Da La Repubblica del 20/06/2006
Originale su http://www.repubblica.it/news/ired/ultimora/2006/rep_nazionale_n_15944...

Commercio equo: per crescere punta a grande distribuzione

Il commercio equo e solidale (Cees) per crescere deve guardare alla grande distribuzione organizzata, la sola che puo' consentire, in prospettiva, volumi di vendita apprezzabili: e' quanto risulta dalla prima indagine nazionale sul commercio equo, a cura del Centro di Ricerche sulla Cooperazione dell'Universita' Cattolica e del Dipartimento di Economia politica dell'Universita' degli Studi di Milano-Bicocca. La ricerca era cominciata nel 2003 con i finanziamenti della Cooperazione Italiana allo sviluppo, della Compagnia di San Paolo, dell'Associazione delle Casse di Risparmio, di Cariparma, della Fondazione di Piacenza e Vigevano e della Provincia e del Comune di Milano. Le Botteghe del Cees sono un fenomeno nato alla fine degli anni '80, che nel triennio 2000-03 si e' strutturato in una rete che conta tra il 60 e il 70% dei punti vendita attuali. Oggi le Botteghe del Mondo sono circa 400, distribuite in prevalenza a nord-ovest (38%) e nord-est (22,6%), meno al sud, nelle isole (20,7%) e al centro (18,7%). La forma piu' diffusa e' quella dell'associazione (52,2%) e cooperativa (24,4%). Il fatturato complessivo e' di 54,39 milioni di euro l'anno - suddiviso a meta' fra artigianato e beni alimentari - a fronte di 54,51 milioni di uscite. Il disavanzo, per la precisione, e' di 121 mila euro. Il saldo negativo condiziona l'occupazione. Nel 2005 risultavano impiegati nel settore appena 461 dipendenti e 479 collaboratori, cui vanno aggiunti 4.412 volontari e 51 tra obiettori e giovani in servizio civile. Tanti, anzi tantissimi, invece i soci che partecipano al progetto: sono 58 mila le persone che contribuiscono economicamente alla costituzione di associazioni (52,2% dei casi) o di cooperative (24,4%) destinate all'apertura delle Botteghe.

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