Vienna - L'Iran ha già ripreso le proprie attività di arricchimento dell'uranio. Lo riferiscono fonti diplomatiche a Vienna, presso l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, precisando che negli ultimi giorni l'uranio in forma gassosa prodotto a Isfahan sarebbe stato immesso nelle centrifughe. Questa sarebbe la prima procedura che può condurre sia alla produzione di combustibile per fini civili che alla confezione di materiale fissile, il nucleo cioè di una bomba atomica.

I 12 ispettori dell'Aiea, quindi, prendendo atto della decisione iraniana, hanno concordato di rimuovere i sigilli e le telecamere che erano stati messi negli impianti di Natanz e Isfahan, dopo la sospensione delle attività decisa da Teheran in vista dei negoziati con l'Unione europea nell'autunno del 2003.

Un portavoce del governo iraniano, Gholamhossein Elham, aveva annunciato in precedenza che in ogni caso l'Iran avrebbe ripreso le sue attività di arricchimento dell'uranio prima della nuova seduta a Vienna dell'Agenzia dell'Onu, in programma il 6 marzo prossimo. Per quel giorno è previsto il nuovo rapporto sulle ispezioni.

Il capo dell'Ente russo per l'energia atomica (Rosatom), sarà in visita a Teheran alla fine del mese come precedentemente preventivato. A confermarlo sono stati funzionari di Mosca. Sergei Kiriyenko è atteso nella capitale iraniana il 23 o 27 febbraio, ha precisato il suo portavoce, Sergei Novikov, parlando con Radio Ekho Moskvy. Oltre a questioni relative alla cooperazione nucleare bilaterale, Kirienko ha in programma una visita nell'impianto di Bushehr.

Dipenderà poi dalla parte iraniana - ha affermato un funzionario di Rosatom - se entrerà a far parte dei colloqui anche il tema del programma congiunto di arricchimento dell'uranio. In mattinata, un portavoce del governo di Teheran aveva annunciato che l'Iran per il momento non intende affrontare l'argomento con i russi: i colloqui su questo tema, aveva detto Gholam-Hussein Elham, non si svolgeranno come anticipato il prossimo giovedì a Mosca. Più volte il ministero degli Esteri iraniano aveva invece confermato in precedenza la data del 16 febbraio per i colloqui.