Da La Repubblica del 15/09/2006
Originale su http://www.repubblica.it/2006/09/sezioni/esteri/due-torri-anniversario...
Il presidente Usa è tornato a chiedere poteri speciali per gli interrogatori della Cia
Terrorismo: Bush preme sul Congresso "Il nemico ci vuole attaccare ancora"
Sull'Iran: ''Non si può mantenere in una situazione di stallo i negoziati"
WASHINGTON - "Il nemico ci vuole attaccare ancora": con questo monito, il presidente degli Stati Uniti George W. Bush ha oggi aperto la sua conferenza stampa, dicendo che i militari e l'intelligence hanno bisogno di strumenti per proteggere l'America. Intanto resta alta anche la tensione con l'Iran, ma Bush ha ribadito che non intende parlare con il presidente Mahmud Ahmadinejad fino a quando Teheran non rinuncerà ai suoi programmi nucleari. "Il negoziato deve andare avanti, non ci devono essere stalli", ha messo in guardia, aggiungendo in riferimento ad Ahmadinejad: "Ho detto che ci siederemo a parlare con gli iraniani quando sospenderanno l'arricchimento dell'uranio e faremo così".
"Torneranno ancora, ci attaccheranno ancora", ha poi detto Bush, parlando nel Giardino delle Rose della Casa Bianca, agitando con forza la minaccia terroristica che, negli ultimi giorni, gli ha permesso di risalire nei sondaggi.
Il presidente ha esercitato pressioni perché il Congresso vari le sue proposte per gli interrogatori e i processi dei presunti terroristi detenuti, necessari, ha affermato, per portare davanti alla giustizia gli organizzatori degli attacchi contro l'America dell'11 Settembre 2001. Bush ha anche sostenuto che nessuno può dubitare della superiorità morale degli Stati Uniti sui loro nemici terroristi, rispondendo a una domanda sull'affermazione dell'ex segretario di Stato Colin Powell, secondo cui "il mondo incomincia a dubitare delle basi morali" della guerra al terrorismo condotta dagli Stati Uniti.
Nel tornare a chiedere l'autorizzazione a forme di interrogatorio particolarmente dure, Bush ha sostenuto che le disposizioni previste dalla Convenzione di Ginevra in tema di deposizioni dei prigionieri di guerra "sono troppo vaghe" e per questo gli Usa hanno bisogno di precisarle per portare avanti la guerra al terrorismo.
Ad opporsi all'interno del Congresso alla legge che dovrà regolare in futuro il trattamento dei detenuti accusati di terrorismo è anche un'ala del partito repubblicano guidata dal senatore John McCain, ma Bush ha ribadito che è intenzione della Casa Bianca portare avanti il programma della Cia di interrogatori segreti e che per questo c'è bisogno di una legge che ne definisca le regole.
La Corte Suprema ha ordinato all'amministrazione di agire nel rispetto dell'articolo 3 della Convenzione di Ginevra, ma Bush ha sottolineato che si tratta di regole "troppo vaghe", che hanno bisogno di essere precisate. "Spesso il governo americano - ha detto il presidente - passa leggi per chiarire i trattati internazionali".
"Torneranno ancora, ci attaccheranno ancora", ha poi detto Bush, parlando nel Giardino delle Rose della Casa Bianca, agitando con forza la minaccia terroristica che, negli ultimi giorni, gli ha permesso di risalire nei sondaggi.
Il presidente ha esercitato pressioni perché il Congresso vari le sue proposte per gli interrogatori e i processi dei presunti terroristi detenuti, necessari, ha affermato, per portare davanti alla giustizia gli organizzatori degli attacchi contro l'America dell'11 Settembre 2001. Bush ha anche sostenuto che nessuno può dubitare della superiorità morale degli Stati Uniti sui loro nemici terroristi, rispondendo a una domanda sull'affermazione dell'ex segretario di Stato Colin Powell, secondo cui "il mondo incomincia a dubitare delle basi morali" della guerra al terrorismo condotta dagli Stati Uniti.
Nel tornare a chiedere l'autorizzazione a forme di interrogatorio particolarmente dure, Bush ha sostenuto che le disposizioni previste dalla Convenzione di Ginevra in tema di deposizioni dei prigionieri di guerra "sono troppo vaghe" e per questo gli Usa hanno bisogno di precisarle per portare avanti la guerra al terrorismo.
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