Da Ansa del 08/02/2006
Originale su http://www.ansa.it/main/notizie/fdg/200602082119230488/200602082119230...
Eco-energia: Bruxelles traccia la strada per i biocarburanti
BRUXELLES - Produrre eco-energie: e' la nuova parola d'ordine che sembra mettere tutti d'accordo in Europa e oggi Bruxelles ha preso l'iniziativa indicando la strada per dare nuovo impulso alla produzione di biocarburanti nell'Ue.
La Commissione europea ne e' convinta: con il prezzo del greggio che continua ad essere elevato e i seri problemi che pone il suo approvvigionamento, ci sono le condizioni per tracciare un quadro coerente per un utilizzo su vasta scala di biodiesel e bioetanolo in Europa.
I vantaggi - nonostante un percorso ancora tutto in salita - appaiono evidenti: nuovi sbocchi per gli agricoltori ed in particolare per i paesi - come l'Italia - che dovranno riconvertire parte della loro produzione bieticola-saccarifera; riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra; una minore dipendenza alle importazioni di combustibili fossili e nuove opportunita' economiche per i paesi in via di sviluppo.
Per la commissaria europea all'agricoltura Mariann Fischer Boel ci sono i margini per incentivare la produzione di materie agricole a fini energetici in quanto attualmente solo due milioni di ettari vengono utilizzati in Europa per le produzioni energetiche il che rappresenta appena l'1,4% dell'energia consumata nell'Ue. Per raggiungere invece gli obiettivi previsti della direttiva europea - ossia al 2010 il 5,75% dell'energia consumata dovrebbe provenire dai biocarburanti - sarebbe necessario utilizzare tra i 15 e i 17 milioni di ettari.
A livello mondiale poi la domanda potrebbe esplodere: sta crescendo la domanda giapponese - spiegano gli esperti - e la Cina sta gia' correndo ai ripari.
Con la sua nuova strategia, Bruxelles traccia le direttrici da sviluppare e tra queste c'e' l'obiettivo di ampliare le forniture di materia prime. La Commissione Ue, in particolare, vuole che lo zucchero destinato a produrre bioetanolo possa beneficiare dei regimi di sostegno della politica agricola comune (Pac) e studia le possibilita' che offrono la trasformazione delle scorte Ue di cereali e l'utilizzo dei sottoprodotti animali e dei rifiuti puliti.
Sostenere i paesi in via di sviluppo e' un secondo importante obiettivo sottolineato oggi dal commissario europeo allo sviluppo, Louis Michel, secondo cui l'impulso alla produzione di biocarburanti servirebbe destinato in primo luogo al consumo interno di questi paesi. A questo fine Bruxelles e' pronta a garantire i finanziamenti previsti ai paesi Acp (dell'Africa, Caraibi e Pacifico) che aderiscono al protocollo sullo zucchero e che hanno subito l'impatto della recente riforma europea.
La svolta per abbattere sensibilmente i costi del biocarburante in Europa e' attesa dall'attivita' di ricerca, grazie al settimo programma quadro europeo e dalla 'piattaforma tecnologica sui biocarburanti, portata avanti dall'industria.
Non meno importante appare il fattore ambientale. Studi a disposizione dell'Ue dimostrano che il ricorso al biodiesel o al bioetanolo possono ridurre le emissione di gas ad effetto serra tra il 20 e il 70%. Quando si giungera' alla seconda generazione delle produzioni, grazie anche alle nuove tecnologie e al ricorso a oli vegetali, la riduzione sara' piu' rilevante.
Il tempo stringe e la Commissione europea ha deciso di pubblicare ancora quest'anno una relazione sul possibile riesame della direttive europea del 2003 sui biocarburanti, in cui dovra' prendere in esame la possibilita' di introdurre obiettivi obbligatori per i biocarburanti.
Fischer boel ha concluso mettendo in guardia: ''Perdere il treno ora significhera' perdere tutte queste possibilita'''.
La Commissione europea ne e' convinta: con il prezzo del greggio che continua ad essere elevato e i seri problemi che pone il suo approvvigionamento, ci sono le condizioni per tracciare un quadro coerente per un utilizzo su vasta scala di biodiesel e bioetanolo in Europa.
