Da ITNews del 08/11/2006
Originale su http://www.itnews.it/news/2006,750,itnl6b08,1108,,,122325.html
Ambiente: australiani pronti a pagare per ridurre l'effetto serra
Una stragrande maggioranza di elettori conservatori chiedono che l'Australia firmi il protocollo di Kyoto
Roma - Due terzi degli australiani sono pronto a pagare di tasca propria se questo serve a ridurre le emissioni di gas sera. E' quanto emerge da un sondaggio condotto dalla AcNielsen che evidenzia che nove persone su 10 considerano il riscaldamento globale un problema e il 62% sono scontenti della risposta del governo conservatore di John Howard, che per proteggere l'industria del carbone è rimasto l'unico fra i paesi industrializzati, insieme con gli Stati Uniti, a non aver ratificato il protocollo di Kyoto.
Agli oltre 1400 elettori è stato chiesto anche di elencare quattro delle strategie considerate maggiormente efficaci. Il 49% ha scelto l'energia solare, il 19% è in sostegno di una carbon tax sul carburante (chaumenta il prezzo a seconda della quantità di CO2 emessa), e il 17% si dice favore dell energia nucleare, in quanto non produce emissioni di gas serra. Gli elettori più pessimisti sono risultati quelli del Nuovo Galles del sud, lo stato più popoloso con capitale Sydney, e del Territorio della capitale, Canberra.
In particolare, secondo un altro sondaggio (pubblicato su Newspoll la settimana scorsa) una stragrande maggioranza di elettori conservatori chiedono che l'Australia firmi il protocollo di Kyoto, introduca imposte sulle emissioni prodotte dalle industrie e intervenga con urgenza per mettere fine alla dipendenza dall'energia alimentata dal carbone. Un risultato che dimostra come la posizione di Howard in materia di ambiente lo abbia isolato anche dai suoi sostenitori. I risultati indicano che il 79% degli australiani vogliono che il governo ratifichi Kyoto e ne rispetti gli obiettivi. Fra gli elettori conservatori, la proporzione e solo leggermente minore, del 71%. La percentuale di chi chiede una conversione dalla dipendenza dal carbone alle fonti rinnovabili, è del 91% fra tutti gli elettori e del 90% fra i conservatori. Quattro elettori su cinque, e il 77 dei conservatori, sostengono che le industrie inquinanti debbano pagare imposte sulle emissioni.
Agli oltre 1400 elettori è stato chiesto anche di elencare quattro delle strategie considerate maggiormente efficaci. Il 49% ha scelto l'energia solare, il 19% è in sostegno di una carbon tax sul carburante (chaumenta il prezzo a seconda della quantità di CO2 emessa), e il 17% si dice favore dell energia nucleare, in quanto non produce emissioni di gas serra. Gli elettori più pessimisti sono risultati quelli del Nuovo Galles del sud, lo stato più popoloso con capitale Sydney, e del Territorio della capitale, Canberra.
In particolare, secondo un altro sondaggio (pubblicato su Newspoll la settimana scorsa) una stragrande maggioranza di elettori conservatori chiedono che l'Australia firmi il protocollo di Kyoto, introduca imposte sulle emissioni prodotte dalle industrie e intervenga con urgenza per mettere fine alla dipendenza dall'energia alimentata dal carbone. Un risultato che dimostra come la posizione di Howard in materia di ambiente lo abbia isolato anche dai suoi sostenitori. I risultati indicano che il 79% degli australiani vogliono che il governo ratifichi Kyoto e ne rispetti gli obiettivi. Fra gli elettori conservatori, la proporzione e solo leggermente minore, del 71%. La percentuale di chi chiede una conversione dalla dipendenza dal carbone alle fonti rinnovabili, è del 91% fra tutti gli elettori e del 90% fra i conservatori. Quattro elettori su cinque, e il 77 dei conservatori, sostengono che le industrie inquinanti debbano pagare imposte sulle emissioni.
Sullo stesso argomento
Articoli in archivio
Domani comincia a Montreal il summit sul clima. Si prevede un forte schieramento a favore di misure più elastiche
Gas serra, è guerra sui nuovi limiti
L'allargamento di Kyoto a rischio: l'incognita sono Cina e India
Gas serra, è guerra sui nuovi limiti
L'allargamento di Kyoto a rischio: l'incognita sono Cina e India
di Antonio Cianciullo su La Repubblica del 27/11/2005
L’intesa, resa nota ieri nel Laos, punta su carbone pulito e auto a idrogeno, ma non è vincolante. Allarme di Greenpeace
Patto segreto anti Kyoto, l’Europa protesta
Anche il Giappone aderisce all’accordo tra Usa, Cina e India. Negoziato nascosto da un anno
Patto segreto anti Kyoto, l’Europa protesta
Anche il Giappone aderisce all’accordo tra Usa, Cina e India. Negoziato nascosto da un anno
di Ennio Caretto su Corriere della Sera del 29/07/2005
L´accordo politico raggiunto solo per la costruzione di una rete di monitoraggio antitsunami nell´oceano indiano
Catastrofi, fallisce il summit di Kobe
Nessun piano decennale per la prevenzione, veto Usa sul clima
Catastrofi, fallisce il summit di Kobe
Nessun piano decennale per la prevenzione, veto Usa sul clima
di Antonio Cianciullo su La Repubblica del 22/01/2005