francesco Giavazzi
Quarta di copertina
In America un procedimento giudiziario di sfratto dura circa 50 giorni. In Italia si arriva tranquillamente a 630. Tre giorni è il tempo necessario per aprire una nuova impresa in Danimarca. Un imprenditore italiano impiega 62 giorni. Da oltre un decennio, mentre gli Stati Uniti producono ricchezza, sviluppo e innovazione, l'Europa attraversa una fase di stagnazione economica. Ouali le cause? Alberto Alesina e Francesco Giavazzi offrono indicazioni decisive per interpretare la crisi del Vecchio Continente. L'Europa ha bisogno di maggior concorrenza, non di aumentare le infrastrutture pubbliche. Iniziative pro-crescita, come l'Agenda di Lisbona, non risolveranno i problemi dell'Europa, anzi possono essere controproducenti. Le università europee hanno bisogno di più mercato, non di più denaro. Le aziende europee hanno bisogno di meno tasse, di un mercato del lavoro meno regolato e di mercati dei prodotti che funzionino meglio, non di sussidi e protezioni. L'Europa ha solo bisogno dei giusti incentivi e di rimettersi a lavorare. Deve anche prepararsi a gestire società multietniche, un tema di fronte al quale gli europei sono impreparati e che potrebbe divenire esplosivo. Questo non significa che l'Europa debba semplicemente adottare in toto il modello americano: vi sono aspetti del welfare europeo che sono efficienti e debbono essere preservati. Significa che esiste una "terza via", a metà strada tra il modello americano e quello europeo?
In America un procedimento giudiziario di sfratto dura circa 50 giorni. In Italia si arriva tranquillamente a 630. Tre giorni è il tempo necessario per aprire una nuova impresa in Danimarca. Un imprenditore italiano impiega 62 giorni. Da oltre un decennio, mentre gli Stati Uniti producono ricchezza, sviluppo e innovazione, l'Europa attraversa una fase di stagnazione economica. Ouali le cause? Alberto Alesina e Francesco Giavazzi offrono indicazioni decisive per interpretare la crisi del Vecchio Continente. L'Europa ha bisogno di maggior concorrenza, non di aumentare le infrastrutture pubbliche. Iniziative pro-crescita, come l'Agenda di Lisbona, non risolveranno i problemi dell'Europa, anzi possono essere controproducenti. Le università europee hanno bisogno di più mercato, non di più denaro. Le aziende europee hanno bisogno di meno tasse, di un mercato del lavoro meno regolato e di mercati dei prodotti che funzionino meglio, non di sussidi e protezioni. L'Europa ha solo bisogno dei giusti incentivi e di rimettersi a lavorare. Deve anche prepararsi a gestire società multietniche, un tema di fronte al quale gli europei sono impreparati e che potrebbe divenire esplosivo. Questo non significa che l'Europa debba semplicemente adottare in toto il modello americano: vi sono aspetti del welfare europeo che sono efficienti e debbono essere preservati. Significa che esiste una "terza via", a metà strada tra il modello americano e quello europeo?
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