La corsa alla conquista dello spazio costa cara e la Cina non esclude la possibilita' di finanziarla con il turismo "stellare". Due anni dopo aver messo in orbita il primo taikonauta, Pechino vuole gia' arrivare sulla Luna e lanciare una massiccia campagna di invio di satelliti. Sun Laiyan, a capo del programma spaziale cinese, ha sottolineato che i costi dell'ente sono molto inferiori di quelli della Nasa e che lo scopo e' di portare benefici anche ai cinesi piu' poveri: i contadini. "Il successo nelle nostre missioni spaziali con equipaggio" ha detto Sun durante una conferenza stampa per presentare il nuovo piano quinquennale dell'ente, "e' motivo di orgoglio per il nostro Paese". L'anno prossimo e' in programma l'invio di una sonda orbitante intorno alla Luna e non e' escluso che presto un turista spaziale salga a bordo di una capsula 'made in China'. "Quando la nostra tecnologia sara' piu' matura" ha detto Sun, "piu' affidabile, ci sara' la possibilita' di avere a bordo non solo turisti maschi, ma persino donne". Sun ha difeso il budget miliardario dell'ente, sottolineando che Pechino spende un decimo dei 19 miliardi di dollari versati ogni anno nella casse della Nasa. "Siamo convinti che il programma spaziale cinese possa risolvere molti problemi economici e sociali" ha detto, facendo riferimento alla diffusione a tappeto delle trasmissioni televisive che fino a 20 fa erano off-limits in regioni remote come lo Yunnan; alle previsioni del tempo e agli esperimenti sulle granaglie a gravita' zero.