Da Agenzia Fides del 30/06/2006
Originale su http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=9938&lan=ita
Centrafrica: tensione per lo sconfinamento di ribelli ciadiani
Bangui - Cresce la preoccupazione nella Repubblica Centrafricana per i violenti scontri dei giorni scorsi tra l’esercito centrafricano e le forze della CEMAC (Comunità Economica e Monetaria dell’Africa Centrale), da una parte, e i ribelli ciadiani che sono sconfinati in territorio centrafricano, dall’altra.
Gli scontri, che si sono verificati a Gordil, più di 800 chilometri a nord-est della capitale Bangui, non lontano dalla frontiera con il Ciad, hanno provocato una trentina di vittime tra i ranghi dei ribelli ciadiani e una decina di morti tra le fila dell’esercito centrafricano e delle forze della CEMAC.
“Il Centrafrica è un po’ un vaso di coccio in mezzo ai vasi di ferro” dice una fonte della Chiesa locale contattata dall’Agenzia Fides a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana. “Il Paese è uscito dalla guerra civile, con una struttura statale debole, un sistema di sicurezza ancora in fase di ristrutturazione ed è dipendente dagli aiuti esterni per potere pagare gli stipendi degli impiegati statali. In queste condizioni, è facile per forze esterne infiltrarsi nel Paese per usarlo come base arretrata per le proprie operazioni”.
“Sono avvenimenti particolarmente gravi, che dimostrano che il territorio centrafricano è diventato terreno di scontro per gli oppositori del regime di N’Djamena” ha affermato un portavoce del governo centrafricano. “La Repubblica Centrafricana non ha nemici, ma non intende farsi dettare la sua politica da individui senza fede né legge” ha concluso il portavoce governativo riaffermando il sostegno “ai regimi fratelli eletti democraticamente”.
Da maggio il Presidente centrafricano François Bozizé, alleato del Presidente ciadiano Idriss Deby, ha denunciato diverse violazioni della sovranità del suo Paese da parte di ribelli ciadiani ostili all’attuale assetto di potere a N’Djamena. Deby ha aiutato Bozizé a prendere il potere in Centrafrica nel 2003 dopo una guerra civile. A sua volta il Presidente ciadiano è minacciato da una ribellione che ha base lungo il confine con il Sudan e la Repubblica Centrafricana.
“Sullo sfondo di questi avvenimenti, vi sono complesse manovre di potenze regionali ed extra africane desiderose di sfruttare le risorse dell’area, in particolare il petrolio del Ciad e di quello del Sudan” conclude la fonte di Fides.
Gli scontri, che si sono verificati a Gordil, più di 800 chilometri a nord-est della capitale Bangui, non lontano dalla frontiera con il Ciad, hanno provocato una trentina di vittime tra i ranghi dei ribelli ciadiani e una decina di morti tra le fila dell’esercito centrafricano e delle forze della CEMAC.
“Il Centrafrica è un po’ un vaso di coccio in mezzo ai vasi di ferro” dice una fonte della Chiesa locale contattata dall’Agenzia Fides a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana. “Il Paese è uscito dalla guerra civile, con una struttura statale debole, un sistema di sicurezza ancora in fase di ristrutturazione ed è dipendente dagli aiuti esterni per potere pagare gli stipendi degli impiegati statali. In queste condizioni, è facile per forze esterne infiltrarsi nel Paese per usarlo come base arretrata per le proprie operazioni”.
“Sono avvenimenti particolarmente gravi, che dimostrano che il territorio centrafricano è diventato terreno di scontro per gli oppositori del regime di N’Djamena” ha affermato un portavoce del governo centrafricano. “La Repubblica Centrafricana non ha nemici, ma non intende farsi dettare la sua politica da individui senza fede né legge” ha concluso il portavoce governativo riaffermando il sostegno “ai regimi fratelli eletti democraticamente”.
Da maggio il Presidente centrafricano François Bozizé, alleato del Presidente ciadiano Idriss Deby, ha denunciato diverse violazioni della sovranità del suo Paese da parte di ribelli ciadiani ostili all’attuale assetto di potere a N’Djamena. Deby ha aiutato Bozizé a prendere il potere in Centrafrica nel 2003 dopo una guerra civile. A sua volta il Presidente ciadiano è minacciato da una ribellione che ha base lungo il confine con il Sudan e la Repubblica Centrafricana.
“Sullo sfondo di questi avvenimenti, vi sono complesse manovre di potenze regionali ed extra africane desiderose di sfruttare le risorse dell’area, in particolare il petrolio del Ciad e di quello del Sudan” conclude la fonte di Fides.
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