Da La Nuova Ecologia del 18/07/2006
Originale su http://www.lanuovaecologia.it/inquinamento/nucleare/6119.php
Energia: il G8 punta sul nucleare
In disaccordo quasi su tutto Bush e Putin si ritrovano sulla politica energetica. Il comunicato congiunto di Legambiente, Forum Ambientalista e Contratto Mondiale Energia
In disaccordo su quasi tutto Bush e Putin si ritrovano invece, nel mettere al centro della loro politica energetica, il nucleare. Coprendolo con la necessità di impedire la proliferazione a scopi terroristici si impegnano proprio per rilanciare il nucleare civile.
Una cattiva scelta, del tutto opposta a quella necessaria e cioè il risparmio energetico, lo sviluppo della produzione da fonti rinnovabili, coerenti con il rispetto del protocollo di Kyoto nel rispetto del clima e della sicurezza ambientale. Ci auguriamo che l'Europa e l'Italia, il cui programma di governo non prevede il ricorso al nucleare, ma poltiche orientate alla riduzione della domanda di energia, di sviluppo delle rinnovabili, e di riduzione delle emissioni climalteranti come indica il protocollo di Kyoto, non seguano questa strada.
Il nucleare non risponderebbe comunque ai bisogni energetici dell'umanita', per la scarsita' dell'uranio, l'alto impatto ambientale derivante dal trattamento del combustibile e delle scorie. Le illusioni di un nucleare sicuro si sono finora dimostrate inattendibili con il fallimento del programma di reattori superveloci e l'aleatorieta' della “fusione”. Esso risponde invece a due motivazioni fondamentali: essere premessa degli armamenti nucleari; imporre una gestione centralizzata e militarizzata della catena energetica. Elementi questi, che garantiscono ai paesi militarmente piu' potenti di dominare il resto del Pianeta. E' quindi inaccettabile la proposta di uscire dai fossili rilanciando il nucleare.
Elettricità e calore vanno invece prodotti con le risorse solari e utilizzati con razionalità, efficienza e senso del limite. Solo così si può garantire a tutti l'accesso all'energia e di conseguenza combattere la povertà ed il sottosviluppo, limitare i cambiamenti climatici e l'inquinamento dell'aria che l'attuale tipo di sviluppo produce, limitare l'impatto ambientale e sociale della produzione e trasformazione di energia su larga scala, ivi inclusa la realizzazione di grandi dighe.
Decentralizzando la produzione di energia si favorisce democrazia e partecipazione perché sole, vento, biomasse, più in generale le rinnovabili, sono fonti distribuite sul territorio, non monopolizzabili, come invece petrolio, carbone, metano e nucleare. Creando le condizioni per ridurre le cause di guerra e di terrorismo che stanno sconvolgendo la Terra.
Maurizio Gubbiotti - Legambiente
Ciro Pesacane - Forum Ambientalista
Gianni Naggi - Contratto Mondiale Energia
Una cattiva scelta, del tutto opposta a quella necessaria e cioè il risparmio energetico, lo sviluppo della produzione da fonti rinnovabili, coerenti con il rispetto del protocollo di Kyoto nel rispetto del clima e della sicurezza ambientale. Ci auguriamo che l'Europa e l'Italia, il cui programma di governo non prevede il ricorso al nucleare, ma poltiche orientate alla riduzione della domanda di energia, di sviluppo delle rinnovabili, e di riduzione delle emissioni climalteranti come indica il protocollo di Kyoto, non seguano questa strada.
Il nucleare non risponderebbe comunque ai bisogni energetici dell'umanita', per la scarsita' dell'uranio, l'alto impatto ambientale derivante dal trattamento del combustibile e delle scorie. Le illusioni di un nucleare sicuro si sono finora dimostrate inattendibili con il fallimento del programma di reattori superveloci e l'aleatorieta' della “fusione”. Esso risponde invece a due motivazioni fondamentali: essere premessa degli armamenti nucleari; imporre una gestione centralizzata e militarizzata della catena energetica. Elementi questi, che garantiscono ai paesi militarmente piu' potenti di dominare il resto del Pianeta. E' quindi inaccettabile la proposta di uscire dai fossili rilanciando il nucleare.
Elettricità e calore vanno invece prodotti con le risorse solari e utilizzati con razionalità, efficienza e senso del limite. Solo così si può garantire a tutti l'accesso all'energia e di conseguenza combattere la povertà ed il sottosviluppo, limitare i cambiamenti climatici e l'inquinamento dell'aria che l'attuale tipo di sviluppo produce, limitare l'impatto ambientale e sociale della produzione e trasformazione di energia su larga scala, ivi inclusa la realizzazione di grandi dighe.
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