Da La Repubblica del 02/12/2005
Il grado d'Appello sulla vicenda dei processi 'aggiustati' conferma le pene per l'avvocato di Forza Italia e Attilio Pacifico
Sme, Previti condannato a 5 anni. "Sentenza come colpo di pistola"
La dura reazione dell'imputato: "E' un'esecuzione pianificata Vado avanti per dimostrare che il sistema giudiziario è morto"
MILANO - Confermata la condanna a Cesare Previti nel processo d'Appello Sme. I giudici della corte d'appello di Milano hanno ribadito la condanna per il senatore di Forza Italia a cinque anni così come quella di Attilio Pacifico a quattro, mentre hanno ridotto la pena a sette anni per l'ex capo del Gip di Roma Renato Squillante che in primo grado era stato condannato a otto anni.
Secco il commento del diretto interessato, l'avvocato Cesare Previti, deputato di Forza Italia e ministro della Difesa nel primo governo Berlusconi: "Rispetto questa sentenza come si rispetta un colpo di pistola, un'esecuzione pianificata". "Dovrei essere sorpreso - sottolinea Previti - di una condanna che arriva al termine di un processo partito da un teste integralmente falso, che addirittura ha recentemente confessato di essere stato imbeccato ed eterodiretto, come io sostenevo da dieci anni, un dibattimento fondato su un fascicolo di prove inesistenti, inventate, e quindi cadute proprio perché inventate, dal quale sono scomparsi atti e documenti molto importanti, comunque in grado di dimostrare ancora di più la mia totale e assoluta innocenza, dove in sede d'appello non trova spazio nemmeno la ritrattazione del testimone d'accusa".
"Ma - aggiunge - non sono meravigliato. Perché sono anni che subisco dei non processi". "Naturalmente - conclude - continuerò a battermi fino in fondo, per ottenere ciò che nessuno finora mi ha dato: giustizia. E' un diritto della collettività, di cui faccio parte, accertare fino a che punto il sistema giudiziario è malato, se è moribondo o, addirittura, morto".
Nel testo della sentenza emessa oggi dal tribunale di Milano al processo Sme si legge: "La Corte, visti gli articoli 592 e 605 cpp, in parziale riforma della sentenza emessa dal Tribunale di Milano in data 22/11/2003, appellata dagli imputati Pacifico Attilio, Previti Cesare, Squillante Renato, Squillante Mariano e Squillante Fabio, nonché dal Procuratore della Repubblica e dalla parte civile Cir Spa, riduce la pena inflitta a Squillante Renato ad anni 7 di reclusione. Conferma nel resto. Rigetta la domanda risarcitoria avanzata dalla parte civile Cir spa con l'atto di appello nei confronti di Pacifico Attilio, Previti Cesare e Squillante Renato relativamente al capo a della rubrica.
Condanna gli imputati Pacifico Attilio, Previti Cesare, Squillante Mariano e Squillante Fabio, in solido, al pagamento delle spese del grado, nonché Pacifico Attilio, Previti Cesare e Squillante Renato, in solido, alla rifusione delle spese sostenute dalla parte civile Presidenza del Consiglio dei ministri per questo grado di giudizio, spese che liquida in complessivi euro 80 mila. Fissa il termine di giorni 70 per il deposito della motivazione".
La sentenza d'appello conferma, in sostanza, il verdetto di primo grado. Tutti gli imputati sono stati infatti prosciolti dall'accusa di aver "aggiustato" la causa civile relativa alla Sme, mentre sono stati condannati Renato Squillante (7 anni) per corruzione in atti giudiziari, Cesare Previti (5 anni) e Attilio Pacifico (4 anni) per corruzione in relazione ai 434 mila dollari partiti da un conto estero di Silvio Berlusconi e approdati, nel marzo 1991, su un deposito nella disponibilità dell'allora capo dei Gip romani, Squillante.
Secco il commento del diretto interessato, l'avvocato Cesare Previti, deputato di Forza Italia e ministro della Difesa nel primo governo Berlusconi: "Rispetto questa sentenza come si rispetta un colpo di pistola, un'esecuzione pianificata". "Dovrei essere sorpreso - sottolinea Previti - di una condanna che arriva al termine di un processo partito da un teste integralmente falso, che addirittura ha recentemente confessato di essere stato imbeccato ed eterodiretto, come io sostenevo da dieci anni, un dibattimento fondato su un fascicolo di prove inesistenti, inventate, e quindi cadute proprio perché inventate, dal quale sono scomparsi atti e documenti molto importanti, comunque in grado di dimostrare ancora di più la mia totale e assoluta innocenza, dove in sede d'appello non trova spazio nemmeno la ritrattazione del testimone d'accusa".
"Ma - aggiunge - non sono meravigliato. Perché sono anni che subisco dei non processi". "Naturalmente - conclude - continuerò a battermi fino in fondo, per ottenere ciò che nessuno finora mi ha dato: giustizia. E' un diritto della collettività, di cui faccio parte, accertare fino a che punto il sistema giudiziario è malato, se è moribondo o, addirittura, morto".
Nel testo della sentenza emessa oggi dal tribunale di Milano al processo Sme si legge: "La Corte, visti gli articoli 592 e 605 cpp, in parziale riforma della sentenza emessa dal Tribunale di Milano in data 22/11/2003, appellata dagli imputati Pacifico Attilio, Previti Cesare, Squillante Renato, Squillante Mariano e Squillante Fabio, nonché dal Procuratore della Repubblica e dalla parte civile Cir Spa, riduce la pena inflitta a Squillante Renato ad anni 7 di reclusione. Conferma nel resto. Rigetta la domanda risarcitoria avanzata dalla parte civile Cir spa con l'atto di appello nei confronti di Pacifico Attilio, Previti Cesare e Squillante Renato relativamente al capo a della rubrica.
Condanna gli imputati Pacifico Attilio, Previti Cesare, Squillante Mariano e Squillante Fabio, in solido, al pagamento delle spese del grado, nonché Pacifico Attilio, Previti Cesare e Squillante Renato, in solido, alla rifusione delle spese sostenute dalla parte civile Presidenza del Consiglio dei ministri per questo grado di giudizio, spese che liquida in complessivi euro 80 mila. Fissa il termine di giorni 70 per il deposito della motivazione".
La sentenza d'appello conferma, in sostanza, il verdetto di primo grado. Tutti gli imputati sono stati infatti prosciolti dall'accusa di aver "aggiustato" la causa civile relativa alla Sme, mentre sono stati condannati Renato Squillante (7 anni) per corruzione in atti giudiziari, Cesare Previti (5 anni) e Attilio Pacifico (4 anni) per corruzione in relazione ai 434 mila dollari partiti da un conto estero di Silvio Berlusconi e approdati, nel marzo 1991, su un deposito nella disponibilità dell'allora capo dei Gip romani, Squillante.
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