Da Ansa del 18/07/2006
Originale su http://www.ansa.it/main/notizie/rubriche/approfondimenti/2006071818543...

Italia: polacchi al lavoro come schiavi, liberati dai cc

BARI - Affamati di pane e lavoro, sfruttati e mal pagati, persino picchiati e ridotti in fin di vita se si fossero ribellati. E dietro a tutto questo anche un paio di morti sospette catalogate come suicidi su cui ci saranno ulteriori indagini. E' la sorte toccata per almeno un paio d'anni a centinaia di polacchi giunti in Italia allettati da offerte di lavoro e finiti come schiavi nelle campagne del foggiano per mano di un'organizzazione internazionale.

''Non erano luoghi di lavoro, ma veri e propri lager'' ha affermato il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, commentando oggi a Bari in una conferenza stampa l'operazione dei carabinieri del Ros e della Compagnia di Foggia che ha portato a decine di arresti. Sedici persone, fra cui, unico italiano, un imprenditore agricolo di Orta Nova (Foggia), sono finite in carcere in Italia su ordinanza di custodia cautelare del gip del tribunale di Bari, Giuseppe De Benedictis, richiesta dai pm Lorenzo Lerario e Giovanni Colangelo, della procura distrettuale antimafia di Bari. In quattro, su mandato di arresto europeo e nell'ambito della stessa inchiesta, sono stati arrestati in Polonia, e nello stesso Paese altri 15 sono finiti in carcere per procedimenti penali autonomi ma collegati a questa operazione. Altre sette persone sono ancora ricercate fra Italia e Polonia.

'Terra promessa' hanno definito i carabinieri il blitz di stamani, perche' cosi' immaginavano le campagne foggiane i polacchi che, pagando 150-200 euro ciascuno, vi giungevano trasportati a bordo di camion o furgoni dopo aver attraversato una fetta dell'Est europeo. Rispondevano ad annunci pubblicati su quotidiani polacchi o, in qualche caso, venivano contattati direttamente. In prospettiva c'erano allettanti offerte di lavoro in Italia; la realta' e' che dietro a un'apparente truffa c'era un'organizzazione dedita alla tratta di esseri umani e alla riduzione in schiavitu'.

Perche' quei polacchi ingaggiati soprattutto per la raccolta del pomodoro erano costretti a lavorare anche per 15 ore al giorno con una retribuzione dai due ai cinque euro all'ora. Chi non era in buone condizioni di salute, e dava forfait per un giorno, pagava una penale di 20 euro. Una fatica che non poteva essere certamente compensata da un rancio con pane e acqua o poco piu', e da un riposo stentato in vecchi casolari su materassi distesi per terra senza luce, ne' acqua, ne' alcun modo di riscaldarsi nelle notti piu' fredde.

''E' stata la prima applicazione di un reato transnazionale dopo la convenzione di Palermo del 2000, ratificata di recente dall'Italia e da altri Paesi'' ha sottolineato il procuratore antimafia Grasso, ricordando la collaborazione instaurata sia tra procura distrettuale antimafia di Bari e procura di Cracovia, che tra carabinieri e polizia polacca tramite l'Europol.

La procura distrettuale antimafia di Bari ha raccolto tutti i procedimenti penali aperti dalla procura di Foggia su denunce di lavoratori polacchi sfuggiti a questa nuova forma di schiavitu', o di cittadini polacchi che non avevano piu' notizie di famigliari partiti per lavorare in Italia. Le inchieste sono state unificate, in Italia e in Polonia sono stati aperti contemporaneamente procedimenti penali contestando l'associazione per delinquere con l'aggravante del reato transnazionale. E all'alba di oggi e' scattato il blitz dei carabinieri, che ha permesso di 'liberare' un centinaio di lavoratori polacchi ormai allo stremo delle forze.

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