Da Agenzia Fides del 13/09/2006
Originale su http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=10369&lan=ita

La strage dei civili continua

Sudan: allarme della comunità internazionale per il Darfur

Khartoum - “Ho visto gli Antonov sudanesi prepararsi per un attacco. Mi ricorda la situazione all'inizio del 2003. Il messaggio che abbiamo ricevuto è molto chiaro: vi sono attacchi che colpiscono i civili e le zone popolate da civili”. Così Pekka Haavisto, inviato speciale dell'Unione Europea, lancia l'allarme sul degrado della situazione nel Darfur, la regione dell'ovest del Sudan nella quale da più di 3 anni si sta consumando una gravissima crisi umanitaria, a causa degli attacchi delle milizie filogovernative contro la popolazione civile.

A fine agosto anche il personale del Jesuit Refugees Service (JRS) che lavora nel nord del Darfur ha segnalato nel suo report un peggioramento delle condizioni di sicurezza nella regione, in particolare nell'area di Mellit, al nord. La firma dell'accordo di pace del 5 maggio scorso non ha in nessun modo contribuito alla stabilizzazione della situazione. “Tre dei gruppi che non hanno firmato l'accordo di pace si sono uniti formando il National Redemption Front (NRF) e hanno scatenato una serie di violenze, rivendicando un numero sempre maggiore di territori”, affermava il 28 luglio Elaine Jepsen, Direttrice del Progetto del JRS in Sudan. La responsabile dell'organizzazione umanitaria riportava inoltre una concentrazione di truppe governative e di mezzi militari nella zona di Mellit, che sembra preparare quella che potrebbe essere un'offensiva proprio nella zona nord della città. Ci sono due voli giornalieri che portano armamenti e la notte atterrano aerei carichi di truppe da Khartoum.

Le dichiarazioni dell'International Rescue Committee (IRC) nel sud del Darfur del 23 agosto, confermano ciò che il personale del JRS vede direttamente sul campo. Il personale del IRC riporta che più di 200 donne sono state violentate nelle ultime cinque settimane soltanto nei dintorni

del campo sfollati più grande del Darfur, il campo di Kalma. Un dato allarmante, che costituisce un altro indicatore del precipitare della situazione nella regione.

A El Kasher sono stati rilevati casi di colera e l'Organizzazione Mondiale per la Sanità insieme all'Agenzia delle Nazioni Unite per l'Infanzia (UNICEF) hanno chiesto al JRS di farsi carico dell'educazione sanitaria per la prevenzione del colera, all'interno delle sue classi. “Stiamo valutando la loro richiesta”, afferma la Signora Jespen.

Nel Darfur decine di migliaia di persone sono state uccise e 2 milioni e mezzo di persone sono state costrette a fuggire dalle loro abitazione da quando i ribelli hanno preso le armi all'inizio del 2003. La corte criminale internazionale (ICC) sta conducendo un'inchiesta per verificare se nella regione sono stati commessi crimini di guerra. Il governo del Sudan ha rifiutato una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che prevede di schierare più di 20.000 “Caschi Blu” nel Darfur.

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