Da Gazzetta del Mezzogiorno del 01/12/2005
Originale su http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_dallapuglia_NOTIZIA_PROV_01...
«Questi clan avevano il monopolio della droga e dell’estorsione»
TARANTO - L’operazione antidroga di questa mattina ha permesso di smantellare una potente organizzazione che aveva la gestione, in monopolio, di numerose attività illecite in provincia di Taranto.
Le indagini sono partite da un efferato fatto di sangue avvenuto a Gandoli, nell’agosto del 2002, quando alcuni banditi si fronteggiarono a colpi di pistola per un dissidio nato da un’estorsione ai danni di un commerciante. Le complesse attività - spiegano gli investigatori - si sono sviluppate nel tempo permettendo di individuare «prove inoppugnabili» a carico di 40 soggetti che hanno perpetrato rapine in danno di esercizi commerciali, realizzato furti di vario genere, imposto il pagamento del “pizzo” a numerosi commercianti e smerciato considerevoli quantitativi di cocaina ed eroina nella provincia pugliese. L’organizzazione è stata stroncata proprio nel momento della sua massima espansione, realizzata attraverso una serie di accordi con altri sottogruppi a cui venivano delegati compiti ad hoc: in particolare, per quel che riguarda il traffico di droga sono stati stretti patti con piccole bande formate da cittadini marocchini, slavi, tunisini e bosniaci che fungevano da contatto per il reperimento della cocaina e dell’eroina da rivendere in città.
Nel corso degli approfondimenti investigativi sono già state arrestate 7 persone e sequestrate 7 pistole, nonché ingenti quantità di cocaina. L’operazione è stata coordinata dalla Direzione centrale per i servizi antidroga.
L’attività rientra nell’ambito di un complesso piano operativo nazionale avviato dal Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato, tendente a smantellare le reti criminali annidate nelle cosiddette «regioni a rischio». In particolare, l’attività investigativa, dopo aver assestato colpi durissimi ai clan mafiosi storici, è stata indirizzata ad individuare le nuove organizzazioni che tentano di occupare gli spazi lasciati liberi dai vecchi clan. Con questa strategia, attuata oggi a Taranto, si tenta di arginare, sul nascere, l’espansione di nuovi ceppi delinquenziali.
Le indagini sono partite da un efferato fatto di sangue avvenuto a Gandoli, nell’agosto del 2002, quando alcuni banditi si fronteggiarono a colpi di pistola per un dissidio nato da un’estorsione ai danni di un commerciante. Le complesse attività - spiegano gli investigatori - si sono sviluppate nel tempo permettendo di individuare «prove inoppugnabili» a carico di 40 soggetti che hanno perpetrato rapine in danno di esercizi commerciali, realizzato furti di vario genere, imposto il pagamento del “pizzo” a numerosi commercianti e smerciato considerevoli quantitativi di cocaina ed eroina nella provincia pugliese. L’organizzazione è stata stroncata proprio nel momento della sua massima espansione, realizzata attraverso una serie di accordi con altri sottogruppi a cui venivano delegati compiti ad hoc: in particolare, per quel che riguarda il traffico di droga sono stati stretti patti con piccole bande formate da cittadini marocchini, slavi, tunisini e bosniaci che fungevano da contatto per il reperimento della cocaina e dell’eroina da rivendere in città.
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