Da Ansa del 28/10/2006
Italia: via la pena morte anche per reati di guerra sì praticamente unanime a legge Boato
ROMA - Un voto pressoche' unanime contro la pena di morte. Alla Camera maggioranza e opposizione si ritrovano unite nell'approvazione della legge Boato, che vieta il ricorso alla pena di morte anche per i reati militari in caso di guerra. I deputati favorevoli sono stati 474, soltanto un no e nessun astenuto.
La legge, che va ora all'esame del Senato, modifica l'articolo 27 della Carta Costituzionale. Oggi dice che ''non e' ammessa la pena di morte se non nei casi previsti dalle leggi militari di guerra''; la legge Boato cancella con un tratto di penna il riferimento ai codici militari e fa restare solo il divieto assoluto: ''Non e' ammessa la pena di morte''. Senza nessuna eccezione.
Tutti d'accordo i gruppi parlamentari, anche quelli piu' schierati per il ''pugno di ferro'' nella lotta alla criminalita', come An e la Lega Nord.
Con la modifica costituzionale viene sanata una situazione paradossale. La pena di morte e' gia' stata abolita nei codici militari nel 1994. Ma nella Costituzione, l'articolo 27 non era stato mai modificato, e lasciava aperta la possibilita' di un ritorno alla pena capitale per i reati militari in caso di guerra.
Promotore della battaglia e' stato il verde Marco Boato. E' da circa dieci anni che il parlamentare presenta disegni di legge per eliminare ogni riferimento alla pena di morte nella legislazione italiana. Questa sera e' soddisfatto, ma fa appello al Senato: ''Ringrazio tutti, ma questa e' la terza volta che la Camera approva una legge del genere. Ogni volta non si e' riusciti a completare l'iter legislativo. Mi auguro che questa volta a palazzo Madama non ci siano problemi''.
La discussione si e' intrecciata con la battaglia contro la pena di morte nel mondo. Il deputato della Rosa nel Pugno Sergio D'Elia, segretario dell'associazione ''Nessuno tocchi Caino'' ha polemizzato con il governo. Secondo D'Elia, l'esecutivo italiana, su pressione della Francia, ha rinunciato a presentare una risoluzione all'Onu per la moratoria delle esecuzioni capitali nel mondo.
La legge, che va ora all'esame del Senato, modifica l'articolo 27 della Carta Costituzionale. Oggi dice che ''non e' ammessa la pena di morte se non nei casi previsti dalle leggi militari di guerra''; la legge Boato cancella con un tratto di penna il riferimento ai codici militari e fa restare solo il divieto assoluto: ''Non e' ammessa la pena di morte''. Senza nessuna eccezione.
Tutti d'accordo i gruppi parlamentari, anche quelli piu' schierati per il ''pugno di ferro'' nella lotta alla criminalita', come An e la Lega Nord.
Con la modifica costituzionale viene sanata una situazione paradossale. La pena di morte e' gia' stata abolita nei codici militari nel 1994. Ma nella Costituzione, l'articolo 27 non era stato mai modificato, e lasciava aperta la possibilita' di un ritorno alla pena capitale per i reati militari in caso di guerra.
Promotore della battaglia e' stato il verde Marco Boato. E' da circa dieci anni che il parlamentare presenta disegni di legge per eliminare ogni riferimento alla pena di morte nella legislazione italiana. Questa sera e' soddisfatto, ma fa appello al Senato: ''Ringrazio tutti, ma questa e' la terza volta che la Camera approva una legge del genere. Ogni volta non si e' riusciti a completare l'iter legislativo. Mi auguro che questa volta a palazzo Madama non ci siano problemi''.
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