Da Corriere della Sera del 15/09/2004
WASHINGTON
Powell avverte Putin «Non allontanatevi dalla democrazia»
Arrivano critiche anche dalla stampa russa: «E’ la rivoluzione di settembre»
di Ennio Caretto
WASHINGTON - All'improvviso è gelo tra America e Russia. Il giorno dopo che Bush, alla tv, ha manifestato solidarietà a Putin per la tragedia di Beslan, il segretario di Stato Colin Powell critica aspramente il presidente russo. «In realtà - dichiara a proposito delle controverse misure sulla sicurezza proposte da quest’ultimo - fa indietreggiare le riforme democratiche attuate in passato e la comunità internazionale ne è consapevole.
Ci rendiamo conto della necessità di battere il terrorismo, ma occorre mantenere il giusto equilibrio per non scostarsi dalla democrazia». Powell precisa che solleverà il problema col Cremlino «nei prossimi giorni», e quasi a sottolineare le preoccupazioni americane ribadisce la protesta tramite il sottosegretario Dick Armitage e il portavoce Richard Boucher. In visita a Riga in Estonia, Armitage rimprovera a Putin di «lasciare la strada della trasparenza», e parlando ai giornalisti Boucher dichiara di temere che il presidente russo sia in bilico «tra la democratizzazione del Paese e la ritirata da essa».
Il portavoce tuttavia insiste che la collaborazione tra Washington e Mosca contro il terrorismo prosegue: «Nulla giustifica atti orrendi come a Beslan».
Non è la prima volta che Powell richiama il presidente russo: lo fece il giorno della strage di Beslan, chiedendo se non fosse stato possibile evitarla; e lo fece prima ancora in un'intervista alle Izvestija , in cui osservò che in Russia «i media e i partiti non sono ancora completamente indipendenti e il potere politico non è del tutto allineato alla legge».
Ma questa volta il suo monito potrebbe provocare in Putin una reazione veemente come quella che ebbe per le critiche europee su Beslan, e non è escluso che Powell debba rettificare, o il presidente Bush intervenire di persona. La protesta del segretario di Stato americano, comunque, ha una ricaduta a Mosca dove numerosi quotidiani attaccano Putin, e dove Boris Berezovskij, il magnate in esilio a Londra, invia un appello a Boris Eltsin.
Le Izvestija parlano di «rivoluzione di settembre» e dell'evento «più radicale della presidenza Putin», commentando che l'esperienza dell’Europa è che non si unisce lo Stato senza unire la nazione «ma noi non siamo europei». Il foglio economico Kommersant denuncia «il pugno di ferro sulla Costituzione» del leader, mentre la Nezavisimaja Gazeta gli rinfaccia di assumere «un controllo sempre più rigido delle istituzioni». E la Komsomolskaja Pravda ironizza pesantemente: «In che Paese ci risveglieremo? Il sistema politico era troppo avanzato per la nostra società. È la dittatura che risponde meglio al nostro sviluppo: da noi si chiama rafforzamento verticale del potere».
La lettera a Eltsin, il predecessore di Putin, inviata da Berezovskij è ancora più dura: «Il suo silenzio sulla guerra cecena è inaccettabile. La tragedia di Beslan è la sua diretta conseguenza. Lei chiese perdono per la guerra, ma ciò non l'assolve dalle sue responsabilità».
Ci rendiamo conto della necessità di battere il terrorismo, ma occorre mantenere il giusto equilibrio per non scostarsi dalla democrazia». Powell precisa che solleverà il problema col Cremlino «nei prossimi giorni», e quasi a sottolineare le preoccupazioni americane ribadisce la protesta tramite il sottosegretario Dick Armitage e il portavoce Richard Boucher. In visita a Riga in Estonia, Armitage rimprovera a Putin di «lasciare la strada della trasparenza», e parlando ai giornalisti Boucher dichiara di temere che il presidente russo sia in bilico «tra la democratizzazione del Paese e la ritirata da essa».
Il portavoce tuttavia insiste che la collaborazione tra Washington e Mosca contro il terrorismo prosegue: «Nulla giustifica atti orrendi come a Beslan».
Non è la prima volta che Powell richiama il presidente russo: lo fece il giorno della strage di Beslan, chiedendo se non fosse stato possibile evitarla; e lo fece prima ancora in un'intervista alle Izvestija , in cui osservò che in Russia «i media e i partiti non sono ancora completamente indipendenti e il potere politico non è del tutto allineato alla legge».
Ma questa volta il suo monito potrebbe provocare in Putin una reazione veemente come quella che ebbe per le critiche europee su Beslan, e non è escluso che Powell debba rettificare, o il presidente Bush intervenire di persona. La protesta del segretario di Stato americano, comunque, ha una ricaduta a Mosca dove numerosi quotidiani attaccano Putin, e dove Boris Berezovskij, il magnate in esilio a Londra, invia un appello a Boris Eltsin.
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