I vantaggi - nonostante un percorso ancora tutto in salita - appaiono evidenti: nuovi sbocchi per gli agricoltori ed in particolare per i paesi - come l'Italia - che dovranno riconvertire parte della loro produzione bieticola-saccarifera; riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra; una minore dipendenza alle importazioni di combustibili fossili e nuove opportunita' economiche per i paesi in via di sviluppo.
Per la commissaria europea all'agricoltura Mariann Fischer Boel ci sono i margini per incentivare la produzione di materie agricole a fini energetici in quanto attualmente solo due milioni di ettari vengono utilizzati in Europa per le produzioni energetiche il che rappresenta appena l'1,4% dell'energia consumata nell'Ue. Per raggiungere invece gli obiettivi previsti della direttiva europea - ossia al 2010 il 5,75% dell'energia consumata dovrebbe provenire dai biocarburanti - sarebbe necessario utilizzare tra i 15 e i 17 milioni di ettari.
A livello mondiale poi la domanda potrebbe esplodere: sta crescendo la domanda giapponese - spiegano gli esperti - e la Cina sta gia' correndo ai ripari.
Con la sua nuova strategia, Bruxelles traccia le direttrici da sviluppare e tra queste c'e' l'obiettivo di ampliare le forniture di materia prime. La Commissione Ue, in particolare, vuole che lo zucchero destinato a produrre bioetanolo possa beneficiare dei regimi di sostegno della politica agricola comune (Pac) e studia le possibilita' che offrono la trasformazione delle scorte Ue di cereali e l'utilizzo dei sottoprodotti animali e dei rifiuti puliti.
Sostenere i paesi in via di sviluppo e' un secondo importante obiettivo sottolineato oggi dal commissario europeo allo sviluppo, Louis Michel, secondo cui l'impulso alla produzione di biocarburanti servirebbe destinato in primo luogo al consumo interno di questi paesi. A questo fine Bruxelles e' pronta a garantire i finanziamenti previsti ai paesi Acp (dell'Africa, Caraibi e Pacifico) che aderiscono al protocollo sullo zucchero e che hanno subito l'impatto della recente riforma europea.
La svolta per abbattere sensibilmente i costi del biocarburante in Europa e' attesa dall'attivita' di ricerca, grazie al settimo programma quadro europeo e dalla 'piattaforma tecnologica sui biocarburanti, portata avanti dall'industria.
Non meno importante appare il fattore ambientale. Studi a disposizione dell'Ue dimostrano che il ricorso al biodiesel o al bioetanolo possono ridurre le emissione di gas ad effetto serra tra il 20 e il 70%. Quando si giungera' alla seconda generazione delle produzioni, grazie anche alle nuove tecnologie e al ricorso a oli vegetali, la riduzione sara' piu' rilevante.
Il tempo stringe e la Commissione europea ha deciso di pubblicare ancora quest'anno una relazione sul possibile riesame della direttive europea del 2003 sui biocarburanti, in cui dovra' prendere in esame la possibilita' di introdurre obiettivi obbligatori per i biocarburanti.
Fischer boel ha concluso mettendo in guardia: ''Perdere il treno ora significhera' perdere tutte queste possibilita'''.
Sullo stesso argomento
Articoli in archivio
Cala la superficie agricola europea (ma raddoppia quella bio)
La SAU europea scesa del 2,5 % dal 1990 al 2000, ma quella dedicata all'agricoltura biologica passa dall'1.8% al 3.7% in 5 anni.
La SAU europea scesa del 2,5 % dal 1990 al 2000, ma quella dedicata all'agricoltura biologica passa dall'1.8% al 3.7% in 5 anni.
su Le Vif del 03/01/2006
su Greenreport del 28/09/2006
di Pier Francesco Galgani su Pagine di Difesa del 24/07/2006
News in archivio
Francia: al distributore benzina, diesel e... bioetanolo
E l'Ue dà il via a nuovi contributi per incentivare i biocarburanti anche negli ultimi Paesi membri
E l'Ue dà il via a nuovi contributi per incentivare i biocarburanti anche negli ultimi Paesi membri
su Greenreport del 26/09/2006
su La Nuova Ecologia del 10/07/2006