Da Villaggio Globale del 06/03/2006
Originale su http://www.vglobale.it/VG/Articoli.php?UID=1753
Italia/Energia: quando il «verde»... inquina
La biomassa è una fonte di energia particolarmente flessibile e pulita che può risolvere più di un problema: dagli scarti all'energia. Ma in quest'Italia sgangherata e incapace di programmazione duratura può accadere che un'iniziativa di per sé sostenibile diventi fonte di insostenibilità. Sembra questa la strada intrapresa, in alcune parti d'Italia, per le biomasse.
Come in tutte le operazioni economiche vanno fatti i calcoli e le valutazioni costi/benefici. In Svezia, Finlandia e altri paesi, oltre a «pulire» la comunità dagli scarti umidi provenienti da boschi, giardini e campagne, si sono impiantati veri e propri «giacimenti» che con tagli programmati si auto sostengono.
Da noi qual è la trovata geniale? Impiantare le centrali nei parchi. Certo, ci si può chiedere: che ci fa tutto quel verde lì? Perché piantare altri alberi?
Così, in Basilicata, l'annosa questione della centrale Enel del Mercure (35 MW), dopo che nella passata gestione ha inquinato il suolo a pochi metri dal fiume Mercure-Lao con amianto e nichel non ancora bonificato, impedito di fatto la possibilità di commercializzare l'acqua, danneggiato l'agricoltura biologica che sarebbe in crisi per l'inquinamento dell'aria e dell'acqua, chiuse le possibilità anche sportive come il rafting nel Lao, messi in difficoltà gli agriturismi e coltivazioni della Valle del Lao (dove si producono i cedri Citrus medica che si consumano canditi)... la si riconverte a biomasse e si sta mettendo mano agli alberi del Parco. E pare che tagli abusivi siano già avvenuti.
Che poi nel frattempo si impoverisca l'habitat della lontra e della Salamandrina dagli occhiali di grande pregio scientifico è perciò severamente protette, è un particolare secondario.
Ora non si tratta di dire sempre no, anzi, diciamo dieci volte sì ad impianti verdi ma perché fare un impianto in un parco e operare tagli in zona protetta?
Perché poi il cattivo esempio genera epigoni. In Puglia, nel parco dell'Alta Murgia, c'è chi pensa di creare una centrale ad olio di colza è di girasoli... così quest'ultimo residuo di steppa mediterranea, motivo per cui esiste il parco, lo trasformiamo in una centrale ad olio.
Come in tutte le operazioni economiche vanno fatti i calcoli e le valutazioni costi/benefici. In Svezia, Finlandia e altri paesi, oltre a «pulire» la comunità dagli scarti umidi provenienti da boschi, giardini e campagne, si sono impiantati veri e propri «giacimenti» che con tagli programmati si auto sostengono.
Da noi qual è la trovata geniale? Impiantare le centrali nei parchi. Certo, ci si può chiedere: che ci fa tutto quel verde lì? Perché piantare altri alberi?
Così, in Basilicata, l'annosa questione della centrale Enel del Mercure (35 MW), dopo che nella passata gestione ha inquinato il suolo a pochi metri dal fiume Mercure-Lao con amianto e nichel non ancora bonificato, impedito di fatto la possibilità di commercializzare l'acqua, danneggiato l'agricoltura biologica che sarebbe in crisi per l'inquinamento dell'aria e dell'acqua, chiuse le possibilità anche sportive come il rafting nel Lao, messi in difficoltà gli agriturismi e coltivazioni della Valle del Lao (dove si producono i cedri Citrus medica che si consumano canditi)... la si riconverte a biomasse e si sta mettendo mano agli alberi del Parco. E pare che tagli abusivi siano già avvenuti.
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