Da Punto Informatico del 03/11/2006
Originale su http://www.punto-informatico.it/p.aspx?id=1735085
P2P: le major alla guerra d'Australia
IFPI prepara il terreno alle prossime campagne contro gli utenti e cerca la complicità dei provider per buttare fuori dalla rete chi sgarra. Altrimenti - avverte - farà cambiare le leggi del paese
Canberra - Suona come un ultimatum quello che IFPI ha rivolto agli utenti australiani: chi userà Internet per condividere o scaricare musica illegalmente verrà buttato fuori dalla rete dal proprio provider. Una posizione illustrata dalla stampa locale secondo cui la Federazione internazionale dei fonografici sta preparando una nuova offensiva contro il file sharing, per la prima volta indirizzata al paese dei canguri.
Raccontano le cronache che nei giorni scorsi il CEO e chairman di IFPI, John Kennedy, sia giunto in Australia allo scopo di incontrare i provider del paese e cercare la loro collaborazione. Il progetto di IFPI è far sì che qualora l'industria segnali ad un fornitore di accesso che un proprio cliente è impegnato in attività di downloading illegale, allora l'ISP cancelli il suo account e lo sbatta fuori da Internet.
Kennedy sostiene che tutti i maggiori operatori, nei contratti che propongono ai propri clienti, prevedono che l'uso illegale della rete comporti la cessazione del servizio e spera quindi di riuscire a convincere i provider che non serve un tribunale in quanto sarebbe sufficiente la segnalazione dell'industria. Questo è un approccio già collaudato in altri paesi con esiti alterni: sono in realtà ben pochi i fornitori di connettività disposti a perdere un cliente su sollecitazione dell'industria, in assenza di una denuncia e del pronunciamento di un tribunale.
Ma Kennedy ha già messo le mani avanti: se i provider non collaboreranno l'industria discografica si muoverà per ottenere nuove e più restrittive leggi, come accaduto già in molti paesi, Italia compresa. "Questo - dice Kennedy - stiamo chiedendo ai governi: se i provider non sono disposti a farlo volontariamente, siete pronti a regolamentare voi la materia?".
Il chairman dei fonograficiA margine di queste iniziative, Kennedy (nella foto) ha ripercorso questi anni di guerra senza quartiere alla pirateria online, concretizzatasi in decine di migliaia di denunce contro singoli utenti. "Quando abbiamo iniziato la nostra lotta contro la pirateria online - ha dichiarato alla stampa il vertice IFPI - ci trovavamo in un mercato ostile. Media e politici sembravano preoccupati del nostro approccio draconiano. Poi ci siamo seduti attorno ad un tavolo e ne abbiamo discusso.. C'è stato un cambiamento epocale perché hanno capito che se non avessimo fatto queste azioni allora questo settore industriale, che fornisce occupazione, coltiva talenti, stimola la cultura locale e fornisce straordinario intrattenimento ai consumatori, era destinato a crollare".
E mentre IFPI si avvia a dar la caccia ai canguri, The Pirate Bay, il maggiore tra i siti di riferimento per gli utenti del download condiviso di BitTorrent, annuncia che il proprio database continua a crescere esponenzialmente, diventando sempre più centrale per milioni di utenti. La notizia l'ha ripresa Slyck.com e i numeri in campo fanno riflettere: il sito torrentizio è da tempo nel mirino delle major che però non sembrano riuscire a fermarlo. Avevano ottenuto un intervento delle forze dell'ordine che lo ha tenuto off line per tre giorni: quando è riapparso in rete, con una nuova struttura e una dislocazione internazionale dei suoi server, The Pirate Bay è sembrato più saldo che mai.
A dimostrare che il mondo del P2P legato a BitTorrent va aggregandosi e sviluppandosi rapidamente, arrivano anche le notizie relative a myBittorrent.com: il celebre sito ha varato un sistema di scambio-link con altri portali BitTorrent per avviare uno scambio di database dei link e moltiplicare le opportunità di download per gli utenti di tutti i siti coinvolti.
Raccontano le cronache che nei giorni scorsi il CEO e chairman di IFPI, John Kennedy, sia giunto in Australia allo scopo di incontrare i provider del paese e cercare la loro collaborazione. Il progetto di IFPI è far sì che qualora l'industria segnali ad un fornitore di accesso che un proprio cliente è impegnato in attività di downloading illegale, allora l'ISP cancelli il suo account e lo sbatta fuori da Internet.
Kennedy sostiene che tutti i maggiori operatori, nei contratti che propongono ai propri clienti, prevedono che l'uso illegale della rete comporti la cessazione del servizio e spera quindi di riuscire a convincere i provider che non serve un tribunale in quanto sarebbe sufficiente la segnalazione dell'industria. Questo è un approccio già collaudato in altri paesi con esiti alterni: sono in realtà ben pochi i fornitori di connettività disposti a perdere un cliente su sollecitazione dell'industria, in assenza di una denuncia e del pronunciamento di un tribunale.
Ma Kennedy ha già messo le mani avanti: se i provider non collaboreranno l'industria discografica si muoverà per ottenere nuove e più restrittive leggi, come accaduto già in molti paesi, Italia compresa. "Questo - dice Kennedy - stiamo chiedendo ai governi: se i provider non sono disposti a farlo volontariamente, siete pronti a regolamentare voi la materia?".
Il chairman dei fonograficiA margine di queste iniziative, Kennedy (nella foto) ha ripercorso questi anni di guerra senza quartiere alla pirateria online, concretizzatasi in decine di migliaia di denunce contro singoli utenti. "Quando abbiamo iniziato la nostra lotta contro la pirateria online - ha dichiarato alla stampa il vertice IFPI - ci trovavamo in un mercato ostile. Media e politici sembravano preoccupati del nostro approccio draconiano. Poi ci siamo seduti attorno ad un tavolo e ne abbiamo discusso.. C'è stato un cambiamento epocale perché hanno capito che se non avessimo fatto queste azioni allora questo settore industriale, che fornisce occupazione, coltiva talenti, stimola la cultura locale e fornisce straordinario intrattenimento ai consumatori, era destinato a crollare".
E mentre IFPI si avvia a dar la caccia ai canguri, The Pirate Bay, il maggiore tra i siti di riferimento per gli utenti del download condiviso di BitTorrent, annuncia che il proprio database continua a crescere esponenzialmente, diventando sempre più centrale per milioni di utenti. La notizia l'ha ripresa Slyck.com e i numeri in campo fanno riflettere: il sito torrentizio è da tempo nel mirino delle major che però non sembrano riuscire a fermarlo. Avevano ottenuto un intervento delle forze dell'ordine che lo ha tenuto off line per tre giorni: quando è riapparso in rete, con una nuova struttura e una dislocazione internazionale dei suoi server, The Pirate Bay è sembrato più saldo che mai.
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