Da RaiUtile del 29/11/2005
Originale su http://www.raiutile.rai.it/notizia.jsp?id=1651
Sviluppo sostenibile: quali fonti energetiche
Lo sviluppo economico ha determinato un innalzamento della qualità di vita e per contro un impatto sull'ambiente difficilmente sostenibile. L'idea di sviluppo nel mondo occidentale si è coniugata con l'errata propensione ad abusare del sistema ambiente non considerando gli effetti globali che si sarebbero poi innescati. I problemi emersi riguardano l'eccessiva produzione di rifiuti, la perdita delle biodiversità, l'uso esasperato di fonti energetiche non rinnovabili e l'inquinamento da combustibili fossili. Nel suo processo di antropizzazione e gestione, il mondo occidentale industrializzato utilizza, ancora oggi, circa l'80 % dell'intera energia derivante dalla combustione di fonti fossili (petrolio, carbone e metano). L'impatto sull'ecosistema (clima, buco dell'ozono, inquinamento dell'aria e dell'acqua ecc.) appare negativo condizionando la qualità della vita non più a livello di micro sistema ma a scala globale. Fonti energetiche nel mondo: Petrolio 38% Carbone 24% Gas 20% Biomasse 8% Nucleare 6% Idrauliche 2% Nuove fonti rinnovabili 2% Per preservare la sopravvivenza del nostro pianeta i paesi industrializzati si stanno indirizzando verso un modello di sviluppo sostenibile, che risponda alle esigenze attuali e salvaguardi quelle future. Tale indirizzo di salvaguardia dell'ambiente deve essere modello di riferimento anche per i paesi in via di sviluppo. L'uso di fonti energetiche rinnovabili rientra nelle strategie perseguibili in relazione al contributo in sicurezza dell'intero sistema energetico (produzione, distribuzione ed uso finale), all'evidente riduzione d'impatto ambientale e sviluppo in termini di tutela del territorio , consapevolezza sociale, crescita economica ed occupazionale.
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