Da Adnkronos del 25/03/2006
Originale su http://www.adnkronos.com/3Level.php?cat=Esteri&loid=1.0.362607548
El Baradei: ''Pochi sforzi da Consiglio di Sicurezza per affrontare minaccia nucleare''
Iran: Ahmadinejad ''Sì a colloqui con Usa su Iraq, ma non ci fidiamo''
Il presidente iraniano: ''Gli americani cercano di seminare zizzania tra i Paesi islamici e renderli dipendenti dagli Usa''
Teheran - Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad conferma l'avvio di colloqui con gli Stati Uniti sulla questione irachena, ma si dichiara scettico sul loro esito. ''Abbiamo deciso di parlare con gli Stati Uniti dell'Iraq, ma ancora non ci fidiamo - ha detto Ahmadinejad, citato dall'agenzia di stampa 'Isna', al termine di un incontro a Teheran con il vicepresidente siriano Farouk al Shara - Gli americani cercano di seminare zizzania tra i Paesi islamici e renderli dipendenti dagli Usa, ma noi siamo in grado di spingere indietro di 100 chilometri gli Stati Uniti e Israele se il mondo islamico sarà unito''.
Le dichiarazioni del presidente iraniano arrivano all'indomani delle parole del ministro degli Esteri Manouchehr Mottaki, che ha definito ''un'opportunità per l'Iran e una sfida per gli Stati Uniti'' i colloqui, i primi diretti dal 1979, sull'Iraq.
Intanto, da Teheran arrivano i ringraziamenti a Mosca e Pechino per la posizione assunta all'interno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sul programma nucleare iraniano. In una telefonata fatta al suo collega russo Sergei Lavrov e a quello cinese Li Zhaoxing, di cui dà notizia l'agenzia di stampa 'Irna', il ministro degli Esteri iraniano Manouchehr Mottaki ha detto: l'Iran ''sostiene ed è felice della posizione (di Russia e Cina) per proseguire i negoziati nel tentativo di trovare una soluzione accettabile a tutte le parti e a esaminare la questione nucleare sotto gli auspici dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea)''.
Mentre i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non riescono a trovare un accordo sulla posizione da tenere riguardo al programma nucleare iraniano, il direttore generale dell'Aiea Mohammed El Baradei, mette sotto accusa l'organo decisionale dell'Onu, che, secondo il premio Nobel per la pace, andrebbe riformato perché non riesce ad agire in modo rapido ed efficace. In particolare, El Baradei, intervenendo a una conferenza a Karlsruhe, in Germania, fa riferimento proprio ai "pochi sforzi" fatti dal Consiglio di Sicurezza ''per affrontare la minaccia della proliferazione nucleare''.
Le dichiarazioni del presidente iraniano arrivano all'indomani delle parole del ministro degli Esteri Manouchehr Mottaki, che ha definito ''un'opportunità per l'Iran e una sfida per gli Stati Uniti'' i colloqui, i primi diretti dal 1979, sull'Iraq.
Intanto, da Teheran arrivano i ringraziamenti a Mosca e Pechino per la posizione assunta all'interno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sul programma nucleare iraniano. In una telefonata fatta al suo collega russo Sergei Lavrov e a quello cinese Li Zhaoxing, di cui dà notizia l'agenzia di stampa 'Irna', il ministro degli Esteri iraniano Manouchehr Mottaki ha detto: l'Iran ''sostiene ed è felice della posizione (di Russia e Cina) per proseguire i negoziati nel tentativo di trovare una soluzione accettabile a tutte le parti e a esaminare la questione nucleare sotto gli auspici dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea)''.
Mentre i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non riescono a trovare un accordo sulla posizione da tenere riguardo al programma nucleare iraniano, il direttore generale dell'Aiea Mohammed El Baradei, mette sotto accusa l'organo decisionale dell'Onu, che, secondo il premio Nobel per la pace, andrebbe riformato perché non riesce ad agire in modo rapido ed efficace. In particolare, El Baradei, intervenendo a una conferenza a Karlsruhe, in Germania, fa riferimento proprio ai "pochi sforzi" fatti dal Consiglio di Sicurezza ''per affrontare la minaccia della proliferazione nucleare''.
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