Da asianews.it del 12/01/2006
Originale su http://www.asianews.it/view.php?l=it&art=5105
ASIA – AUSTRALIA – STATI UNITI
I Paesi che inquinano di più chiedono alle industrie di diminuire i gas serra
Diminuzione dei gas serra e aumento della temperatura della terra sono stati i temi principali dell’incontro fra Stati Uniti, Australia, Giappone, Cina, Corea del sud e India. Protestano gli ambientalisti che definiscono i colloqui un diversivo per distogliere l’attenzione dal rifiuto dei governi di Stati Uniti ed Australia di sottoscrivere il protocollo di Kyoto.
Sydney - Rappresentati dei Paesi con i tassi di inquinamento più alti del mondo si sono riuniti a Sydney in una conferenza di due giorni. I politici hanno discusso una linea comune per spingere gli industriali a diminuire in modo volontario le emissioni di gas nocivi, hanno stanziato fondi per le industrie ed hanno concluso un accordo multimilionario per sviluppare energia pulita. All’incontro, organizzato dalla “Associazione Asia – Pacifico per il clima e lo sviluppo ecologico”, erano presenti rappresentanti di Stati Uniti, Australia, Giappone, Cina, Corea del sud, India e dozzine di dirigenti di aziende energetiche. Questi Paesi, ha dichiarato il governo australiano, rappresentano il 45% della popolazione mondiale e vantano quasi la metà del prodotto interno lordo mondiale. Consumano però quasi il 50% dell’energia mondiale prodotta ed emettono quasi il 50% dei gas serra.
Il gruppo, per ridurre le emissioni di gas serra, ha dichiarato di aver preso provvedimenti per favorire uno sviluppo ecologico con tecnologie più efficienti. Non sono state però prese misure analoghe a quelle di Kyoto per il taglio di emissioni, dato che, secondo Stai Uniti ed Australia, questo graverebbe sulla loro economia. Le industrie si regoleranno quindi da sole senza indirizzi specifici, obiettivi da rispettare o tasse da pagare a seconda della quantità di gas emessi nell’atmosfera.
Ian Macfarlane, ministro delle infrastrutture australiano, ha dichiarato che è tempo per le imprese private di adottare un piano per fermare il riscaldamento globale. Samuel Bodman, segretario all’energia Usa, ha aggiunto che chiederà agli industriali di cercare soluzioni per risolvere il problema dell’inquinamento. “Saranno le aziende del settore privato le protagoniste delle scelte industriali che possono risolvere il problema della riduzione dei gas serra”, ha dichiarato Bodman. Ci si aspetta inoltre che la classe politica faccia pressione per una riduzione delle emissioni nei confronti di colossi come la Exxon Mobil nel settore petrolifero, o Rio Tinto e Peabody Energy che hanno un giro di affari di milioni di dollari nell’estrazione dei minerali. Mike Morris, presidente dell’associazione “American Eletric Power”, ha dichiarato che l’industria è pronta ad investire centinaia di migliaia di dollari in energia pulita. La sua azienda da sola ha già assegnato 20 miliardi di dollari per costruire centrali elettriche di ultima generazione. “Sono già stati fatti molti progressi grazie alla volontà delle industrie”, ha dichiarato Morris dopo la conclusione del primo giorno di colloqui.
L’incontro è contestato dagli ambientalisti, che lo definiscono un diversivo per distogliere l’attenzione dal rifiuto dei governi di Stati Uniti ed Australia di sottoscrivere il protocollo di Kyoto, che vincola i Paesi a tagliare le emissioni di gas serra entro il 2012. Gli ambientalisti sostengono che la scelta di incentrare l’incontro sulla sperimentazione di nuove tecnologie di combustibili fossili toglie fondi a quella che è la vera necessità, cioè la ricerca nel campo delle energie rinnovabili come quelle solare, eolica e geotermica. Anthony Patt, del Centro universitario di Boston per gli studi ambientali ed energetici, ha affermato che la dichiarazione unilaterale degli industriali di diminuire le emissioni è destinata al fallimento. “E’ chiaro – ha detto - che gli accordi di natura volontaria per la riduzione delle emissioni, anche se accompagnate da sussidi governativi per lo sviluppo di nuove tecnologie, offrono ben poche garanzie”. Danny Kennedy, uno dei responsabili di Greenpeace, ha detto che gli ambientalisti sono irritati che il governo abbia convocato un incontro sull’ambiente che promuove un’economia basata sull’utilizzo di risorse minerarie. “E’ chiaro che si tratta di una conferenza per continuare la vendita di carbone e uranio”, ha dichiarato. “Noi chiediamo invece un incontro per risolvere il problema del riscaldamento della terra”. Riguardo l’uranio, Bodman aveva dichiarato che la comunità internazionale deve prendere in considerazione l’energia nucleare come alternativa alla diminuzione di energia che produce gas serra, dato che la domanda globale di elettricità salirà nei prossimi 20 anni. “Sono convinto – ha detto Bodman - che nel futuro l’energia nucleare sarà una condizione necessaria”.
