Da Nuova Agenzia Radicale del 20/03/2006
Originale su http://www.quaderniradicali.it/agenzia/index.php?op=read&nid=7424
Siria: dissidente a rischio di condanna capitale
Il dissidente siriano Kamal Al Labwani, fondatore dell’Unione Democratica Liberale, potrebbe essere condannato a morte, rende noto il suo avvocato difensore, Anwar Al Bana.
Il dissidente era stato arrestato nel novembre 2005 all’aeroporto di Damasco, al suo rientro da un giro di alcuni mesi negli Stati Uniti e in Europa nel corso del quale aveva incontrato politici ed organizzazioni per i diritti umani.
Il regime siriano lo accusa di connivenza con gli Stati Uniti, paese che ha rapporti tesi con la Siria.
Già nel settembre 2001 Al Labwani era stato arrestato per il suo ruolo nell’organizzazione di un seminario politico pro-democrazia. Nell’agosto 2002 il Tribunale per la Sicurezza dello Stato lo aveva condannato a tre anni di carcere, con l’accusa di “incitamento alla rivolta armata”. Era stato liberato nel settembre 2004.
In Siria sono reati capitali: tradimento, omicidio, alcuni atti politici come l’apporto di armi contro la Siria nelle fila nemiche, diserzione dalle forze armate e atti di istigazione sotto la legge marziale o in tempo di guerra, furto con violenza, stupro, attacchi verbali contro la dirigenza, appartenenza ai Fratelli Musulmani.
La Siria applica la pena di morte anche per il traffico di droga e l’ergastolo per il possesso.
L’età minima per l’imposizione della pena di morte è 18 anni. L’età massima non è definita dalla legge ma non ci sono mai stati casi di condannati a morte oltre i 60 anni.
Non esistono dati ufficiali ma, secondo Amnesty International, almeno 2 esecuzioni sarebbero avvenute in Siria nel 2004.
Il dissidente era stato arrestato nel novembre 2005 all’aeroporto di Damasco, al suo rientro da un giro di alcuni mesi negli Stati Uniti e in Europa nel corso del quale aveva incontrato politici ed organizzazioni per i diritti umani.
Il regime siriano lo accusa di connivenza con gli Stati Uniti, paese che ha rapporti tesi con la Siria.
Già nel settembre 2001 Al Labwani era stato arrestato per il suo ruolo nell’organizzazione di un seminario politico pro-democrazia. Nell’agosto 2002 il Tribunale per la Sicurezza dello Stato lo aveva condannato a tre anni di carcere, con l’accusa di “incitamento alla rivolta armata”. Era stato liberato nel settembre 2004.
In Siria sono reati capitali: tradimento, omicidio, alcuni atti politici come l’apporto di armi contro la Siria nelle fila nemiche, diserzione dalle forze armate e atti di istigazione sotto la legge marziale o in tempo di guerra, furto con violenza, stupro, attacchi verbali contro la dirigenza, appartenenza ai Fratelli Musulmani.
La Siria applica la pena di morte anche per il traffico di droga e l’ergastolo per il possesso.
L’età minima per l’imposizione della pena di morte è 18 anni. L’età massima non è definita dalla legge ma non ci sono mai stati casi di condannati a morte oltre i 60 anni.
Non esistono dati ufficiali ma, secondo Amnesty International, almeno 2 esecuzioni sarebbero avvenute in Siria nel 2004.
Sullo stesso argomento
Articoli in archivio
«Pena di morte, moratoria per la giustizia della vita» «Pena di morte, moratoria per la giustizia de
di Luca Geronico su Avvenire del 04/10/2007
La condanna di Saddam un grave errore. Con l'Iraq pronto ad infiammarsi
Il processo senza giustizia con un verdetto farsa
Il processo senza giustizia con un verdetto farsa
di Antonio Cassese su La Repubblica del 06/11/2006
su China Daily del 31/10/2006
In biblioteca
di Aldo Forbice
Garzanti Libri, 2009
Garzanti Libri, 2009