Uranio impoverito. La verità. Giulia Di Pietro intervista Falco Accame

Edito da Malatempora, 2006
101 pagine, € 10,00
ISBN 8884250366

di Falco Accame, Giulia Di Pietro

Quarta di copertina

La verità sull'uranio impoverito, criminale prodotto della guerra, ma anche della disonestà di chi produce e per la guerra e per la pace, grida in queste righe di uno dei grandi vecchi del nostro sentire civile. E' il generale Falco Accame, forse unico che nelle forze armate, e poi da parlamentare e poi da cittadino si sia battuto per la verità dell'agghiacciante mortifero uranio impoverito che, silenzioso e implacabile, uccide. Mentre i media fingono, tacciono, distorcono, sottovalutano. Mentre la commissione parlamentare che per anni ha cercato di tirar per le lunghe è arrivata a conclusioni vergognose, che insultano le molte, molte morti che esso ha prodotto, produce e produrrà, se non sarà fermato.

Dopo la vergogna di Marghera, questa dell'uranio impoverito è l'altra grande vergogna italiana la più terribile delle menzogne all'italiana.
Recensione

«La contaminazione con la polvere UI inquina cibo ed acqua. Non mangiate assolutamente cibo non controllato. Particelle che fossero state inalate possono causare danni ai tessuti interni nel lungo termine. […] L’UI è un metallo pesante chimicamente tossico e radioattivo». Queste sono le disposizioni di sicurezza per le forze della KFOR operanti nei Balcani del 22 novembre 1999. Queste disposizioni sono arrivate con grande ritardo. I militari statunitensi si erano preoccupati della questione subito dopo la guerra del Golfo, mentre i militari francesi avevano emanato questa disposizione anni prima. Sei lunghi anni sono trascorsi prima che venissero resi noti i rischi da uranio impoverito ai militari e ai civili italiani.

Nel frattempo bisogna tener conto, secondo alcune stime di 40-50 morti e 300 ammalati, secondo altre di 30 morti e 80 ammalati. I dati esatti non sono conosciuti visto che l’UI viene usato anche in territorio italiano per le esercitazioni nei poligoni di tiro. Ulteriore scandalo è causato dalla mancata attuazione della legge che consentirebbe ai malati di usufruire di un indennizzo.

Di fronte a questa vergognosa situazione tutta italiana, interviene il Ministero della Difesa per bocca del suo Ministro Martino, secondo la cui relazione i nostri militari impiegati all’estero non corrono nessun pericolo riguardo all’uranio impoverito, non lo usano loro e non lo usano militari di altri paesi che collaborano con loro.

Una lunga intervista al generale Accame utile per smascherare senza prese di posizioni ideologiche tutte le bugie e le mezze verità raccontate sull’UI.

Filippo Di Blasi

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