Il gruppo, per ridurre le emissioni di gas serra, ha dichiarato di aver preso provvedimenti per favorire uno sviluppo ecologico con tecnologie più efficienti. Non sono state però prese misure analoghe a quelle di Kyoto per il taglio di emissioni, dato che, secondo Stai Uniti ed Australia, questo graverebbe sulla loro economia. Le industrie si regoleranno quindi da sole senza indirizzi specifici, obiettivi da rispettare o tasse da pagare a seconda della quantità di gas emessi nell’atmosfera.
Ian Macfarlane, ministro delle infrastrutture australiano, ha dichiarato che è tempo per le imprese private di adottare un piano per fermare il riscaldamento globale. Samuel Bodman, segretario all’energia Usa, ha aggiunto che chiederà agli industriali di cercare soluzioni per risolvere il problema dell’inquinamento. “Saranno le aziende del settore privato le protagoniste delle scelte industriali che possono risolvere il problema della riduzione dei gas serra”, ha dichiarato Bodman. Ci si aspetta inoltre che la classe politica faccia pressione per una riduzione delle emissioni nei confronti di colossi come la Exxon Mobil nel settore petrolifero, o Rio Tinto e Peabody Energy che hanno un giro di affari di milioni di dollari nell’estrazione dei minerali. Mike Morris, presidente dell’associazione “American Eletric Power”, ha dichiarato che l’industria è pronta ad investire centinaia di migliaia di dollari in energia pulita. La sua azienda da sola ha già assegnato 20 miliardi di dollari per costruire centrali elettriche di ultima generazione. “Sono già stati fatti molti progressi grazie alla volontà delle industrie”, ha dichiarato Morris dopo la conclusione del primo giorno di colloqui.
L’incontro è contestato dagli ambientalisti, che lo definiscono un diversivo per distogliere l’attenzione dal rifiuto dei governi di Stati Uniti ed Australia di sottoscrivere il protocollo di Kyoto, che vincola i Paesi a tagliare le emissioni di gas serra entro il 2012. Gli ambientalisti sostengono che la scelta di incentrare l’incontro sulla sperimentazione di nuove tecnologie di combustibili fossili toglie fondi a quella che è la vera necessità, cioè la ricerca nel campo delle energie rinnovabili come quelle solare, eolica e geotermica. Anthony Patt, del Centro universitario di Boston per gli studi ambientali ed energetici, ha affermato che la dichiarazione unilaterale degli industriali di diminuire le emissioni è destinata al fallimento. “E’ chiaro – ha detto - che gli accordi di natura volontaria per la riduzione delle emissioni, anche se accompagnate da sussidi governativi per lo sviluppo di nuove tecnologie, offrono ben poche garanzie”. Danny Kennedy, uno dei responsabili di Greenpeace, ha detto che gli ambientalisti sono irritati che il governo abbia convocato un incontro sull’ambiente che promuove un’economia basata sull’utilizzo di risorse minerarie. “E’ chiaro che si tratta di una conferenza per continuare la vendita di carbone e uranio”, ha dichiarato. “Noi chiediamo invece un incontro per risolvere il problema del riscaldamento della terra”. Riguardo l’uranio, Bodman aveva dichiarato che la comunità internazionale deve prendere in considerazione l’energia nucleare come alternativa alla diminuzione di energia che produce gas serra, dato che la domanda globale di elettricità salirà nei prossimi 20 anni. “Sono convinto – ha detto Bodman - che nel futuro l’energia nucleare sarà una condizione necessaria”.
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