Da Agenzia Fides del 01/04/2006
Originale su http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=9137&lan=ita

Ciad: l'UNHCR condanna il reclutamento forzato dei rifugiati del Darfur

N’Djamena - L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) condanna fermamente il reclutamento forzato di rifugiati sudanesi del Darfur da parte di diversi gruppi armati in alcuni dei campi gestiti dall'Agenzia nel Ciad orientale, in violazione della natura civile dell'asilo e dei campi.

L'UNHCR invita tutte le parti coinvolte a porre fine a queste attività nei campi, tra i quali quelli di Treguine, Breidjing e Farchana. Questi tre campi sono situati tra Abeche, capoluogo del Ciad orientale, e la città di confine di Adre. Dalle indagini condotte dall'UNCHR e dalle testimonianze dei rifugiati risulta che il reclutamento ha avuto luogo tra il pomeriggio di venerdì 17 marzo e domenica 19, un fine settimana durante il quale nei campi era presente un numero ridotto di operatori umanitari.

Non è la prima volta che l'UNHCR riceve notizia di casi simili. All'inizio di marzo, l'Agenzia era stata informata di un reclutamento forzato nel campo di Kounoungou, vicino alla città di Guereda. Anche se attualmente l'UNHCR non è in grado di fornire dati certi, le prime stime indicano che diverse centinaia di uomini sarebbero stati reclutati a Treguine, Breidjing e Farchana. I rifugiati hanno riferito che sarebbero stati presi di mira soprattutto ragazzi e uomini di età compresa tra i 15 e i 35 anni, alcuni anche più giovani.

La maggior parte dei rifugiati è stata reclutata con la forza, mentre alcuni hanno aderito volontariamente. Non è ancora del tutto chiaro chi sia responsabile di questa operazione di reclutamento e in questa fase l'UNHCR non ritiene opportuno avanzare ipotesi. Si può comunque affermare che alcuni dei rifugiati reclutati hanno già fatto ritorno ai campi, riferendo ai funzionari dell'UNHCR di essere stati portati in centri di addestramento oltre confine, in Darfur.

Questi fatti confermano la situazione di crescente insicurezza su entrambi i lati del confine tra Ciad e Sudan, situazione che l'Alto Commissario António Guterres sta mettendo in evidenza da mesi. Si ha anche notizia di scontri avvenuti ieri nell'area tra le città di Ade e di Modeina, nel Ciad orientale, circa 100 chilometri a sud di Adre. Non vi sono indicazioni che facciano pensare che l'attività di reclutamento nei tre campi sia proseguita dopo domenica 19 marzo. Tuttavia, è possibile che alcuni giovani rifugiati, per il timore di essere reclutati, si stiano nascondendo nei villaggi vicini, fuori dei campi del Ciad. Dopo le prime indagini nei campi, la scorsa settimana l'UNHCR ha tenuto diversi incontri di alto livello con le autorità ciadiane, nei quali ha sottolineato con forza che la natura civile dei campi va preservata e rispettata in ogni circostanza. Il reclutamento forzato dei rifugiati, in particolare dei minori, giunti in Ciad in cerca di asilo, è assolutamente inaccettabile.

In Ciad orientale, nei 12 campi gestiti dall'UNHCR lungo la frontiera, si trovano più di 200mila rifugiati provenienti dalla regione sudanese del Darfur.

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