Paolo Rumiz
Giornalista − Italia
Paolo Rumiz, nato nel 1949, giornalista di "Repubblica" e di "Il Piccolo di Trieste", di cui è inviato speciale, segue dal 1986 gli eventi dell’area balcanico-danubiana.
Ha vinto nel 1993 il premio Hemingway per i suoi servizi dalla Bosnia, e nel 1994 il premio Max David come migliore inviato italiano dell’anno.
Sin dalla sua prima edizione "Maschere per un massacro", si è rivelato un reportage capace di svelare i veri meccanismi della guerra balcanica dietro i fraintendimenti e le mistificazioni. Gli odi tribali, i massacri, i deliri nazionalistici, le pulizie etniche sono solo gli strumenti che un sistema politico ed economico allo sbando ha utilizzato per accrescere il proprio potere, tacitare le opposizioni e impedire il ricambio delle classi dirigenti.
In "La secessione leggera" Rumiz compie un viaggio attraverso le mentalità, le tradizioni e i simboli del Nord (i fiumi, i campanili, i ponti ...) per ritrovare il senso della parola perduta e l'origine del successo della Lega. Scopre che tra noi è cresciuta silenziosamente una nuova figura, quella dello "spaesato", dell'uomo uscito dalla cultura di paese ma non ancora entrato in quella "globale", dell'uomo che non chiede risposte razionali ma simboli per radicarsi in uno spazio vitale. A questa vaga domanda d’identità ha cercato di dare risposta il movimento di Bossi, che occupa un luogo immaginario, mitico, metaforico e simbolico prima che politico.
(Fonte festivaletteratura.it)
Ha vinto nel 1993 il premio Hemingway per i suoi servizi dalla Bosnia, e nel 1994 il premio Max David come migliore inviato italiano dell’anno.
Sin dalla sua prima edizione "Maschere per un massacro", si è rivelato un reportage capace di svelare i veri meccanismi della guerra balcanica dietro i fraintendimenti e le mistificazioni. Gli odi tribali, i massacri, i deliri nazionalistici, le pulizie etniche sono solo gli strumenti che un sistema politico ed economico allo sbando ha utilizzato per accrescere il proprio potere, tacitare le opposizioni e impedire il ricambio delle classi dirigenti.
In "La secessione leggera" Rumiz compie un viaggio attraverso le mentalità, le tradizioni e i simboli del Nord (i fiumi, i campanili, i ponti ...) per ritrovare il senso della parola perduta e l'origine del successo della Lega. Scopre che tra noi è cresciuta silenziosamente una nuova figura, quella dello "spaesato", dell'uomo uscito dalla cultura di paese ma non ancora entrato in quella "globale", dell'uomo che non chiede risposte razionali ma simboli per radicarsi in uno spazio vitale. A questa vaga domanda d’identità ha cercato di dare risposta il movimento di Bossi, che occupa un luogo immaginario, mitico, metaforico e simbolico prima che politico.
(Fonte festivaletteratura.it)
Ultimi articoli
I francesi sono più colpiti dalla riabilitazione dell´ex nemico che dalla visita dei liberatori d´Oltreoceano
Gli Usa si scoprono benvenuti ma l´abbraccio è per i tedeschi |
Dall´ultimo shopping esente-Iva alla scritta per Tito: l´unificazione rimescola interessi e passioni
Sloveni in festa, friulani freddi e a qualcuno il confine manca di Paolo Rumiz su La Repubblica del 01/05/2004
Presente nelle categorie:
|
di Paolo Rumiz su La Repubblica del 28/04/2004
Presente nelle categorie:
|