Da Nuova Agenzia Radicale del 21/05/2006
Originale su http://www.quaderniradicali.it/agenzia/index.php?op=read&nid=8478
Filippine: iniziato dibattito parlamentare sull'abolizione della pena di morte
La Camera dei Rappresentanti filippina ha iniziato il dibattito sul disegno di legge che prevede l’abolizione della pena di morte nel paese: si tratta del Disegno di legge 4826, “Legge per la proibizione dell’applicazione della pena capitale nelle Filippine”, già classificato come urgente dalla presidente Gloria Macapagal-Arroyo.
Per il deputato Edcel Lagman, uno dei firmatari del disegno, l’applicazione della pena di morte nel paese non rispetta la legge, che richiede l’esistenza di “ragioni convincenti” per giustificare la sua imposizione.
Citando cifre fornite dalla Polizia Nazionale Filippina, Langman ha evidenziato come l’applicazione in passato della pena capitale nel paese non abbia portato ad una diminuzione dei crimini.
”E’ più probabile che l’effetto deterrente sia costituito non dalla severità della pena, ma dalla rapidità dell’arresto, del processo, e dalla certezza della condanna in caso la colpevolezza venga provata al di là del ragionevole dubbio”, ha detto Lagman, che ha poi ridimensionato il vasto sostegno pubblico in favore della pena di morte, definendolo un prodotto della “disinformazione e non basato sui fatti”.
Se l’opinione pubblica fosse informata sulla realtà della pena di morte e sulla crudeltà delle esecuzioni – sostiene il Deputato - molte persone chiederebbero la sua abolizione.
“Lo Stato non dovrebbe essere condizionato dall’opinione popolare. Deve agire per il bene di tutti, non soltanto della maggioranza. E’ veramente penoso per lo Stato commettere omicidi perché la maggioranza lo esige”.
Per il deputato Edcel Lagman, uno dei firmatari del disegno, l’applicazione della pena di morte nel paese non rispetta la legge, che richiede l’esistenza di “ragioni convincenti” per giustificare la sua imposizione.
Citando cifre fornite dalla Polizia Nazionale Filippina, Langman ha evidenziato come l’applicazione in passato della pena capitale nel paese non abbia portato ad una diminuzione dei crimini.
”E’ più probabile che l’effetto deterrente sia costituito non dalla severità della pena, ma dalla rapidità dell’arresto, del processo, e dalla certezza della condanna in caso la colpevolezza venga provata al di là del ragionevole dubbio”, ha detto Lagman, che ha poi ridimensionato il vasto sostegno pubblico in favore della pena di morte, definendolo un prodotto della “disinformazione e non basato sui fatti”.
Se l’opinione pubblica fosse informata sulla realtà della pena di morte e sulla crudeltà delle esecuzioni – sostiene il Deputato - molte persone chiederebbero la sua abolizione.
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